domenica 28 marzo 2010

Seconda conferenza internazionale sulla decrescita a Barcellona


[Da Carta] L'Università autonoma di Barcellona dal 26 al 29 marzo accoglie centinaia di ricercatori e movimenti sociali da tutto il mondo. Alla seconda conferenza internazionale sulla decrescita. Per seguire la conferenza in streaming on line: http://www.degrowth.eu/v1/index.php?id=111
Sono sempre più numerose le conferenze e le ricerche sull’argomento, oltre ai dibattiti politici e sulla stampa.
Eppure, che ci si creda o no, ci sono ancora delle voci a sostegno dell’aumento dei consumi e della produzione nel nord del mondo. Nel migliore dei casi queste voci tentano di presentarlo come «crescita verde», dato che criticare il Pil è diventata quasi una «moda». Finalmente abbiamo capito che esiste qualcos’altro oltre al Pil.
Ma la decrescita non significa soltanto superamento del Pil: significa riconoscere che c’è qualcosa oltre al denaro, oltre all’onnipresenza del mercato e dello scambio commerciale nelle nostre relazioni, che c’è qualcos’altro oltre all’essere meri consumatori e produttori, qualcos’altro oltre la società industriale. Lo sfruttamento delle risorse e degli esseri umani può davvero decrescere. Tuttavia, per provare che la decrescita è possibile, che possiamo davvero fare qualcosa che non sia continuare a veleggiare verso la catastrofe economica, sociale ed ecologica, dobbiamo affrontare gli aspetti pratici della decrescita.
Per questo la lista dei temi che verranno affrontati dai gruppi di lavoro parla da sola e ovviamente si tratta di una sfida enorme.  È chiaro che dobbiamo emanciparci dal pensiero economicistico e sfidare i mercati globalizzati ma allo stesso tempo abbiamo bisogno di mercati agricoli locali e di un qualche tipo di economie locali aperte. Dobbiamo fare di meno e fare molto in modo diverso. Per questa ragione la decrescita non è solo una transizione ma una trasformazione.
Intorno a questi temi, nasce la seconda conferenza sulla decrescita di Barcellona. Si tratta di una conferenza speciale con discorsi su argomenti fondamentali, arte e dibattiti. La conferenza di Barcellona farà il punto, dopo la prima conferenza internazionale sulla decrescita, realizzata a Parigi nel 2008, sulla possibilità di avviare percorsi di un'economia della decrescita a partire già da oggi. Il tema, come sappiamo, è ampio, articolato e complesso ma si sta diffondendo ormai un clima positivo che coinvolge molti autorevoli economisti, anche di formazione classica, oltre, ovviamente a tantissimi studiosi di ecologia, scienze del sistema Terra ecc. che cercano di costituire una rete capace, con analisi chiare e documentate e proposte concrete, di dimostrare l'impossibilità di proseguire sul meccanismo di crescita che sinora stiamo seguendo.

Per conoscere le conclusoni della conferenza abbiamo invitato giovedi 15 Aprile alle ore 21 a Stranamore Pinerolo Marco Deriu partecipante e relatore alla conferenza di Barcellona  autore con altri del documento: Rigenerazioni - Proposta per un soggetto politico non elettorale - consultabile sul sito: http://www.decrescita.it/

Info Conferenza:
- Web Conferenza: http://www.degrowth.eu/
Info sulla Teoria della Decrescita:
La felicitá con meno, intervista a Serge Latouche: http://www.decrescitafelice.it/?p=66
Rete per la decrescita serena, pacifica e solidale: http://www.decrescita.it/

Video:

Conferenza con Serge Latouche

Video di Ascanio Celestini sul PIL



venerdì 26 marzo 2010

Elezioni regionali: richieste del WWF Italia e mappa delle emergenze ambientali

[Da sito WWF Piemonte] Quanto ‘pesa’ il fattore A di ambiente nelle politiche dei futuri governatori regionali? Il WWF Italia lo ha chiesto in tutte le 13 regioni che vanno al voto, e quindi anche in Piemonte, con proprie proposte ai candidati governatori degli opposti schieramenti sulle emergenze ambientali e sul ruolo che le Regioni possono svolgere per fare in modo che nella nuova legislatura ci siano segnali chiari di un impegno concreto in difesa dell’ambiente, del paesaggio, del territorio.
Dalle richieste specifiche emerge, infatti, un “Decalogo dell’Ambiente” con temi comuni a tutto il territorio e una “Mappa delle emergenze ambientali” di ciascuna regione come il recupero di cave, l’istituzione di parchi, interventi strutturali per il trasporto, la revisione di opere a forte impatto ambientale, piani di azione per la biodiversità, permessi di estrazione petrolifera, normative specifiche sulla tutela delle coste, impianti di recupero rifiuti, etc.
"Mai come in questo momento di ripetute crisi ambientali è fondamentale il ruolo delle Regioni- ha dichiarato Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia -. Eppure c’è ancora una sproporzione tra le competenze attribuite alle Regioni in materia ambientale e le risorse messe a disposizione. Infatti queste spendono oggi per l’ambiente in media 75 euro l’anno pro capite, una cifra che complessivamente è pari a solo lo 0,31 per cento del PIL (poco più di 2,4 miliardi di euro: il 64% destinato alla difesa dell’ambiente, il 36% a gestire le risorse naturali, fonte ISTAT).
Eppure il Titolo V della Costituzione, pur riservando la tutela dell’ambiente alla competenza esclusiva dello Stato, vede un importante ruolo delle Regioni nella materia concorrente del governo del territorio, tutela del paesaggio, gestione delle aree protette regionali e della Rete Natura 2000, oltre che in settori economici tradizionali, quali quelli industriale, agricolo e turistico.
Il nostro appello, lanciato proprio nell’Anno della Biodiversità è di investire nella difesa della natura, ripartendo da un tema che accomuna tutti i cittadini, perché salvare l’ambiente vuol dire tutela della salute, investimenti per lanciare seriamente la green-economy, futuro garantito alle nuove generazioni”.

