venerdì 24 febbraio 2012

IL 3 GIUGNO SI VOTERÀ PER IL REFERENDUM REGIONALE SULLA CACCIA

Comunicato stampa (con preghiera di diffusione) 
Ora è ufficiale: il prossimo 3 giugno, gli elettori piemontesi potranno esprimere il loro parere sulla caccia. La Giunta Regionale ha infatti approvato ieri un Decreto del suo Presidente, il quale, in ottemperanza a quanto imposto dal TAR del Piemonte, dà l’avvio alle procedure di indizione del referendum. 
Finalmente si conclude una battaglia legale durata un quarto di secolo: sono infatti trascorsi 25 anni da quando vennero raccolte 60.000 firme di elettori piemontesi in calce alla richiesta di un referendum abrogativo di parte della legislazione regionale sulla caccia. Il quesito prevede la riduzione delle specie cacciabili a quattro (cinghiale, lepre, minilepre e fagiano), il divieto di caccia la domenica e su terreno coperta da neve e la limitazione dei privilegi concessi alle aziende faunistico-venatorie, le ex riserve private di caccia. 
La Regione, in tutti questi anni, non ha mai consentito lo svolgimento del referendum, con motivazioni spesso pretestuose ed illegittime, ma non ha più potuto opporsi alla sentenza della Corte di Appello di Torino di fine 2010, confermata più recentemente dal TAR Piemonte. 
La scelta della data suscita però non poche perplessità: il Comitato Promotore aveva infatti chiesto che il referendum venisse accorpato alle prossime elezioni amministrative, che si svolgeranno in numerosi Comuni del Piemonte il prossimo 6 maggio: in tal modo sarebbe stato possibile risparmiare una parte consistente delle risorse pubbliche destinate all’effettuazione del referendum. La Giunta Regionale, invece, ha ritenuto di agire diversamente, adducendo problemi di carattere tecnico che in realtà si sarebbero potuti risolvere facilmente. 
Il Comitato Promotore auspica che La Regione provveda ora a diffondere in modo capillare ed efficace 
l’informazione relativa al referendum. L’obiettivo  del fronte venatorio e di numerose forze politiche  è infatti quello di rendere nulli gli effetti del referendum a seguito del mancato raggiungimento del quorum dei votanti. 
“Tale ipotesi rappresenterebbe però una sconfitta non tanto e non solo del fronte ambientalista ed animalista – affermano Piero Belletti e Roberto Piana del Comitato Promotore del Referendum –  quanto soprattutto della democrazia e della partecipazione”. 
“Auspichiamo almeno – concludono gli ambientalisti –  che, in attesa dell’esito del referendum, la Regione blocchi i lavori volti a modificare l’attuale legge sulla caccia. Modifiche che vanno in senso esattamente opposto alle richieste referendarie, prevedendo l’aumento del numero di specie cacciabili, il prolungamento della stagione venatoria, la caccia con l’arco e quella a specie di uccelli protette a livello comunitario.” 
Per il Comitato Promotore del Referendum sulla Caccia 
(Piero Belletti e Roberto Piana) 

