giovedì 31 maggio 2012

Conseguenze e interrogativi sulle trasformazioni del territorio a Pinerolo

Il Forum "Salviamo il Pesaggio" di Pinerolo e del Pinerolese nel suo blog "Osservatorio 0121" pubbblica un articolo sulle conseguenze della cementificazione a Pinerolo che qui riproduciamo. [ http://www.osservatorio0121.it/ ] 

Le trasformazioni del territorio e il modo di gestirle (a Pinerolo e non solo) ci lasciano molto perplessi. Il “cemento” ha divorato ( e continua a divorare) terreni attorno alla città. Una sovra-produzione che ha sprecato risorse senza, per altro, risolvere il problema di chi non possiede i mezzi finanziari per accedere alla “merce casa”. A decidere dove costruire è l’interesse privato ( sia pur legittimato dall’inserimento delle aree all’interno del Piano regolatore). Certo, il Comune incassa denaro che la legge permette, in parte, di utilizzare per il proprio funzionamento, ma infrastrutture ed urbanizzazione comportano costi … e non c’è dubbio: il futuro presenterà il conto.
Problemi, veramente, ce ne sono già adesso.
Ogni piovasco un po’ intenso ( e sono sempre più frequenti per cause di cui l’uomo non è incolpevole ) fa danni considerevoli. Sottopasso allagato, cantine allagate ( chiedete a quelli di Via Martiri …). La capacità di assorbimento di un terreno agricolo è venti volte quella di un terreno asfaltato.
Non c’è da stupirsi che le fognature, per la quantità d’acqua che si riversa in esse, entrino in crisi con una frequenza ben più alta di quella messa in conto nella fase di progetto. Un attento studio del territorio può dare preziose indicazioni sul da farsi. Anche in questo si può mettere a frutto l’esperienza di chi la città la abita. E’ vero che Pinerolo si sta dotando di un Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) che costituisce, anche, una sorta di mappatura delle zone a rischio. Un documento tecnico ( per affrontare un problema che è, anche, politico) che ci lascia dubbi per la discrezionalità delle scelte. Abbiamo notato, esaminando le mappe riportate sul sito del Comune che alcune zone classificate come III ( quelle a maggior rischio) sono destinate ad essere edificate. La CP7 ( … la solita CP7) e la CE6.3 ad esempio.
E’ proprio necessario andare a costruire in zone non sicure?
Ma la cosa più strana (e su questo gradiremmo spiegazioni) è che queste aree, completamente prive di costruzioni, sono state classificate come edificate. Seguendo la legenda sono zone “III b “ invece che ”III a”. La cosa non è indifferente visto che, a seguito di opportuni interventi, le zone “ III b” possono continuare ad essere edificate mentre per, le “ III a” questa opportunità è esclusa dalle norme.
Una svista? una nostra interpretazione errata? Può darsi anche se, diceva Giulio Andreotti, “ a pensare male si fa peccato ma, spesso, ci si azzecca”.
Osservatorio 0121
Forum “Salviamo il Paesaggio” di Pinerolo


Ecco cosa si propone il Blog  http://www.osservatorio0121.it/ 

Il paesaggio, i beni culturali, il territorio rappresentano per Pinerolo e il suo intorno una vera emergenza. Nel tempo si è consolidato un blocco d’interessi, che ruota intorno all’edilizia che condiziona pesantemente il futuro della nostra zona e della città.
Di qui l’idea di costituire un gruppo di documentazione sulle trasformazioni territoriali allo scopo  di realizzare sulla base della molta documentazione che già esiste, una mappa aggiornata degli scempi, degli interventi di “mostrificazioine” e di cambiamento irreversibile della distinazione d’uso del suolo, che si sono fatti negli anni. 
Uno degli obiettivo dell’Osservatoro potrebbe essere anche quello di una azione  di carattere preventivo: tenere sotto controllo il territorio prima che gli interventi siano realizzati, anzi, prima che siano decisi.
Ciò richiede la capacità tecnico-disciplinare e una capacità militante di filtrare anzitempo tutte le decisioni dei Consigli comunali, provinciale e regionale. Strumento dell’Osservatorio è il blog utile per divulgare i risultati delle ricerche. Il gruppo è aperto alla partecipazione di tutti gli interessati a queste problematiche.
Per contattare il gruppo scrivere una mail a:  contatto@osservatorio0121.it

mercoledì 30 maggio 2012

Sbilanciamoci! Stop alla parata del 2 giugno: destinare i fondi alle popolazioni colpite dal terremoto