sabato 20 marzo 2010

Nuclear Lifestyle

Sai cosa ti aspetta con il ritorno del nucleare in Italia? Rispondi al quiz qui sotto. E, nel dubbio, firma l'appello contro il nucleare da inviare ai candidati alla Presidenza delle Regioni: al di là dei pericoli, è anche una energia sorpassata e costosa. (by GreenPeace)

lunedì 15 marzo 2010

C’era una volta l’articolo 18

Il Senato ha approvato il disegno di legge n. 1167-B, e già oggi potrebbe diventare legge essendo già passato alla Camera. Si tratta della più sconvolgente riforma di sempre in tema di Diritto del Lavoro.

Peggiore della riforma Biagi, degli interventi in favore della precarietà, dell'abolizione della scala mobile. La peggiore di tutti i tempi. Questo Governo non ha mai fatto mistero di non sopportare l'intrusione della magistratura nel suo operato e ha sempre visto i Giudici come intralcio ai propri affari. E questa mentalità aziendalista che ha sin dall'inizio disegnato la traiettoria politica dell'attuale maggioranza oggi tocca il suo culmine con questa aberrante e incivile riforma.
Il lavoro senza giustizia. Di cosa si tratta? Il disegno di legge introduce una "possibilità" quale è quella per le parti di inserire nel contratto individuale di lavoro una clausola "compromissoria" in forza della quale, in caso di controversie di lavoro, non sarà più possibile rivolgersi a un Giudice per la risoluzione della stessa ma ad un collegio arbitrale. E' preclusa, cioè, la possibilità di adire il Tribunale per tutti quei lavoratori che accetteranno quella clausola. Sappiamo bene che anche quei pochi che si accorgeranno dell'esistenza di questa clausola e, tra questi, quei pochissimi che ne comprenderanno il significato, saranno costretti ad accettarla perché quella firma su quel foglio equivale a uno stipendio e quindi a un reddito. Quindi stiamo parlando di una riforma che riguarderà tutti quanti, essendo prevedibile che per i contratti in corso si dia vita a una campagna di adesione al nuovo modello contrattuale a tutti i livelli.
Quali siano le ricadute sul già fragile impianto del nostro ordinamento giuslavoristico è facile intuirlo. Quella che è da sempre stata la parte debole del rapporto di lavoro, e cioè il lavoratore, sarà posto nelle condizioni di accettare sempre e comunque qualsiasi vessazione semplicemente perché, pur essendo astrattamente previsto un rimedio dalla legge, dal Codice Civile, dal Contratto Collettivo di Lavoro, questo non è azionabile nei termini che abbiamo conosciuto sino a oggi e cioè mediante una azione giudiziale in piena regola. Per agire si deve ricorrere agli arbitri. Ma chi sono questi arbitri?
Il comma 1 dell'art. 31 del DDL rende il tentativo di conciliazione presso la Direzione Provinciale del Lavoro non più obbligatorio ma facoltativo. Inoltre come abbiamo detto, le parti contrattuali in teoria "possono" ma in pratica pattuiranno "sicuramente" le clausole compomissorie che saranno valide solo ove sia previsto (e sarà sempre previsto) da accordi interconfederali o CCNL (Commissione di Certificazione Nazionale del Lavoro, ndr.). Le commissioni di certificazione, poi, accerteranno sempre e comunque la volontà delle parti di devolvere ad arbitri la controversia. Ed ecco che il lavoratore non ha più un giudice al quale rivolgersi, un Tribunale al quale far decidere il suo destino. Il suo destino è in mano a degli arbitri.
Ma chi diavolo sono questi arbitri? Tra poco ci arrivo.
Ecco il comma 10 dell'art. 31: "Gli organi di certificazione di cui all'articolo 76 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, e successive modificazioni, possono istituire camere arbitrali per la definizione, ai sensi dell'articolo 808-ter del codice di procedura civile, delle controversie nelle materie di cui all'articolo 409 del medesimo codice e all'articolo 63, comma 1, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. Le commissioni di cui al citato articolo 76 del decreto legislativo n. 276 del 2003, e successive modificazioni, possono concludere convenzioni con le quali prevedano la costituzione di camere arbitrali unitarie. Si applica, in quanto compatibile, l'articolo 412, commi terzo e quarto, del codice di procedura civile".