domenica 19 febbraio 2012

Recuperiamo il nostro futuro: Rio +20 e oltre

La Vía Campesina chiama all'azione - traduzione di Antonio Lupo - Dal 20-22 Giugno 2012, i Governi di tutto il mondo si riuniranno a Rio de Janeiro, Brasile, per commemorare i 20 anni del " Vertice della Terra", la Conferenza dell'ONU su Ambiente e Sviluppo (UNCED), che per la prima volta stabilì una agenda globale per lo “Sviluppo sostenibile". Nel vertice del 1992, vennero adottate la Convenzione sulla Diversità Biologica (CDB), la Convenzione ONU sul Cambiamento Climatico (UNFCC) e la Convenzione per Combattere la Desertificazione.
Venne istituita anche la Commissione sullo Sviluppo Sostenibile (CSD) per assicurare follow-up all'UNCED “Summit della Terra” Venti anni più tardi, i governi avrebbero dovuto riconvocarla per rivedere i propri impegni e i progressi, ma in realtà la questione centrale del dibattito sarà la "green economy" che porta sviluppo, con la moltiplicazione dello stesso modello capitalistico che ha causato il caos climatico ed altre crisi profonde sociali e ambientali. La Vía Campesina si mobiliterà per questo momento storico, che rappresenta la voce di milioni di contadini e indigeni nel mondo che stanno difendendo il benessere di tutti, lavorando per la sovranità alimentare e la tutela delle risorse naturali. 20 anni dopo: un Pianeta in crisi 20 anni dopo il Summit della Terra, la vita è diventata più difficile per la maggioranza degli abitanti del pianeta.
Il numero di persone affamate è aumentato a quasi un miliardo, cioè un esseri umano su sette è affamato, i più colpiti sono le donne e i piccoli agricoltori. Nel frattempo, l'ambiente si sta esaurendo velocemente, la biodiversità viene distrutta, le risorse idriche stanno diventando scarse e contaminate e il clima è in crisi. Il che significa mettere a repentaglio il nostro futuro sulla Terra, mentre la povertà e le disuguaglianze stanno aumentando.
L'idea di "Sviluppo Sostenibile", proposta nel 1992, che ha unito le preoccupazioni per "sviluppo" e "ambiente", non ha risolto il problema perché non ha fermato il sistema capitalistico nella sua corsa verso il profitto a scapito di tutte le risorse umane e naturali :
- Il sistema alimentare è sempre più nella morsa delle grandi imprese in cerca di profitto, che non mirano a nutrire la gente.
- La Convenzione sulla Biodiversità ha creato meccanismi di condivisione dei benefici, ma che alla fine legittimano la capitalizzazione delle risorse genetiche da parte del settore privato.
- La Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, invece di costringere i paesi e le aziende a ridurre l'inquinamento, ha inventato una nuova merce redditizia e speculativa, con meccanismi di scambio di carbonio, permettendo a chi inquina di continuare a inquinare e trarre profitto da questo.
Il quadro dello "sviluppo sostenibile" continua a vedere l'agricoltura contadina come arretrata e responsabile per il deterioramento delle risorse naturali e dell'ambiente. Si perpetua lo stesso paradigma di sviluppo, che è niente di meno che lo sviluppo del capitalismo per mezzo di una "industrializzazione verde". La "Green Economy" – Contenuto finale? Oggi "l'economia rinverdita", spinta in avanti nella corsa verso Rio 20, si basa sulla stessa logica e meccanismi che stanno distruggendo il pianeta e mantiene la gente affamata. Per esempio, si cerca di integrare gli aspetti della fallita "rivoluzione verde" in modo più ampio al fine di garantire le esigenze dei settori industriali di produzione, quali la promozione dell'uniformità di semi, di semi brevettati da corporazioni, di semi geneticamente modificati, ecc . L'economia capitalistica, basata sul sovra-sfruttamento delle risorse naturali e degli esseri umani, non potrà mai diventare "verde". Si basa sulla crescita illimitata in un pianeta che ha raggiunto i suoi limiti e sulla mercificazione delle rimanenti risorse naturali che finora erano senza prezzo o sotto il controllo del settore pubblico. In questo periodo di crisi finanziaria, il capitalismo globale, cerca nuove forme di accumulazione. E ' in questi periodi di crisi che il capitalismo può accumulare di più.