La campagna Sbilanciamoci! chiede l'immediata cancellazione della parata militare del 2 giugno e la destinazione dei milioni risparmiati per la sua organizzazione alle popolazioni colpite dal terremoto in Emilia Romagna. La richiesta della cancellazione della parata militare era stata fatta da Sbilanciamoci già nelle settimane scorse. Dopo il grave terremoto che ha colpito l'Emilia Romagna questa richiesta acquista maggiore importanza.
Con gli stessi soldi spesi per la parata militare si possono garantire, nella prossima settimana, i soccorsi di emergenza (tende, viveri, medicinali, ecc) ad oltre 5mila persone. È irresponsabile spendere tanti soldi per far sfilare carri armati e blindo, mentre gli stessi fondi potrebbero essere investiti per aiutare le popolazioni.
La Repubblica va celebrata aiutando chi ora soffre a causa del terremoto e non sfoggiando armi e mezzi militari.
Va sospesa la parata, ma vanno tagliate anche le spese militari: è questo il senso di Economia a mano armata. Dossier sulle spese militari 2012 che la campagna Sbilanciamoci! presenterà il prossimo 4 giugno alle ore 11.00, presso la sala conferenze della Fondazione Basso – Roma, via della Dogana Vecchia 5.


lunedì 28 maggio 2012

Dire Fare Eco Solidale: tempo di bilanci e riflessioni sulla manifestazione

Si è conclusa la scorsa settimana la manifestazione Dire Fare Eco Solidale, organizzata dal nostro GAS, dall'Ass. Pensieri in Piazza e dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Pinerolo. Nonostante il tempo che proprio non ci ha accompagnato,la manifestazione complessivamente nelle tre giornate ha visto un buon successo di pubblico e un'ottima ed interessata partecipazione.
La manifestazione ha coinvolto molte realtà del mondo "solidale": abbiamo cercato di avvicinare piccoli produttori agricoli, cooperative, ristoratori, commercianti di vicinato, soggetti culturali, associazioni di volontariato, mondo no profit e molti altri..... piccole realtà che, semplicemente svolgendo la loro attività in modo equo e sostenibile, contribuiscono a migliorare la qualità della vita di tutti, proteggendo l’ambiente, sostenendo l'economia locale, contrastando l'illegalità. 
Chiediamo a coloro che hanno  partecipato, se intenzionati, di offrire un riscontro, una valutazione della manifestazione e perchè no, anche la loro disponibilità a discutere dei futuri sviluppi (ad es. disponibilità a fare rete tra le varie realtà, cooperare su alcuni progetti, ecc..).
Per questo abbiamo fissato un primo momento di discussione/valutazione tra tutti quelli (associazioni e singoli) che in vario modo hanno partecipato all'iniziativa il giorno 31 maggio 2012 alle ore 21 presso l'Associazione Pensieri in Piazza via Brignone, 9 - Pinerolo.  
Sono invitati tutti, è importante una discussione collettiva, allargata il più possibile, per migliorare un' iniziativa che ha raccolto parecchi consensi ma che ha parecchie ulteriori potenzialità. Per chi non può venire ci saranno sicuramente altri momenti di incontro ma, sarebbe importante che riuscisse a farci avere un parere via mail durante la settimana (è possibile anche utilizzare i commenti a questo post). 
Gas Pinerolo Stranamore

sabato 26 maggio 2012

Gas, far la spesa in gruppo. Scegli bene il fornitore

La rivista Altro consumo dedica un servizo ai Gruppi d’Acquisto Solidali. "Attraverso un gruppo di acquisto solidale si comprano alimenti di qualità? E i fornitori rispettano i principi etici e ambientali (ma anche di legge) a cui si ispirano i Gas? Nei panni di nuovi “gasisti” ci siamo rivolti a più di 30 aziende, che forniscono numerosi Gas di Milano e Roma. La qualità della merce non è sempre uguale, importante scegliere bene il fornitore."
 Guarda il video.


 
ecco dal loro sito l’estratto dell’articolo
Ecco qua invece il file PDF

venerdì 25 maggio 2012

Appello - Chiudere Equitalia: andiamo oltre il tabù. - Scrittori, musicisti, registi, attori, giornalisti, contro Equitalia.

