Preso atto che sono in discussione presso le commissioni comunali competenti i criteri e le procedure di valorizzazione urbanistica delle aree industriali in dismissione, ed in particolare dell’area P.M.T, la Sezione Pinerolese di Italia Nostra formula le seguenti osservazioni.
Al
di là degli strumenti di deroga che la legislazione offre per giungere alla
valorizzazione di un’area, segnatamente variandone l’utilizzazione urbanistica
da industriale a residenziale/terziaria, Italia Nostra ritiene che sia un grave
errore disgiungere il tema della valorizzazione delle aree industriali dismesse
o in dismissione dal più generale tema della pianificazione urbanistica e
quindi dalla riforma del PRGC vigente, ormai unanimemente considerato obsoleto.
Così
facendo si sottrae innanzitutto una riflessione sull’assetto urbano di aree
rilevantissime sotto l’aspetto dimensionale e strategico (collocazione urbana,
viabilità e servizi) dalla possibilità di partecipazione dei cittadini e delle
associazioni alle scelte di politica urbanistica, che viceversa, ove si
ricorresse alla Variante urbanistica sarebbero assicurate tramite il meccanismo
della pubblicazione della variante e delle osservazioni.
Ma
soprattutto, per le medesime ragioni, è del tutto improprio che la
riconversione di aree così rilevanti passi per un semplice “permesso di
costruire”, per giunta in deroga a parte dei parametri urbanistici. Ne è
conscia la stessa Amministrazione Comunale che con una delibera di indirizzo pone delle linee guida per le
valorizzazioni che dovrebbero operare per future varianti urbanistiche ma che
non è chiaro come possano avere cogenza rispetto ad un permesso di costruire (tanto
più se in deroga) come si prefigura per l’area PMT.
Rispetto
alla deroga è opportuno ricordare che il
ricorso al permesso di costruire in deroga, è ipotizzato dalla Regione Piemonte
in relazione alla Legge 106/2011 (che comunque dispone che la regione debba
legiferare in materia), attraverso una semplice circolare il cui valore
giuridico è molto debole e che peraltro demanda in toto al Consiglio Comunale
scelte di assoluta responsabilità. In particolare il permesso di costruire in
deroga ai sensi dell’art. 14 del DPR 380/01 è sottoposto ad una valutazione
circa l’interesse pubblico della deroga
stessa che deve essere attentamente valutato.
Tale interesse pubblico non può essere solo la riqualificazione dell’area o peggio il versamento di oneri, fossero pure aggiuntivi, che si realizzano – o quanto meno dovrebbero realizzarsi - nella normale pratica urbanistica; per la deroga occorre di più, una concreta e puntuale motivazione che la giurisprudenza ha sinora sempre qualificato in termini di eccezionalità e che comunque è sempre riferita ad un singolo edificio e non ad un’intera area. L’istituto derogatorio non può quindi essere utilizzato per soddisfare esigenze strutturali, miranti a nuovi assetti urbanistici, - per le quali è necessario il ricorso all’ordinario strumento della variante al piano - bensì a regolare situazioni episodiche e contingenti.
In questo senso non si può quindi invocare la deroga ai fini del mantenimento dei livelli occupazionali o l’impegno ad investimenti da parte delle ditte, che peraltro - quand’anche siano obblighi inseriti in una convenzione con il Comune - non vi è certezza che possano essere rispettati per ovvie ragioni economiche e congiunturali.
In altre parole, l’assetto della città che deriva dalla riconversione/ valorizzazione di un’area sarebbe più opportuno scaturisse da una variante urbanistica e deve in ogni caso rappresentare un valore aggiunto per la città tutta e non già un prezzo da pagare per mantenere una realtà produttiva sul territorio comunale.
Pinerolo, a giudizio di Italia Nostra, si avvia quindi su una strada scivolosa e giuridicamente debole che non è bilanciata rispetto alla più generale esigenza di pianificazione del territorio nel suo complesso. Posto che tutti sono a favore della rigenerazione urbana delle aree già costruite e dismesse, è evidente che nel ben noto contesto urbanistico di Pinerolo che presenta un PRG notevolmente sovradimensionato ed un cospicuo stock edilizio invenduto e da riqualificare, le volumetrie che si potranno costruire sull’area PMT o su altre aree analoghe, non possono essere aggiuntive rispetto a quelle che già prevede il Piano Regolatore, ma sostitutive di quantità analoghe che oggi sono sfruttabili in contesti agricoli o in aree poco idonee dal punto di vista idrogeologico (Turck o CP7 per fare un esempio a caso sulla scorta del PAI di recente approvato).
Solo
così si perseguirebbe davvero e con coerenza una strategia di riduzione del
consumo di suolo e di messa in sicurezza del territorio comunale che finora è
stata solo dichiarata.
Il Direttivo della Sezione
Pinerolese di ITALIA NOSTRA
Pinerolo 21 settembre 2012
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