Oggi, sono i territori e beni comuni l'obiettivo principale della capitale. Come tale, la green economy non è altro che una maschera verde per il capitalismo. E 'anche un nuovo meccanismo per appropriarsi delle nostre foreste, fiumi, terra ... dei nostri territori! Dalle le riunioni preparatorie dello scorso anno verso Rio +20, l'agricoltura è stata citata come una delle cause del cambiamento climatico. Eppure, nei negoziati ufficiali non si distingue tra agricoltura industriale e l'agricoltura contadina, e non si esplicita nessuna differenza nei loro effetti sulla povertà, il clima e le altre questioni sociali che abbiamo di fronte. La "green economy" è commercializzata come un modo per attuare uno sviluppo sostenibile per quei paesi che continuano a subire pesanti e sproporzionati livelli di povertà, fame e miseria. In realtà, ciò che viene proposto è un'altra fase di ciò che noi identifichiamo come "programmi di aggiustamento strutturale verdi", che cercano di allineare e riordinare i mercati nazionali e dei regolamenti per presentare l'arrivo del "capitalismo verde" . Gli Investimenti di capitale ora cercano nuovi mercati attraverso la "green economy"; assicurarsi le risorse naturali del mondo come input primari e materie prime per la produzione industriale, come serbatoi di carbonio o anche per la speculazione.
Questo è stato dimostrato dal crescente accaparramento di terre a livello mondiale, per la produzione vegetale sia per l'esportazione che per gli agrocarburanti. Le nuove proposte come “ l'agricoltura intelligente climatica", che prevede "l'intensificazione sostenibile" dell'agricoltura, incarnano anche l'obiettivo di corporazioni e agro-business di sfruttare la terra, con l'etichetta "verde", e rendendo i contadini dipendenti per gli alti costi di semi e input. Permessi di nuove generazioni di inquinanti vengono rilasciati al settore industriale, in particolare nei paesi sviluppati, attraverso programmi tipo quelli di riduzione delle emissioni da deforestazione e del degrado forestale (REDD + +) e altri sistemi di servizi ambientali. L'economia verde mira a garantire che i sistemi ecologici e biologici del nostro pianeta restino ancora al servizio del capitalismo, con l'uso intenso di varie forme di biotecnologie, le tecnologie di sintesi e la geo-ingegneria. OGM e le biotecnologie sono parti fondamentali della agricoltura industriale, promosse nell'ambito della "green economy". La promozione della green economy include richiami alla piena attuazione del Doha Round dell'OMC, l'eliminazione di tutte le barriere commerciali per le "soluzioni verdi"in arrivo, il finanziamento e il sostegno di istituzioni finanziarie come la Banca Mondiale e progetti come i programmi US-AID, e la legittimazione costante delle istituzioni internazionali che servono a perpetuare e promuovere il capitalismo globale.
Perché i contadini si mobilitano I piccoli agricoltori, le famiglie di agricoltori, i senzaterra, i popoli indigeni, migranti - donne e uomini - sono ora decisi a mobilitarsi per opporsi a qualsiasi mercificazione della vita e proporre un altro modo di organizzare il nostro rapporto con la natura sulla terra, sulla base di riforma agraria, alimentare sovranità e l'Agroecologia contadina Noi rifiutiamo la "Green Economy", come viene sospinta ora nel processo Rio +20. Si tratta di una nuova maschera per nascondere una sempre presente, l'avidità crescente delle imprese e l'imperialismo alimentare nel mondo.
a.. Ci opponiamo al commercio del carbonio e a tutte le soluzioni di mercato per la crisi ambientale che prevede la liberalizzazione proposta di servizi ambientali nel quadro dell'OMC.
b.. Noi rifiutiamo la REDD (Riduzione delle emissioni da deforestazione e degrado forestale), che consente ai paesi ricchi di evitare di tagliare le proprie emissioni finanziando progetti spesso dannosi nei paesi in via di sviluppo.
c.. Denunciamo e rifiutiamo l'impadronirsi aziendale del processo di Rio +20 e tutti i processi multilaterali nell'ambito delle Nazioni Unite.
d.. Ci opponiamo all'appropriazione di terre, d'acqua, semi, foreste e di tutte le risorse "!