Allora vediamolo questo art. 76 della riforma Biagi rubricato "Organi di certificazione": "1. Sono organi abilitati alla certificazione dei contratti di lavoro le commissioni di certificazione istituite presso: a) gli enti bilaterali costituiti nell'ambito territoriale di riferimento ovvero a livello nazionale quando la commissione di certificazione sia costituita nell'ambito di organismi bilaterali a competenza nazionale; b) le Direzioni provinciali del lavoro e le province, secondo quanto stabilito da apposito decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali entro sessanta giorni dalla entrata in vigore del presente decreto; c) le università pubbliche e private, comprese le Fondazioni universitarie, registrate nell'albo di cui al comma 2, esclusivamente nell'ambito di rapporti di collaborazione e consulenza attivati con docenti di diritto del lavoro di ruolo ai sensi dell'articolo 66 del decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n. 382. 2. Per essere abilitate alla certificazione ai sensi del comma 1, le università sono tenute a registrarsi presso un apposito albo istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali con apposito decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministro dell'istruzione, della università e della ricerca. Per ottenere la registrazione le università sono tenute a inviare, all'atto della registrazione e ogni sei mesi, studi ed elaborati contenenti indici e criteri giurisprudenziali di qualificazione dei contratti di lavoro con riferimento a tipologie di lavoro indicate dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali. 3. Le commissioni istituite ai sensi dei commi che precedono possono concludere convenzioni con le quali prevedano la costituzione di una commissione unitaria di certificazione."
Bene, quindi sappiamo tra le grinfie di chi finiranno i lavoratori, a chi andranno a chiedere "giustizia" in caso di controversia con il datori di lavoro. Voi, immagino, a questo punto vi starete chiedendo: va bene la Direzione Provinciale del Lavoro, va bene l'Università ma cosa sono gli "enti bilaterali? Presto detto: sono enti di derivazione contrattuale, in quanto istituiti e inseriti, con accordo tra le parti sociali (associazione sindacali dei datori di lavoro ed associazione sindacali dei lavoratori), nei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro. Sono Cgil, Cisl, Uil, Confindustria, Confartigianato, etc. etc... Sono i sindacati dei lavoratori comparativamente più rappresentativi e le associazioni di categoria dei datori di lavoro. Ecco cosa sono. Ecco chi giudicherà. Ecco chi si sostituirà ai Giudici.
L'arbitrato funziona quasi come un giudizio vero e proprio perché dinanzi agli arbitri, che a differenza dei Giudici vanno pagati (e anche prima di iniziare l'arbitrato), si svolge l'istruttoria e, alla fine, i medesimi pronunciano una decisione che si chiama "lodo". Il famoso "lodo arbitrale". Ma perché questa novità, perché questo incredibile cambiamento? E a chi giova? Chi ci guadagna e chi ci perde?
Posso cominciare a rispondere a queste stimolanti domande dicendo che se questa riforma passa (e visto che sarà posta la fiducia passa di sicuro) possiamo tranquillamente smettere di lottare per conquistare diritti perché quei diritti non avranno più le gambe. Avete notato che non si è più insediato l'art. 18 dello Statuto dei lavoratori, non si è più intervenuti sul mercato del lavoro con norme che favorissero ulteriormente (anche perché peggio di così...) la flessibilità e la precarietà, non si sono più minacciati i diritti che ancora residuavano dalle lotte degli anni '60 e '70. No. Si è scavato intorno fino a concepire questa malefica riforma, subdola quanto silenziosa. Si è tolto ai lavoratori il diritto di agire per la tutela di quei diritti, il che è ancora peggio. Questo indebolirà sicuramente ancora di più la forza contrattuale dei lavoratori aumentando la pressione dei datori che potranno spremere ancor di più la forza lavoro a disposizioni senza temere conseguenze. Sì, perché in quella sede il padrone non parla con un Giudice terzo e imparziale, ma con un collegio misto di sindacalisti e amici sodali di categoria con i quali ha imparato in questi ultimi anni a rapportarsi attraverso il linguaggio della modulazione, dell'armonizzazione, della concertazione i cui risultati i lavoratori conoscono perfettamente.
