[ Articolo tratto da Vita.it] I temi del grande vertice sulla sostenibilità svelati dal Guardian.
Sicurezza alimentare, acqua, energia, green economy e inclusione sociale.
E poi ancora tutela dei mari e degli oceani, degli Stati insulari,
particolarmente vulnerabili, cambiamento climatico, foreste e finanza
etica. All'ordine del giorno di Rio +20,
la conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile che si
svolgerà in Brasile dal 20 al 22 giugno, c'è tutto questo e molto altro.
A differenza di quanto accadde nel 1992, questa voltà non ci sarà una
carta ufficiale su cui tutti i partecipanti al summit dovranno
convergere, ma l'ordine del giorno elenca quali sono le priorità
individuate dalle Nazioni Unite. Si tratta, però, di proposte non
vincolanti, ma suggerimenti sui quali i Paesi sono invitati a
confrontarsi allo scopo di giungere a un accordo comune che diventi
vincolante per il 2015.
Nella bozza dell'ordine del giorno pubblicata sul sito del "The Guardian" e datata 10 gennaio 2012 si parte dal sostegno alla produzione agroalimentare locale, con l'invito a diminuire gli sprechi
in tutta la filiera e tutelare, in modo particolare, donne, bambini e
giovani imprenditori attivi nel settore. Il documento auspica l'adozione
di sistemi commerciali più trasparenti e aperti, in grado di
contribuire alla stabilità dei prezzi e garantire l'accesso ai beni
comuni (acqua e terra).
Per quanto riguarda l'acqua, viene sancito il diritto all'accesso a risorse idriche pulite e sicure,
indispensabili per lo sviluppo, e si accenna alla gestione delle acque
reflue (domestiche, industriali e agricole) cperchè si trasformino in
risorsa. In questo senso il documento rinnova l'impegno assunto nel
piano di attuazione di Johannesburg (JPOI) riguardo allo sviluppo e
all'attuazione di piani integrati per l'efficienza idrica.
Sul tema 'energià, il documento appoggia il programma "Sustainable energy for all" delle Nazioni Unite con l'obiettivo di garantire, entro il 2030, l'accesso universale a servizi energetici moderni,
sia per il consumo che per la produzione, aumentando l'efficienza a
tutti i livelli e raddoppianto la quota di rinnovabili nel mix
energetico globale.
La transizione verso un'economia verde può creare posti di lavoro, contribuendo a combattere la povertà:
per questo, il documento invita a investire in opere pubbliche in grado
di valorizzare l'agricoltura familiare ed ecologica, i sistemi di
produzione biologica, la gestione forestale sostenibile, l'uso razionale
della biodiversità a fini economici, nuovi mercati legati alle fonti
rinnovabili.
L'Onu chiederà ai partecipanti di adottare le seguenti misure:
integrare le statistiche economiche nazionali con i dati relativi ai
posti di lavoro 'green'; promuovere programmi formativi dedicati ai
green jobs; creare le premesse per dare vita ad ambienti favorevoli alla
creazione di posti di lavoro solidi e dignitosi nell'ambito delle
imprese private che investono nella green economy.
A Rio +20 si darà spazio alla tutela dei mari e degli oceani,
fondamentali per lo sviluppo, riconoscendo il ruolo economico, sociale e
ambientale dellle barriere coralline e la loro importanza per gli Stati
insulari e costieri. A tutti i Paesi verrà chiesto di attuare il
programma "Actionfor the Protection of the Marine Environment from Land
-based Activities", di sviluppare un piano d'azione globale per
combattere l'inquinamento marinio e di attuare una rete internazionale
di osservazione sull'acidificazione degli oceani. Nell'ordine del
giorno si legge che "nonostante l'accordo per ripristinare le riserve
ittiche mondiali, riportandole a livelli sostenibili entro il 2015,
molte di queste continuano ad essere sfruttate a livelli sempre più
insostenibili. Chiediamo a tuitti gli Stati di impegnarsi di nuovo a
mantenere o riportare le riserve ittiche esaurite a livelli sostenibili e
attuare su base scientifica i piani di gestione per ricostruire le
scorte entro il 2015". Allo stesso scopo, il documento esorta gli Stati a
combattere la pesca illegale, adottando strumenti efficaci nel rispetto
del diritto internazionale. E sempre a proposito di mari e
oceani, i riflettori sono puntati sui piccoli Stati insulari in via di
sviluppo e sulla loro vulnerabilità. La situazione di questi paesi, si
legge nel documento, "è andata peggiornado negli ultimi 20 anni a causa
di una maggiore esposizione alle conseguenze del cambiamento climatico".
Per loro, il documento invoca più aiuti e convoca la terza Conferenza
internazionale per lo sviluppo sostenibile di piccoli Stati insulari nel
2014.
"Il cambiamento climatico rappresenta una delle maggiori sfide del nostro tempo".
Anche l'ordine del giorno di Rio +20 non ha dubbi su questo, e ogni
punto elencato nel documento converge verso l'obiettivo di migliorare la
situazione.
Non poteva quindi mancare uno spunto di riflessione dedicato alle sostanze chimiche,
chiedendo a tutti i Paesi di prestare particolare attenzione nel loro
utilizzo e nello smaltimento. A questo scopo, si auspica un
rafforzamento delle convenzioni già esistenti sul tema (Basel,
Rotterdam, Stoccolma) e una presa di posizione decisa per arginare la
preoccupante presenza di rifiuti elletronici e materie plastiche in
mare.
A Rio +20 verrà inoltre chiesto l'adempimento a tutti gli impegni ufficiali presi per i programmi di cooperazione allo sviluppo,
per raggiungere l'obiettivo dello 0,7 per cento del prodotto nazionale
lordo da devolvere a programmi di assistenza allo sviluppo dei Paesi
meno ricchi entro il 2015.
Nessun commento:
Posta un commento