[dal sito Global Project] Il profondo malessere sociale che emerge dai drammi di queste settimane interroga il sentimento civile di tanti.La svolta privatistica nella gestione dei crediti pubblici, che in Italia è rappresentata da “Equitalia” (una spa, seppure a capitale pubblico), rientra in quel grave fenomeno internazionale di privatizzazione dell'interesse pubblico che pone nelle mani di pochi i destini di milioni di cittadini e riduce la vita a fenomeno di mercato. Il modello Equitalia non è una "modalità di riscuotere tasse e tributi", ma troppo spesso la logica estrema di un profitto aziendale che si nutre delle vicissitudini e delle difficoltà delle persone, delle loro biografie e delle loro inadeguatezze in una fase di recessione.  La nascita di questa società infatti ha obiettivamente introdotto comportamenti particolarmente spregiudicati e giuridicamente aggressivi, che in teoria dovrebbero servire a recuperare l'evasione fiscale, ma troppo spesso si traducono in dinamiche asfissianti proprio per le fasce più deboli della popolazione. Interessi sul debito che rapidamente decollano verso percentuali impressionanti, pignoramenti e ipoteche anche su beni primari (come la casa di abitazione), cartelle esattoriali spropositate e gestite iniquamente nel solo interesse dei creditori, senza riguardo per i debitori, aggrediti da modalità che cercano di ricavare il massimo guadagno dalle loro difficoltà. Per non parlare dell'ulteriore tasso ("aggio") del 5% che viene incassato dalla stessa Equitalia...Si tratta spesso di lavoratori dipendenti, pensionati, precari, artigiani...Mentre i grandi evasori fiscali hanno strumenti legali ed extra-legali molto più efficaci per sottrarre i propri profitti alla leva fiscale. Questo produce una percezione sociale di ingiustizia che non va assolutamente sottovalutata perchè sta paradossalmente affermando il principio per cui ad essere illegale é la povertà! Non possiamo dimenticare che il contesto in cui viviamo è quello della crisi economica più importante dalla fine della seconda guerra mondiale e che insieme alle cosiddette "politiche di austerity" ha accresciuto pesantemente un disagio sociale già molto diffuso nel Sud. Perciò proprio Napoli può essere un punto di partenza di una riflessione che riguarda l'Italia intera.Come in un quadro rovesciato rispetto a qualche decennio fa, infatti, non viviamo più nel paese dei piccoli risparmiatori, ma in una società in cui il debito rischia di diventare una condizione di cittadinanza che assedia a vita tantissime persone. Una vera e propria fabbrica di cittadini indebitati che preoccupa per il futuro e per la qualità della vita democratica nel paese.Per affrontare questi nodi non può più essere un tabù prendere in considerazione forme di moratoria del debito per le fasce deboli della popolazione e la fuoriuscita da un sistema privatistico del recupero crediti degli enti pubblici che non va in sintonia con principi di giustizia e di equità sociale.
Prime adesioni:
Erri De Luca (scrittore)
Maurizio Braucci (scrittore)
Toni Servillo (attore)
Tiziana Terranova (docente universitaria)
Andrea Renzi (attore)
Giovanna Giuliani (Attrice/autrice)
Cesare Accetta (fotografo di scena)
Laura Angiulli (produttrice teatrale)
Luca Persico (musicista)
Sacha Ricci (musicista)
E Zezi (musicisti)
Gaetano Di Vaio (attore/ produttore)
Giuseppe Di Marco (docente Universitario)
Mario Spada (fotografo)
Giuseppe Aragno (storico)
Giogiò Franchini (autore/montatore/regista)
Ugo Capolupo (autore)
Marcello Sannino (regista)
Daria D'Antonio (regista)
Stefano Vecchio (direttore dipartimento tossicodipendenze Napoli)
Giuseppe Manzo (giornalista scrittore)
Giuseppe Errichiello (giornalista)
Ciro Pellegrino (giornalista autore)
Luca Romano (giornalista, montatore video)
Gaia Bozza, Peppe Pellegrino, Antonio Di Costanzo, Massimo Romano, Peppe Cozzolino (giornalisti)