Ecco a chi giova questa riforma: ai padroni e ai sindacati maggiormente rappresentativi che ottengono ciò che volevano: la gestione completa dei lavoratori, dall'assunzione al licenziamento. Questo significa che firmeranno accordi e contratti sempre più al ribasso contenenti clausole compromissorie per poi assisterli nelle lite contro il datori di lavoro e infine per giudicarli insieme a quest'ultimo secondo il comune e concertativo prudente apprezzamento cerchiobottista.
Se così non fosse, e allora dovrò assolutamente chiedere scusa a tutti, il problema non sussiste perché basterà che i sindacati maggiormente rappresentativi sul piano nazionale si rifiutino di inserire la clausola compromissoria negli accordi collettivi per rendere inoperante e nulla questa riforma. Se però questo non avviene mi sa che ho ragione io.
Per non parlare, poi, del fatto che ad assisterli non sarà necessariamente un avvocato, perché sarà sufficiente un sindacalista a rappresentarli nell'arbitrato. Qualcuno si è posto il problema se questa sarà una diminuzione ulteriori delle garanzie del lavoratore? Credo di no.
Da ultimo mi preme sottolineare, prima di fare un breve accenno all'altra riforma contenuta in questo DDL, come sia del tutto inconcepibile che nessuno si indigni di fronte a questo nefasto scenario, che in pochissimi ne parlino e che non ci sia alcuna mobilitazione in tal senso. Anche questo risponde alla domanda: chi ci guadagna?
Veniamo, infine, all'art. 34 del DDL 1167-B che, al comma 5 recita "5. Nei casi di conversione del contratto a tempo determinato, il giudice condanna il datore di lavoro al risarcimento del lavoratore stabilendo un'indennità onnicomprensiva nella misura compresa tra un minimo di 2,5 ed un massimo di 12 mensilità dell'ultima retribuzione globale di fatto, avuto riguardo ai criteri indicati nell'articolo 8 della legge 15 luglio 1966, n. 604.". In breve, significa che se il contratto a termine è nullo e cioè deve essere convertito in contratto a tempo indeterminato, il Giudice non potrà condannare il datore di lavoro ad un risarcimento superiore a 12 mensilità anche nel caso in cui, ad esempio, la causa finisca due anni dopo l'estinzione dichiarata conseguentemente inefficace del rapporti di lavoro. Inutile ricordare a tutti che una noma come questa, precedentemente proposta, è stata dichiarata incostituzionale e che oggi viene nuovamente inserita in un testo normativo.
Quello che è evidente, e questo DDL è pieno di riferimenti a limitazioni di questi tipo, è l'intento del Governo di togliere al Giudice qualsiasi potere in ordine alla gestione del personale da parte delle Aziende e quindi di sottrarre alla giustizia il diritto del lavoro che quindi, con il placet dei sindacati, semplicemente sparisce. Non c'è più. Si torna al fascismo con le camere delle corporazioni che decidono sui lavoratori. Almeno completassero l'opera e introducessero il sabato fascista di riposo così, almeno, i lavoratori ci guadagnerebbero qualcosa.
Ciò che più preoccupa è la direttrice di questa linea politica aziendalista: tutto quello che ostacola l'aumento dei profitti deve essere eliminato. In questo caso, la giustizia che con le sue sentenza a favore dei lavoratori ci fa perdere tempo e soldi.
Vi faccio solo una domanda e poi per adesso la finisco qui: ma se su questa riforma terrificante non scendono in piazza tutti quanti, lavoratori, studenti, pensionati, in quale assurdo paese ci stiamo trovando a vivere? Io, francamente, un paese così incredibilmente ingiusto e allo stesso tempo così assurdamente silenzioso comincio a non sopportarlo più.
Marco Guercio, coordinatore nazionale Retelegale.net [articolo tratto da Pisa notizie e Rees Marche ]