e.. Noi difendiamo le risorse naturali nei nostri paesi come una questione di sovranità nazionale e popolare, per far fronte alla offensiva e all'appropriazione privata del capitale;
f.. Chiediamo politiche pubbliche dei governi per la protezione degli interessi della maggioranza della popolazione, soprattutto i più poveri, e dei lavoratori senza terra;
g.. Chiediamo un divieto totale dei progetti di geoingegneria e degli esperimenti, sotto le mentite spoglie della tecnologia 'verde' o 'pulita' a vantaggio dell'agrobusiness.
Ciò include le nuove tecnologie che vengono proposte per l'adattamento e la mitigazione al cambiamento climatico sotto le bandiere di "geo-engineering" e "l'agricoltura intelligente climatica", comprese le soluzioni false come le piante transgeniche che dovrebbero adattarsi ai cambiamenti climatici, e il "biochar" che si propone per ricostituire il suolo di carbonio.
a.. Decidiamo di proteggere le nostri sementi autoctone e il nostro diritto a scambiare i semi.
b.. Noi chiediamo una vera riforma agraria che distribuisca e ridistribuisca la terra - il principale fattore di produzione - soprattutto tenendo conto delle donne e dei giovani. La Terra deve essere un mezzo di produzione per assicurare il sostentamento delle persone e non deve essere una merce soggetta alla speculazione sui mercati internazionali. Noi rifiutiamo una "riforma agraria assistita dal mercato", che è un'altro modo per dire privatizzazione delle terre.
c.. Lottiamo per la produzione alimentare sostenibile su piccola scala per la comunità e il consumo locale, in opposiziione con l'agrobusiness e le monocolture per l'esportazione.
d.. Continuiamo a organizzare e praticare la produzione basata sulla agroecologia, garantendo la sovranità alimentare per tutti e l'attuazione di una gestione collettiva delle nostre risorse
Chiamiamo all'azione
Chiamiamo a una mobilitazione importante del mondo da farsi il 18-26 giugno a Rio de Janeiro, con un campo permanente, per il Vertice dei Popoli, per contrastare il vertice dei governi e dei capitali. Saremo a Rio al vertice del Popolo, dove le lotte anti-capitaliste di tutto il mondo si incontreranno e insieme proporremo le soluzioni reali. L'Assemblea permanente del Popolo, tra il 18 e 22, presenterà le lotte quotidiane contro i promotori del capitalismo e gli attacchi alle nostre terre. Oggi, Rio de Janeiro è una delle città che ricevono il maggior numero di contributi dal capitale globale e ospiterà i Mondiali di calcio e le Olimpiadi. Uniremo le nostre lotte simboliche, quelle urbane e quelle dei movimenti senza terra e dei pescatori. Dichiariamo , inoltre, la settimana del 5 giugno, come la settimana del mondo più importante in difesa dell'ambiente e contro le multinazionali e invitiamo tutti in tutto il mondo a mobilitarsi:
a.. Difendere l'agricoltura contadina sostenibile
b.. Occupare la terra per la produzione alimentare agroecologica e non-dominata dal mercato
c.. Richiedere e scambiare sementi autoctone
d.. Protestare contro gli uffici di società di Exchange e di marketing e fare appello per porre fine ai mercati speculativi sulle materie prime e terreni
e.. Organizzare assemblee locali di persone colpite dal capitalismo
f.. Sogno di un mondo diverso e crearlo! Il futuro che vogliamo è basato sulla riforma agraria, l'agricoltura sostenibile fondata sui contadini e la sovranità alimentare!
Globalizziamo la LOTTA! GLOBALIZZIAMO SPERANZA!
Via Campesina è un movimento internazionale di contadini, produttori di piccole e medie imprese, senza terra, donne rurali, popoli indigeni, gioventù rurale e dei lavoratori agricoli. Siamo un movimento autonomo, pluralista e multiculturale, indipendente da qualsiasi tipo di affiliazione politico, economico, o di altro tipo. Nato nel 1993, La Via Campesina riunisce oggi circa 150 organizzazioni in 70 paesi in Asia, Africa, Europe, and le Americhe. International Operational Secretariat: Jln. Mampang Prapatan XIV no 5 Jakarta Selatan 12790, Indonesia Tel/fax: +62-21-7991890/+62-21-7993426
[Articolo tratto da:  http://www.altramente.info ]
Vedasi anche articolo al seguente link di altramente ]