Aderisci all'appello su Facebook

Aderisci su Petizioni on line

giovedì 24 maggio 2012

TORINO 3 GIUGNO 2012 ore 15,30 Manifestazione Nazionale Restituiteci il Referendum e la Democrazia

Con un atto liberticida e antidemocratico il Consiglio Regionale del Piemonte e la Giunta presieduta dal leghista Cota hanno abrogato la Legge sulla caccia, cancellando di fatto il Referendum regionale, fssato per il 3 giugno.
Questo è avvenuto a trenta giorni dalla data della consultazione, quando la macchina referendaria era già attiva da mesi e aveva già coinvolto migliaia di volontari. L’arma utilizzata per raccogliere consenso intorno a questo scippo senza precedenti è stata quella crisi economica che questa stessa classe politica ha contribuito a generare!
Così, tramite uno scientifco ribaltamento della realtà, i referendari sono stati dipinti come coloro che volevano sperperare 22 milioni di Euro (cifra, peraltro, campata per aria) mentre in Giunta tutti si dichiaravano – per la prima volta – preoccupati per coloro che stanno peggio, speculando in modo inaccettabile sui drammi reali delle persone ammalate, degli anziani con pensione al minimo, dei disabili, dei disoccupati, dei precari.
Peccato che tutti gli appelli del Comitato referendario a trovare soluzioni alternative (tra cui l’accorpamento alle elezioni amministrative) che impedissero di spendere soldi pubblici siano stati ignorati se non addirittura sbeffeggiati da Cota, dall’assessore Sacchetto e soci.
Giunta e maggioranza, col solo scopo di assecondare poche migliaia di cacciatori, i cui consensi fanno sempre gola a politicanti alla ricerca di voti facili, hanno così calpestato il diritto legittimo di quattro milioni di piemontesi ad esprimere democraticamente la propria posizione su un tema di grande importanza. Questo provvedimento – fglio di una classe politica sempre più slegata dalle persone che pretende di rappresentare – si è fatto beffe dei cittadini e di 25 anni di battaglie legali, risoltesi con l’imposizione da parte dei giudici di indire la consultazione. Non bastasse, gli autori di questo atto inqualifcabile hanno strumentalizzato le fasce più deboli, quelle persone che stentano più di tutte a sopravvivere alla crisi.
Questa VERGOGNA merita una reazione forte e univoca da parte di tutte le forze democratiche, dal mondo animalista e ambientalista ai partiti, ai movimenti e le associazioni dei cittadini, a coloro che, come molti di noi, appartengono proprio a quelle categorie sociali sempre più precarie, che ovviamente non avranno alcun benefcio dalla cancellazione del Referendum, al contrario di quanto in molti hanno blaterato dai palazzi del potere regionale.
Oggi, con la scusa della crisi economica, hanno cancellato una legge per impedire il Referendum sulla caccia. Domani, seguendo la stessa logica perversa, possono cancellare il diritto di voto !
PARTECIPA E DIFFONDI

mercoledì 23 maggio 2012

Parte anche a Pinerolo la raccolta firme per la proposta di delibera della Provincia di Torino per la trasformazione di SMAT S.p.A. in Azienda speciale consortile

Il Comitato Acqua Pubblica di Torino  e Provincia torna a chiedere una firma ai cittadini, ripercorrendo la strada che nel 2010 ha portato, con le delibere d'iniziativa popolare sottoscritte da 12.000 elettori, a modificare gli Statuti di Comune e Provincia, inserendo in essi i principi che l'acqua non è una merce e che la sua gestione deve essere effettuata da entità pubbliche.