sabato 13 marzo 2010

20 marzo 2010. Manifestazione nazionale acqua pubblica.

Insieme, donne e uomini appartenenti a comitati territoriali e associazioni, forze culturali e religiose, sindacali e politiche, abbiamo contrastato i processi di privatizzazione dell'acqua portati avanti in questi anni dalle politiche governative e in tutti i territori.
Insieme abbiamo costituito il Forum italiano dei movimenti per l'acqua e raccolto più di 400.000 firme a sostegno di una proposta di legge di iniziativa popolare per la tutela, il governo e la gestione pubblica dell'acqua.
Mentre la nostra proposta di legge d'iniziativa popolare giace nei cassetti delle commissioni parlamentari, l'attuale Governo ha impresso un'ulteriore pesante accelerazione, approvando, nonostante l'indignazione generale, leggi che consegnano l'acqua ai privati e alle multinazionali (art. 23bis,integrato dall' art. 15-decreto Ronchi).
Non abbiamo alcuna intenzione di permetterglielo.
La nostra esperienza collettiva, plurale e partecipativa e' il segno più evidente di una realtà vasta e diffusa, di un movimento vero e radicato nei territori, che ha costruito consapevolezza collettiva e capacità di mobilitazione, sensibilizzazione sociale e proposte alternative.
Chiamiamo tutte e tutti ad una manifestazione nazionale a Roma sabato 20 marzo, per bloccare le politiche di privatizzazione dell'acqua, per riaffermarne il valore di bene comune e diritto umano universale, per rivendicarne una gestione pubblica e partecipativa, per chiedere l'approvazione della nostra legge d'iniziativa popolare, per dire tutte e tutti assieme "L'acqua fuori dal mercato!".
Nella nostra esperienza di movimenti per l'acqua, ci siamo sempre mossi con la consapevolezza che quanto si vuole imporre sull'acqua e in ciascun territorio è solo un tassello di un quadro molto più ampio che riguarda tutti i beni comuni, attraversa l'intero pianeta e vuol mettere sul mercato la vita delle persone.
La perdurante crisi economica, ambientale, alimentare e di democrazia, è la testimonianza dell'insostenibilità dell'attuale modello di produzione, consumi e vita.
Il recente fallimento del summit ONU di Copenaghen è solo l'ultimo esempio dell'inadeguatezza delle politiche liberiste e mercantili, incapaci di rispondere ai diritti e ai bisogni dell'umanità.
Se il mercato ha prodotto l'esasperazione delle diseguaglianze sociali, la cronicità della devastazione ambientale e climatica, la drammaticità di grandi migrazioni di massa, non può essere lo stesso mercato a porvi rimedio.
Analogamente alle battaglie sull'acqua, in questi anni e in moltissimi territori, sono nate decine di altre resistenze in difesa dei beni comuni.
Significative mobilitazioni popolari, capaci di proposte alternative nel segno della democrazia condivisa, stanno tenacemente contrastando la politica delle "grandi opere" devastatrici dei territori, una gestione dei rifiuti legata al business dell'incenerimento, un modello energetico dissipatorio e autoritario, basato su impianti nocivi ed ora anche sul nucleare.
Rappresentano esperienze, culture e storie anche molto diverse fra loro, ma ugualmente accomunate dalla voglia di trasformare questo insostenibile modello sociale, difendendo i beni comuni contro la mercificazione, la salute contro tutte le nocività, i territori contro le devastazioni ambientali.
Chiamiamo tutte queste realtà a costruire assieme la manifestazione nazionale di sabato 20 marzo.
Ciascuna con la propria esperienza e specificità, ciascuna con la propria ricchezza e capacità.
Pensiamo che la manifestazione, oltre ad essere un importante ed unificante momento di lotta, ponga con ntelligenza e determinazione la questione della democrazia partecipativa, ovvero l'inalienabile diritto di tutte/i a decidere e a partecipare alla gestione dell'acqua e dei beni comuni, del territorio e dell'energia, della salute e del benessere sociale.
Consapevoli delle nostre differenze, accomunati dal medesimo desiderio di un altro mondo possibile.
FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L'ACQUA
http://www.acquabenecomune.org/

Per chi  volesse partecipare alla manifestazione a Roma: da Torino verrà organizzato un pullman (partenza venerdi sera), rivolgersi a Mariangela del Comitato: info@acquapubblicatorino.org Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. oppure cell 347 9443758. Il prezzo indicativo sarà sui 45 euro (forse meno a seconda delle risorse disponibili del Comitato).

Fa' la cosa giusta! MILANO 2010

 

venerdì 12 marzo 2010

Uova di Pasqua solidali

Al GAS, durante la distribuzione degli altri prodotti, sarà presente in questo periodo, un banchetto di  vendita di uova pasquali allestito dall'ANFFAS di Pinerolo (ANFFAS Valli Pinerolesi Onlus). Le uova di Pasqua, sono prodotte su commissione da una ditta di Serravalle Scrivia (AL) e vengono confezionate con il logo dell'ANFFAS. La distribuzione viene gestita direttamente da alcuni soci nei luoghi di lavoro, a conoscenti e amici,  allestendo "banchetti" in giro per Pinerolo e in altri comuni del pinerolese (davanti alle chiese, sotto i portici, ecc.). Il ricavato serve per finanziare le diverse attività dell'associazione, ed è servito in passato anche a ristrutturare la nuova sede  in Viale della Rimembranza 63 a Pinerolo (Tel. 0121.398733 - Fax. 1782251586 e_mail: anffas.vp@tiscali.it).

L'ANFFAS è una associazione che a vari livelli si propone di:
• promuovere e tutelare i diritti dei disabili intellettivi e relazionali e delle loro famiglie;
• operare per rendere concreti i principi delle pari opportunità, della non discriminazione dei disabili intellettivi e relazionali e di quanti tutelano i loro diritti;
• avversare qualsiasi princìpio etico, religioso, giuridico o normativo che possa ridurre o eliminare la libertà ed i diritti dei disabili e delle loro famiglie.
Essa è costituita da familiari di persone con disabilità intellettiva e relazionale e da soci amici che aderiscono e condividono i fini sociali.
Per maggiori informazioni consultare il sito http://www.anffas.net/
In ogni caso se siete interessati alle uova pasquali  o alle attività della associazione potete contattare: Patrizia 3332960697 o Mario 3338270862

giovedì 11 marzo 2010

Auguri ad Alessandra

Auguri ad Alessandra la nostra "stagista" che si è Laureata con ottimi voti discutendo la tesi preparata sul nostro Gruppo di Acquisto Solidale. L'attendiamo al più presto per festeggiare la laurea e per sentire alla riunione generale del GAS la presentazione della tesi.     Ti aspettiamo per scegliere un Logo grafico del GAS tra i vari che ci hai preparato.  Grazie ancora e complimenti Alessandra.