sabato 18 febbraio 2012

AMBIENTE. Rio +20, ecco l'ordine del giorno


[ Articolo tratto da Vita.it] I temi del grande vertice sulla sostenibilità svelati dal Guardian.
Sicurezza alimentare, acqua, energia, green economy e inclusione sociale. E poi ancora tutela dei mari e degli oceani, degli Stati insulari, particolarmente vulnerabili, cambiamento climatico, foreste e finanza etica. All'ordine del giorno di Rio +20, la conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile che si svolgerà in Brasile dal 20 al 22 giugno, c'è tutto questo e molto altro.
A differenza di quanto accadde nel 1992, questa voltà non ci sarà una carta ufficiale su cui tutti i partecipanti al summit dovranno convergere, ma l'ordine del giorno elenca quali sono le priorità individuate dalle Nazioni Unite. Si tratta, però, di proposte non vincolanti, ma suggerimenti sui quali i Paesi sono invitati a confrontarsi allo scopo di giungere a un accordo comune che diventi vincolante per il 2015.
Nella bozza dell'ordine del giorno pubblicata sul sito del "The Guardian" e datata 10 gennaio 2012 si parte dal sostegno alla produzione agroalimentare locale, con l'invito a diminuire gli sprechi in tutta la filiera e tutelare, in modo particolare, donne, bambini e giovani imprenditori attivi nel settore. Il documento auspica l'adozione di sistemi commerciali più trasparenti e aperti, in grado di contribuire alla stabilità dei prezzi e garantire l'accesso ai beni comuni (acqua e terra).
Per quanto riguarda l'acqua, viene sancito il diritto all'accesso a risorse idriche pulite e sicure, indispensabili per lo sviluppo, e si accenna alla gestione delle acque reflue (domestiche, industriali e agricole) cperchè si trasformino in risorsa. In questo senso il documento rinnova l'impegno assunto nel piano di attuazione di Johannesburg (JPOI) riguardo allo sviluppo e all'attuazione di piani integrati per l'efficienza idrica.
Sul tema 'energià, il documento appoggia il programma "Sustainable energy for all" delle Nazioni Unite con l'obiettivo di garantire, entro il 2030, l'accesso universale a servizi energetici moderni, sia per il consumo che per la produzione, aumentando l'efficienza a tutti i livelli e raddoppianto la quota di rinnovabili nel mix energetico globale.
La transizione verso un'economia verde può creare posti di lavoro, contribuendo a combattere la povertà: per questo, il documento invita a investire in opere pubbliche in grado di valorizzare l'agricoltura familiare ed ecologica, i sistemi di produzione biologica, la gestione forestale sostenibile, l'uso razionale della biodiversità a fini economici, nuovi mercati legati alle fonti rinnovabili.
L'Onu chiederà ai partecipanti di adottare le seguenti misure: integrare le statistiche economiche nazionali con i dati relativi ai posti di lavoro 'green'; promuovere programmi formativi dedicati ai green jobs; creare le premesse per dare vita ad ambienti favorevoli alla creazione di posti di lavoro solidi e dignitosi nell'ambito delle imprese private che investono nella green economy.
A Rio +20 si darà spazio alla tutela dei mari e degli oceani, fondamentali per lo sviluppo, riconoscendo il ruolo economico, sociale e ambientale dellle barriere coralline e la loro importanza per gli Stati insulari e costieri. A tutti i Paesi verrà chiesto di attuare il programma "Actionfor the Protection of the Marine Environment from Land -based Activities", di sviluppare un piano d'azione globale per combattere l'inquinamento marinio e di attuare una rete internazionale di osservazione sull'acidificazione degli oceani. Nell'ordine del giorno si legge che "nonostante l'accordo per ripristinare le riserve ittiche mondiali, riportandole a livelli sostenibili entro il 2015, molte di queste continuano ad essere sfruttate a livelli sempre più insostenibili. Chiediamo a tuitti gli Stati di impegnarsi di nuovo a mantenere o riportare le riserve ittiche esaurite a livelli sostenibili e attuare su base scientifica i piani di gestione per ricostruire le scorte entro il 2015". Allo stesso scopo, il documento esorta gli Stati a combattere la pesca illegale, adottando strumenti efficaci nel rispetto del diritto internazionale. E sempre a proposito di mari e oceani, i riflettori sono puntati sui piccoli Stati insulari in via di sviluppo e sulla loro vulnerabilità. La situazione di questi paesi, si legge nel documento, "è andata peggiornado negli ultimi 20 anni a causa di una maggiore esposizione alle conseguenze del cambiamento climatico". Per loro, il documento invoca più aiuti e convoca la terza Conferenza internazionale per lo sviluppo sostenibile di piccoli Stati insulari nel 2014.
"Il cambiamento climatico rappresenta una delle maggiori sfide del nostro tempo". Anche l'ordine del giorno di Rio +20 non ha dubbi su questo, e ogni punto elencato nel documento converge verso l'obiettivo di migliorare la situazione.
Non poteva quindi mancare uno spunto di riflessione dedicato alle sostanze chimiche, chiedendo a tutti i Paesi di prestare particolare attenzione nel loro utilizzo e nello smaltimento. A questo scopo, si auspica un rafforzamento delle convenzioni già esistenti sul tema (Basel, Rotterdam, Stoccolma) e una presa di posizione decisa per arginare la preoccupante presenza di rifiuti elletronici e materie plastiche in mare.
A Rio +20 verrà inoltre chiesto l'adempimento a tutti gli impegni ufficiali presi per i programmi di cooperazione allo sviluppo, per raggiungere l'obiettivo dello 0,7 per cento del prodotto nazionale lordo da devolvere a programmi di assistenza allo sviluppo dei Paesi meno ricchi entro il 2015.