Una firma per una nuova proposta di delibera che, utilizzando gli strumenti della democrazia diretta, chieda ai Consigli Comunale e Provinciale di Torino di far uscire SMAT dalle logiche della gestione privatistica proprie della sua natura di società per azioni, riportandola nell'alveo del diritto pubblico con la trasformazione in azienda speciale consortile, appunto pubblica e partecipata dai cittadini.

E' un' iniziativa che assume particolare significato, inserita com'è in un contesto generale che vede la politica italiana a quasi un anno dai referendum dello scorso giugno, continuare ad ignorare l’esito di quella straordinaria prova di democrazia e partecipazione popolare, con la quale gli italiani hanno chiaramente espresso la loro volontà di liberare la gestione del bene comune acqua dalle logiche del profitto.

I vari ambiti di governo nazionale e locale continuano a non riconoscere che con il voto referendario si è espressa una visione della società alternativa a quella da loro quotidianamente praticata e propagandata, la quale considera quasi un fatto naturale, non emendabile nè discutibile, il sottostare alle leggi del mercato.

La campagna per ripubblicizzare SMAT vuole fornire un forte stimolo al dibattito politico locale, e favorire la messa in discussione di quell'ideologia liberista la quale, lungi dall’essere una verità assoluta, è l'espressione di ben precisi interessi e nel cui nome si stanno sacrificando, depotenziandole o svendendole ai privati, le attività di servizio pubblico al cittadino.

La sfida ideale e culturale che si sta avviando a Torino e Provincia per l'affermazione di nuove modalità di gestione del servizio idrico costituisce quindi un primo passo per un'azione di contrasto alle ricette ultraliberiste, che impongono la (s)vendita dei servizi pubblici quale unica soluzione per fare cassa e fronteggiare la precaria situazione finanziaria nella quale si dibattono i Comuni.

La critica agli strettissimi vincoli alla spesa degli Enti Locali imposti dal Patto di Stabilità dovrebbe essere il cardine di un’azione politica volta a ridiscutere il tema della finanza pubblica.
Non bastano dichiarazioni estemporanee (''Il patto di stabilita' e' stupido” ha affermato a fine anno il Sindaco Fassino), per denunciare l’asservimento della finanza pubblica alla volontà dei mercati. Gli strettissimi vincoli alla spesa imposti dal Patto devono essere con forza contestati, con un’iniziativa che trovi slancio proprio a livello locale. Iniziativa che porti al centro del dibattito e della proposta politica la riappropriazione della Cassa Depositi e Prestiti quale strumento per sostenere la spesa pubblica locale. CdP è nata con l’Unità d’Italia per raccogliere il risparmio postale e finanziare, a tasso agevolato, gli investimenti di Comuni e Province. La sua trasformazione in Spa ed il susseguente ingresso delle fondazioni bancarie, stanno indirizzando CdP ad agire sempre più come un fondo privato d’investimento, distogliendo così progressivamente un enorme massa di liquidità frutto del risparmio dei cittadini (oltre 200 mld. di raccolta annui) dal suo scopo originario, cioè il servizio dell’interesse pubblico.
Ragionare di una nuova finanza pubblica per i soggetti politici a vario livello coinvolti, significa anche richiedere con forza l’adozione della Tassa sulle Transazioni Finanziarie. Una modesta aliquota applicata sugli enormi volumi di denaro che la grande speculazione muove ogni giorno sui mercati finanziari, consentirebbe di acquisire risorse fondamentali per mantenere e sviluppare quei servizi pubblici il cui grado di efficienza ed efficacia è misura del livello di civiltà ed equa distribuzione delle risorse che la nostra Costituzione garantisce.

Certo, vi è la consapevolezza che problemi la cui complessità è direttamente proporzionale alla loro importanza non vadano affrontati a colpi di slogan. E' fondamentale l'approfondimento serio e privo di pregiudizi.
Ma è altrettanto certo che una politica asservita al potere della finanza, cioè all'interesse di pochi, incapace di affrontare questi temi e di concepire quindi una visione diversa di società, non può che condurre ad un progressivo degrado della nostra vita democratica.

Scarica il testo della proposta di delibera per la Provincia di Torino [pdf 143 Kb]