lunedì 8 marzo 2010

L'ora della terra - 27 marzo 2010 ore 20,30

Il 27 marzo dalle 20.30 il WWF  indice l'evento – L’ora della Terra.
In tutto il pianeta si spegneranno le luci per un’ora. Monumenti, palazzi, negozi, appartamenti, Comunità, scuole, singole case. Milioni di persone ai poli opposti del Pianeta, uniti in un coro per il 4° anno consecutivo, spegnendo le luci per un’ora, diranno in un gesto che stili di vita all’insegna del risparmio energetico e dell’efficienza  sono a portata di mano. 
Sono tutti invitati a partecipare cittadini, comunità, città grandi e piccole, aziende, istituzioni, per ricordare che vincere il riscaldamento globale è una sfida non procrastinabile. 
Il WWF ricorda che l'appuntamento planetario quest’anno ha un significato ancora più forte: è il nostro modo per dire ai potenti che dopo il deludente vertice di Copenhagen noi non molliamo. "Continueremo a chiedere un accordo globale sul clima efficace e vero."
Se vivi su questo pianeta, non puoi mancare. Clicca qui 


venerdì 5 marzo 2010

Verbale riunione GAS 3 marzo 2010

Mercoledì 3/3/10 ore 21 si è riunito il Gas Pinerolo Stranamore. Erano presenti più di venti persone.
Ospiti due produttori della zona e Banca Etica.

1) Il sig Merlo, della Cascina dei Conti, di Osasco, ha presentato la sua attività di agricoltore: da circa un anno sta riconvertendo ad agricoltura biologica i suoi terreni, iniziando con la coltivazione di mais, farro e grano saraceno. Ha scelto varietà antiche, di bassa resa, ma di alta qualità nutrizionale e culinaria; si tratta del mais pignoletto, del piccolo farro e del grano saraceno; il mais nero è ancora in sperimentazione.
Attualmente ha disponibile farina di mais, farina misto mais-grano saraceno, gallette di mais, farina di farro. Ha recuperato un mulino originale a pietra e quindi macina in proprio. Macina anche farina di castagne (produttori della Val Pellice). Invierà presto al Gas il listino e la presentazione dei suoi prodotti. Probabilmente riceverà direttamente gli ordini e proporrà modalità di consegna.

2) Il sig. Colucci, di Piossasco, ha presentato la sua azienda agricola, che è costituita da terreni a Piossasco ed in Basilicata, nell'alto Materano. Questi ultimi erano della famiglia, non più coltivati da tempo ed ora recuperati. E' terra votata a grano ed ulivo. Ha scelto una antica varietà di grano duro di alta qualità alimentare, Senatore Cappelli. Il grano viene molinato ad Altamura e trasformato in pasta nel Materano, quindi una filiera corta.
L'azienda è certificata Bio e fa parte della coop. Frutto Permesso, a cui fornisce anche miele ed olio. Il miele viene da Piossasco, l'olio dalla Basilicata. Anche il Sig. Colucci invierà listino e proposte d'ordine al Gas e probabilmente gestirà direttamente.

Per entrambi sarebbe comunque utile avere un referente, almeno come riferimento per i contatti e per la distribuzione.

3) Bando Regionale per i GAS e filiera corta: siamo riusciti (in tempo) a presentare la domanda di partecipazione, gli accordi con i produttori (Azienda agricola biologica Buffa, Azienda Agricola Favè, Cascina Gardiol, Associazione Aliseo Cascina Nuova) ed il progetto. La documentazione è stata inviata il giovedì 25/2 ed è già arrivata la ricevuta della raccomandata, entro 45 giorni dovrebbe arrivare una risposta dalla Regione.
Il progetto discusso e presentato, oltre a un contributo economico per i locali che usiamo, prevede:
-creazione di un sito del Gas, con installazione programma per gli ordini Gestigas
-organizzazione di 8 incontri su agricoltura bio, filiera corta, ecc...
-acquisto di un videoproiettore
-acquisto di carta e di materiale per informazione
Il contributo potrebbe essere di circa 5000euro (vedremo, i 4 referenti per il bando, ci terranno informati sugli eventuali sviluppi).
4) Viene data in visione una bozza di questionario per i partecipanti al Gas; chi ha proposte in merito può presentarle nel prossimo incontro di Aprile.

5) Viene confermato che sono disponibili circa 2 quintali di patate di Elva, agricoltura montana tradizionale, varietà Bintje, confezionate in sacchi da kg10. Ci sono prospettive anche per il prossimo anno, se si è interessati. Partirà nei prossimi giorni l'apertura ordine.
6) Proposta di riapertura ordine riso, Cascine Orsine, probabilmente fra qualche settimana.