venerdì 17 febbraio 2012

Aderisci al NO INTESA DAY il 16 Marzo 2012

Giornata di pressione su Intesa Sanpaolo - Organizza un’iniziativa nella tua città! Il Gruppo Intesa Sanpaolo è il principale responsabile finanziario dell’aggressione al territorio. In Lombardia finanzia massicciamente opere come Pedemontana, Brebemi, Tangenziale Esterna Milano, Cremona-Mantova che porteranno a nuove cementificazioni di massa, maggiore inquinamento e distruzione di vaste aree agricole, in una regione dove la rete ferroviaria è tra le più arretrate d’Europa e lo smog ai massimi livelli, con buona pace dei pendolari. Tutto questo costerà quasi 10 miliardi di euro, in buona parte soldi pubblici.

Quello che succede in Lombardia non è un caso isolato e riguarda tutti, perché se queste opere andranno a buon fine si aprirà un varco per nuove devastazioni in tutto il Paese.
Per questo la campagna Ferma La Banca ha lanciato per il 16 MARZO 2012 il NO INTESA DAY, una giornata in cui promuovere in tutta Italia iniziative di pressione su Intesa Sanpaolo.
Basta poco: un volantinaggio davanti a una filiale, un banchetto informativo, un incontro o qualunque altra iniziativa simbolica e creativa.

Il momento è cruciale poiché in questi mesi le banche stesse si stanno interrogando sull’opportunità di sostenere tali progetti e sulla redditività delle cosiddette “grandi opere”: facciamogli capire che finanziare la distruzione del territorio è un cattivo affare! Tutto ciò è possibile solo se la mobilitazione si allarga e coinvolge decine di città.

CHIEDIAMO A TUTTI I GRUPPI E I SINGOLI SENSIBILI DI ORGANIZZARE INIZIATIVE NELLE PROPRIE CITTA’ E SEGNALARLE a: info@vizicapitali.org Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. .

Volantini e altro materiale informativo li trovate su www.vizicapitali.org, sezione News.

Per informazioni:
Roberto Cuda – robycuda@libero.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. , 3402284686
Maurizio Bongioanni - m.bongioanni@gmail.com Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. , 3287244226

La campagna Ferma La Banca è promossa da:
A Sud, Beati i Costruttori di Pace, Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Comitato NoExpo, Coordinamento Nord Sud del Mondo, Coordinamento Comitati Pendolari Regione Lombardia, Distretto di economia solidale della Brianza, Insieme in rete per uno sviluppo sostenibile, Movimenti civici, Movimento Stop al Consumo di Territorio, Rete civica italiana

Aderiscono:
Altreconomia, A.R.C.I. Noerus (Como), Astrov (Gorgonzola, Mi), Associazione Convivio (Pz), Associazione Europea di Psicoanalisi, Associazione di Promozione Sociale Altritasti (Asti), Associazione Pro Loco Amici del Lago di Arignano (To), BETA-L.E.E.S. Associazione Politico Culturale di Promozione Sociale Lago di Bracciano, Blog Tg Roma Talenti, Campagna per la Riforma della Banca Mondiale, Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”, Circolo Vegetariano VV.TT. Treia (Macerata) - Rete Bioregionale Italiana, Comitato No Tem Comazzo, Comitato No Tem Si Metro, Comitato per il Parco A. Cederna - Monza (Mb), Coordinamento Energia Felice, Coordinamento Legnanese e Aresino per Salviamo il Paesaggio, CTDA (Comitato Territoriale per la Difesa dell'Ambiente) Bellusco (Mi), Dimensioni Diverse (Mi), Ecoistituto del Veneto “Alex Langer” Mestre (Ve), Ecologisti e Reti Civiche, Ecomuseo Borgo La Selva - Casole d'Elsa (Siena), Fabio News, Gas Città Studi (Mi), Gas Cuccagna (Mi), Gruppo Consiliare “Per Comazzo”, Finansol.it, InFormazione InMovimento Legnano-Arese, Intergas Milano (23 gruppi di acquisto solidale), Iscub Istituto di Cultura Bioecologica (Lecce), Kronos Lombardia, Lista Civica Movimento 5 Stelle Desio (Mb), Lista civica Voce alla Città  - Tolentino (Mc), Lista di Cittadinanza per Unaltracittà (Firenze), Liste Civiche Marche, “Lonato in movimento”, Lonato del Garda (Brescia), Lupus in Fabula Fano (Pu), Medicina Democratica - Movimento di Lotta per la Salute onlus sezione di Alessandria, Portale Albanesi.it, Presidio Permanente Contro Pedemontana, Presidio Permanente Martesana, Rete di Salvaguardia del Territorio, Etruria/Tuscia (Viterbo), Sinistra Unita per Carugate, Vento Civico movimento politico - Tolentino (Mc), Wwf Modena onlus, Alex Zanotelli, missionario comboniano, direttore Mosaico di Pace

 

giovedì 16 febbraio 2012

Firma la petizione: Chi decide sui trattati europei e sulle modifiche alla Costituzione ?

E' nell'iter di approvazione un importante trattato europeo che concentra sempre più il potere in alto, in poche mani -quelle stesse che ci hanno portato nella situazione attuale- e che cambia la nostra costituzione.
Vi invitiamo a firmare una petizione per richiedere due referendum in proposito.


Sottoscrivi se la condividi, questa petizione al parlamento italiano e diffondila tra i tuoi contatti
Sui trattati europei e sulle modifiche alla Costituzione chi decide?
Noi vogliamo decidere
- sul Trattato sulla stabilità e la governance dell’Unione economica e monetaria
- sull’articolo 81 della Costituzione
Si stanno assumendo decisioni di vitale importanza per tutti e tutte noi.
I governi dell’Unione Europea stanno varando un nuovo Trattato sulla stabilità e la governance per rendere permanenti i piani di austerità che mirano a tagliare salari, stipendi e pensioni, a manomettere il diritto del lavoro, a privatizzare i beni comuni, e che prevedono addirittura la modifica delle Costituzioni. Con questo Accordo economico i governi, qualunque siano i loro colori politici, devono attuare nelle politiche di bilancio le decisioni del Consiglio europeo, della Commissione europea e della Banca Centrale Europea: la democrazia sarebbe cancellata, il potere sarebbe nelle mani dei mercati finanziari, delle banche, della tecnocrazia.
Il governo Monti non può decidere i nostri destini, i cittadini e le cittadine devono decidere sul Trattato sulla stabilità e la governance.
Il Parlamento italiano sta riscrivendo, per accogliere i diktat dell’Unione Europea, l’articolo 81 della Costituzione per imporre il pareggio di bilancio così da legittimare e rendere intoccabili le politiche liberiste e impedire che le istituzioni pubbliche, dallo Stato ai Comuni, possano intervenire nella gestione dell’economia a salvaguardia degli interessi generali.
Noi cittadini e cittadine, ispirandoci alla saggia massima della giurisprudenza romana “ciò che tocca tutti, da tutti deve essere deciso”, chiediamo di fare svolgere:
1. un referendum popolare di indirizzo – come quello già tenutosi in Italia nel 1989 – sull'Accordo di Unione economica rafforzata;
2. un referendum popolare, rispettando le condizioni previste dall'articolo 138 della Costituzione, sulle modifiche dell'articolo 81 della Carta costituzionale.

 

domenica 12 febbraio 2012

Gattinfesta a Pinerolo da 15 al 19 febbraio 2012

Il 17 febbraio è la festa mondiale in onore del nostro amico felino. Nel Salone dei Cavalieri a Pinerolo dal 15 al 19 febbraio 2012 si svolgerà una settimana "gattara" dedicata al gatto.
Patrocinatori ed organizzatori di questa manifestazione, simpaticamente denominata GATTINFESTA, sono i canili/gattili di Pinerolo e Bibiana. Qui sotto il programma della settimana.
 