7) Banca Etica, presenta attraverso un socio, il Sig. Ferro, la sua attività ed i suoi principi di riferimento. Breve riassunto:
E' una banca nata per il finanziamento del terzo settore (No profit, coop). I soci sono persone fisiche ed Enti, possiedono azioni della banca, che non sono quotate in borsa. L'Arci è socio fondatore. E' una banca di persone. I soci del Pinerolese sono 213 e costituiscono un gruppo di partecipazione. C'è un comitato etico per la valutazione dei finanziamenti e dei prodotti. La banca gestisce conti correnti, ha bancomat in zona Pinerolo, ha uno sportello a Torino, mentre a Pinerolo viene un impiegato su appuntamento. I suoi prodotti finanziari sono: obbligazioni (con cedole e possibilità di recupero capitale in ogni momento a valore di vendita perchè riacquista la banca-obbligazioni stati-fondi di tre tipi(monetario,bilanciato,azionario). La banca punta più alla sicurezza dell'investimento che all'alto rendimento.

Prossimo incontro Venerdì 16/4, a cui interverrà anche la Sig. Deborah Lucchetti per presentare l'iniziativa Campagna Abiti Puliti e mostrare un campionario di biancheria della coop. Made in NO.

giovedì 4 marzo 2010

Ogm - Perche' dico dieci volte no - di Carlo Petrini

Sintetizzare e schematizzare su un argomento complesso come tutti quelli che riguardano il cibo e l'agricoltura non e' mai facile ne' necessariamente un bene. Tuttavia credo che possa servire un elenco delle ragioni di chi, come noi, agli Ogm dice 'no', non per posizioni ideologiche o preconcette, come amano dire coloro che pensano di essere gli unici depositari del sapere, ma per ragioni serie e motivate, peraltro condivise anche da molti ricercatori e scienziati:

1. Contaminazione. Coltivare Ogm in sicurezza, in Italia, e' impossibile; le aziende sono di piccole dimensioni e non ci sono barriere naturali sufficienti a proteggere le coltivazioni biologiche e convenzionali. L'agricoltura fa parte di un sistema vivente che comprende la fauna selvatica, il ciclo dell'acqua, il vento e le reazioni dei microrganismi del terreno: una produzione Gm non potra' restare confinata nella superficie del campo in cui viene coltivata.
2. Sovranita'' Alimentare. Come potrebbero gli agricoltori biologici, biodinamici e convenzionali essere sicuri che i loro prodotti non siano contaminati? Una diffusione, anche limitata, delle coltivazioni Ogm in campo aperto, cambierebbe per sempre la qualita' e la situazione attuale della nostra agricoltura, annullando la nostra liberta' di scegliere quel che mangiamo.
3. Salute. Ci possono essere problemi di salute per animali alimentati a Ogm.
4. Liberta'. Le coltivazioni Gm snaturano il ruolo dell'agricoltore che da sempre migliora e seleziona le proprie sementi. Con le sementi Gm, invece, la multinazionale e' la titolare del seme: ad essa l'agricoltore deve rivolgersi ad ogni nuova semina (poiche', come tutti gli ibridi, in seconda generazione gli Ogm non danno buoni risultati) ed e' proibito tentare miglioramenti se non si pagano costose royalties.
5. Economia e Cultura. I prodotti Gm non hanno legami storici o culturali con un territorio. L'Italia basa buona parte della sua economia agroalimentare sull'identita' e sulla varieta' dei prodotti locali: introdurre prodotti senza storia indebolirebbe un sistema che ha anche un importante indotto turistico.
6. Biodiversita''. Le colture Gm impoveriscono la biodiversita' perche' hanno bisogno di grandi superfici e di un sistema monocolturale intensivo. Se si coltiva un solo tipo di mais, si avra' una riduzione anche dei sapori e dei saperi.
7. Ecocompatibilita'. Le ricerche su Ogm indicano due 'vantaggi': la resistenza ad un parassita del mais (la piralide) e a un diserbante (il glifosate). Quindi, essi consentirebbero un minore impiego di chimica di sintesi; ma la piralide del mais puo' essere combattuta seriamente solo con la rotazione colturale, e la resistenza a un diserbante porta ad un uso piu' disinvolto del medesimo nei campi, dato che non danneggia le piante coltivate ma solo le erbe indesiderate.
8. Precauzione. A circa trent'anni dall'inizio dello studio sugli Ogm, i risultati in ambito agroalimentare riguardano solo tre prodotti (mais, colza e soia). Le piante infatti mal sopportano le modificazioni genetiche e questa scienza e' ancora rudimentale e in parte affidata al caso. Vorremmo ci si attenesse ad atteggiamenti di cautela e precauzione, come hanno fatto Germania e Francia, che hanno vietato alcune coltivazioni di Ogm.
9. Progresso. Gli Ogm sono figli di un modo miope e superficiale di intendere il progresso. E' sempre piu' chiaro per consumatori, governi e ricercatori, il ruolo dell'agricoltura di piccola scala nella protezione dei territori, nella difesa del paesaggio e nel contrasto al riscaldamento globale. Invece di seguire le sirene dei mercati, la ricerca dovrebbe affiancare l'agricoltura sostenibile e mettersi a disposizione delle sue esigenze.
10. Fame. I relatori ONU dicono che l'agricoltura familiare difende le fasce di popolazione a rischio di malnutrizione. Le multinazionali invece promettono che gli Ogm salveranno il mondo dalla fame: eppure da quando e' iniziata la commercializzazione (circa 15 anni fa) il numero degli affamati non ha fatto che crescere, proprio come i fatturati delle aziende che li producono. In paesi come l'Argentina o il Brasile la soia Gm ha spazzato via produzioni come patate, mais, grano e miglio
Ogm - Perche' dico dieci volte no
Carlo Petrini - 19/02/2010
Nota Gasista:  i gasisti e i lettori del blog, se hanno il tempo, possono dare uno sguardo al seguente  Video sugli OGM 