 
 

sabato 11 febbraio 2012

PIEMONTE: IL TAR ORDINA A COTA DI FARE IL REFERENDUM CONTRO LA CACCIA

Con Sentenza emessa il 9 febbraio nel Giudizio per ottemperanza il TAR del Piemonte ha ordinato al Presidente della Regione di fissare la data del Referendum regionale contro la caccia, chiesto da 60.000 cittadini ben 25 anni fa, entro 15 giorni dalla notifica della sentenza.
In difetto, ad istanza del Comitato Promotore, sarà il Prefetto a sostituirsi alla Regione in veste di commissario ad acta.
IL REFERENDUM CONTRO LA CACCIA ORA E’ CERTO CHE SI FARA’
La Regione è stata riconosciuta inadempiente e condannata rifondere le spese al Comitato promotore.
"Deve affermarsi che la mancanza di qualsiasi risposta da parte della Regione alle richieste volte dai ricorrenti di far ripartire il procedimento e l’omessa comunicazione di qualsiasi informazione al riguardo rappresentano un’ inottemperanza al giudicato della sentenza della Corte d’Appello che ha riconosciuto la sussistenza del diritto soggettivo pubblico alla prosecuzione del processo referendario" scrivono i giudici del TAR.
Entro il mese di febbraio conosceremo la data del referendum che si svolgerà in una domenica tra il 15 aprile e il 15 giugno.
"Il tempo dei trucchi e degli inganni è finito. Dopo 25 anni di sospensione dei diritti democratici nella nostra regione operata dalla casta che ci governa, la democrazia potrà riprende il suo corso. Il Consiglio regionale accantoni il tentativo di modificare la legge sulla caccia a favore di una minoranza (i cacciatori) e si rimetta alla volontà dei cittadini che col referendum esprimeranno il loro pensiero sull’argomento.
Chi per 25 anni ha impedito il voto popolare tragga le dovute conseguenze da questa sentenza
" ha dichiarato Roberto Piana del Comitato promotore. ha dichiarato Roberto Piana del Comitato promotore.
Per il Comitato promotore Roberto Piana - Piero Belletti

Aderiscono al Comitato: Agire Ora, APDA, CIPRA Italia, ENPA, Federazione dei Verdi, Gruppi Consiliari Regione Piemonte Federazione Sinistra Europea, Insieme per Breso, Italia dei Valori, Sinistra Ecologia e Libertà, La Pulce, LIDA, Mountain Wilderness, Movimento 5 Stelle, No alla caccia, OIPA, Teatro Zeta, Terra Boschi Gente e Memorie, Terra del Fuoco, VegFestival


domenica 5 febbraio 2012

Nestlè sotto processo : avrebbe spiato gli attivisti di Attac


La multinazionale svizzera avrebbe incaricato una società privata di spiare gli attivisti che stavano preparando un libro denuncia. Almeno due agenti sarebbero stati infiltrati nel gruppo, fornendo rapporti riservati. Il processo ricomincia a Losanna, le udienze sono aperte al pubblico.
Un`irrepetibile occasione per conoscere il modus operandi di Nestlé. Il 25 gennaio la multinazionale Nestlé e l`azienda di sicurezza privata Securitas si sono presentate in tribunale a Losanna, per difendersi dall`accusa di aver spiato il movimento "no-global” ATTAC. Questo processo, rimandato da lungo tempo, svelerà finalmente il segreto calato su questo scandalo.

Nestlé e Securitas sono accusate di sorveglianza illegale e violazione della privacy dei membri di ATTAC. Il procedimento è iniziato dopo che la Televisione della Svizzera Romanda rivelò - il 12 giugno 2008 - che un gruppo di attivisti del Canton Vaud, che stavano lavorando a un libro su Nestlé, è stato infiltrato e spiato da un addetto di Securitas su mandato della multinazionale svizzera.

La donna si inserì nel 2003 nel gruppo di attivisti usando il falso nome "Sara Meylan”. Partecipò agli incontri, anche a casa dei membri del gruppo, e ottenne accesso a informazioni interne, tra cui le ricerche degli autori del futuro libro, le loro fonti, i contatti in Svizzera e all`estero.
Nel settembre 2008, gli attivisti denunciarono ai magistrati un`altra spia di Securitas, attiva in ATTAC dal 2008, questa volta col suo vero nome. La difesa affermava che l`attività di spionaggio era terminata nel giugno 2004.

Quando fu scoperto un secondo agente segreto, la compagnia affermò che non aveva più prodotto rapporti confidenziali per Securitas e Nestlé dal 2005.

Il procedimento fu sospeso il 29 luglio 2009 dopo un problema nelle indagini. Occorreva far luce su tre anni di attività coperta, dal 2005 al 2008. Adesso il processo riprende. Le udienze sono aperte al pubblico e sono un`irripetibile occasione per conoscere le modalità operative della grande multinazionale.