mercoledì 3 marzo 2010

Ogm. La porta è aperta

La Commissione europea ha annunciato il via libera alla coltivazione della patata geneticamente modificata Amflora, prodotta dalla Basf. Sono state approvate anche altri tre nuove varietà di mais ogm. Da oggi si possono coltivare ogm in Europa. Con una procedura scritta, la Commissione Ue autorizza la coltivazione della patata geneticamente modificata mettendo di fatto fine all'impedimento di coltivare ogm nei territori comunitari. Si chiude così la moratoria che ha impedito la diffusione di colture biotch. A più riprese, negli anni scorsi, la Commissione aveva cercato di ottenere il sostegno degli Stati membri nel comitato di regolamentazione degli Ogm e in Consiglio Ue, senza mai ottenere la maggioranza richiesta per l'autorizzazione alla coltura. Le norme Ue, tuttavia, danno all'Esecutivo comunitario il potere di assumere da solo la decisione sull'autorizzazione, se non si esprime contro almeno la maggioranza qualificata degli Stati membri. Dopo che il precedente commissario all'Ambiente, Staros Dimas, aveva bloccato la proposta, il suo successore, il maltese John Dalli, come scrive il Corriere della Sera online, ha creduto bene di marcare con questa decisione il suo primo atto pubblico, che spiegherà durante una conferenza stampa oggi a Bruxelles. Oltre alla patata Amflora, sono state approvate anche altri tre nuove varietà di mais Ogm (MON863xMON810, MON863xMON810xNK603 e MON863xNK603 della Monsanto), tutte destinate all'importazione e la commercializzazione per l'alimentazione.  [Fonte Greenplanet]

martedì 2 marzo 2010

Fiera: Fa' la cosa giusta - Milano 12-14 Marzo 2010

In questi anni è andato crescendo l’interesse per il mondo che si riconosce nella definizione di “Economia Solidale”: un sistema di relazioni economiche e sociali che pone l’uomo e l’ambiente al centro, cercando di coniugare sviluppo con equità, occupazione con solidarietà e risparmio con qualità. Sempre più realtà produttive, infatti, intraprendono un percorso di sostenibilità ambientale e responsabilità sociale e, al contempo, cresce il numero di cittadini consapevoli dell’importanza e della forza che risiede nella loro capacità di partecipazione diretta e nelle loro scelte di acquisto.
Per questi motivi, Terre di Mezzo ha dato vita al “Progetto Fa’ la cosa giusta!” che si propone di diffondere sul territorio nazionale le “buone pratiche” di consumo e produzione, dando vita a eventi in grado di comunicare i valori di riferimento dell’Economia Solidale e valorizzare le specificità e eccellenze del territorio, in rete e in sinergia con il tessuto istituzionale, associativo e imprenditoriale locale.
Nata nel 2004 a Milano, Fa’ la cosa giusta! è giunta alla sua sesta edizione nazionale nel marzo 2009 presso i 22.000mq dei padiglioni 1 e 2 di fieramilanocity e ha visto la presenza di 50.000 persone (+25%), 5000 studenti e 640 giornalisti accreditati, che hanno visitato gli oltre 500 stand presenti (+20%).
Il cuore di Fa’ la cosa giusta! è la mostra/mercato costituita da 14 sezione tematiche: Abiti sotenibili, Agricoltura biologica, Casa sostenibile, Viaggiare leggeri, Turismo solidale, Prodotti e servizi per prendersi cura dei più piccoli in modo sostenibile, Ecoprodotti, Energie rinnovabili, Sprigioniamoci - Economia carceraria, Editoria indipendente e di progetto, Finanza etica, Pace e partecipazione, Software libero, Commercio equo e solidale.  Per maggiori informazioni: http://falacosagiusta.terre.it/

lunedì 1 marzo 2010

Riunione generale del GAS mercoledì 3 marzo 2010


Mercoledì 3 marzo alle 21 presso l'Associzione Stranamore in via Bignone, 89 - Pinerolo, ci sarà la prossima riunione generale mensile del GAS, verrà anche a trovarci un funzionario di Banca Etica per presentarci le finalità e le attività di questa banca. I punti proposti all’ordine del giorno sono:
1. Presentazione delle attività e dei servizi di Banca Etica
2. Benvenuto ai nuovi soci
3. Aggiornamento sulla domanda presentata per il bando regionale sui Gas
4. Presentazione questionario gasisti
5.Acquisto patate dei produttori di Elva
6. Situazione ordini e future proposte organizzativa
7. Nuovi ordini
8. Varie ed eventuali
Per integrazioni e proposte da mettere all'ordine del giorno utilizzare i commenti al post del blog