giovedì 29 aprile 2010

Invito del Comitato Acqua Pubblica Pinerolo alle associazioni del Pinerolese

Anche a Pinerolo e nel Pinerolese è iniziata la raccolta delle firme per i referendum per la ripubblicizzazione dell’acqua. I quesiti chiedono l’abrogazione di tutte le norme che hanno aperto le porte alla gestione dell’acqua ai privati.
Il Comitato Acqua Pubblica di Pinerolo si è costituito da alcuni giorni ed ha già promosso un prima raccolta il 24 aprile, in cui si sono raccolte in appena due ore circa 300 firme.
Il Comitato pinerolese è formato da singoli cittadini, da associazioni, da gruppi ecclesiali, da sindacati,da partiti presenti nel territorio.  È un comitato aperto a tutti: pensiamo perciò che le associazioni, le organizzazioni, i gruppi le cui strutture nazionali hanno aderito alla campagna referendaria nazionale possano collaborare, anche nel nostro territorio, al suo successo. L’obiettivo non solo quello di raccogliere più di 1000 firme nel territorio, ma quello continuare un azione culturale sull’acqua come diritto delle persone e delle specie viventi e che non può essere concepita come una merce posta in vendita per garantire profitti privati. La gestione dell’acqua è infatti un servizio pubblico che deve garantire a tutti acqua di qualità.
I quesiti vogliono abrogare l’art. 23 della legge 166/2009 del 19 novembre 2009 e le norme approvate da altri governi in passato che avviano il processo di privatizzazione del servizio idrico. L’ultimo decreto “Ronchi” mira a collocare il servizio idrico sul mercato, sottoponendolo alle regole della concorrenza e del profitto, espropriando il soggetto pubblico e quindi i cittadini dei propri beni. Negli ultimi anni la gestione privatistica dell’acqua ha determinato significativi aumenti delle bollette e una riduzione drastica degli investimenti per la modernizzazione degli acquedotti, della rete fognaria, degli impianti di depurazione.
Il primo quesito referendario intende abrogare l’art. 23 bis della legge 166/2009, l’ultima normativa approvata dal Governo, con cui si mettono definitivamente sul mercato le gestioni dei 64 Ato (su 92) che o non hanno ancora proceduto ad affidamento, o hanno affidato la gestione del servizio idrico a società a totale capitale pubblico. Queste ultime cesseranno improrogabilmente entro il dicembre 2011, o potranno continuare alla sola condizione di trasformarsi in società miste, con capitale privato al 40%.
Il secondo quesito vuole aprire la strada della ripubblicizzazione. Si propone l’abrogazione dell’art. 150 del decreto legislativo 152/2006 (anche detto codice dell’ambiente), relativo alla scelta della forma di gestione e procedure di affidamento, segnatamente al servizio idrico integrato. L’articolo definisce come uniche modalità di affidamento del servizio idrico integrato la gara o la gestione attraverso società per azioni a capitale misto pubblico privato o a capitale interamente pubblico.
Infine, il terzo quesito ha come obiettivo eliminare i profitti dal bene comune acqua. In particolare, si propone l’abrogazione dell’articolo 154 del decreto legislativo 152/2006, limitatamente a quella parte del comma 1 che dispone che la tariffa per il servizio idrico è determinata tenendo conto dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito.
Per approfondire l’argomento, e eventualmente aderire al Comitato Acqua Pubblica di Pinerolo, vi invitiamo a partecipare all’incontro pubblico che si terrà
GIOVEDI 6 MAGGIO alle ore 21
presso il Salone dei Cavalieri (ATL) - via Giolitti 7 – Pinerolo
interverrà Mariangela Rosolen – coordinatrice dei Comitati Piemontesi
Per altre informazioni e comunicazioni scrivere all’indirizzo; comitatoacquapinerolo@gmail.com

martedì 27 aprile 2010

Dibattito su carta sulle scarpe della ditta Astroflex

Sul sito web della rivista Carta (che è stata la prima a sponsorizzare “le scarpe per i GAS”), è in corso un dibattito sull’azienda Astorflex dalla quale abbiamo fatto un acquisto di scarpe. Un GAS di Lecco rimprovera ad Astorflex la commercializzazione presso la Grande Distribuzione Organizzata (GDO) di scarpe simili a quelle destinate ai GAS, ma realizzate con materiali più scadenti (e con conciatura al cromo) e dal prezzo quindi notevolmente inferiore e con marchio Astorflex. La critica ad Astorflex è abbastanza netta, ma sul sito di Carta viene riportata anche la risposta di Gigi Perinello (resp. ditta Astroflex) e una serie di commenti di gasisti di tutta Italia.
Il dibattito completo è consultabile all’indirizzo:
Riteniamo che sia giusto che si discuta questa cosa anche sul nostro blog perché in fondo appartenere a un gruppo d’acquisto solidale significa anche porsi delle domande e, perché no, dubbi su tutti gli acquisti che effettuiamo. O no?
[da sito ingasati Forlì]

giovedì 22 aprile 2010

Video di spiegazione sul contenuto dei tre referendum sull'acqua pubblica

E' un po lungo ma per chi ha tempo sono ben spiegate le motivazioni dei tre referendum promossi dal Forum dei movimenti per l'acqua pubblica.

mercoledì 21 aprile 2010

Comunicato stampa Comitato Acqua Pubblica Pinerolo

Pubblichiamo il comunicato del comitato Acqua Pubblica di Pinerolo inviato a tutti i giornali locali del pinerolese.




Inizierà il 24 aprile 2010 in tutta Italia la raccolta firme per il Referendum contro la privatizzazione dell'acqua
 (http://www.acquabenecomune.org/raccoltafirme/).
È un momento importante per la democrazia, oltre che un impegno considerevole.
A Pinerolo l'obiettivo è di raccogliere più di 1000 firme delle 700 mila previste a livello nazionale. Un obiettivo che deve prevedere lo sforzo di tutte le organizzazioni (associazioni, sindacati, partiti, movimenti, comitati spontanei, ...) che vogliono battersi contro la mercificazione di un bene essenziale per la vita. Dal 24 aprile, e per i successivi 3 mesi, i cittadini sono invitati a firmare ai banchetti che verranno organizzati in tutto il Paese, dai gruppi ecclesiastici ai centri sociali, dai luoghi di lavoro ai concerti dei gruppi rock.
Coi 3 quesiti referendari si chiede l’abrogazione delle norme che obbligano a privatizzare i servizi idrici. In primis il Decreto (che porta il nome del ministro Ronchi) votato dal Parlamento lo scorso 19 novembre 2009, con cui l’acqua è stata definita un servizio pubblico di rilevanza economica, cioè una merce. Lo stesso Decreto impone a tutti i comuni di mettere sul mercato, entro il 31 dicembre del 2011, la gestione dei loro acquedotti! In tal modo l’acqua di tutta la penisola finirà nelle mani delle 2 o 3 multinazionali, le stesse che già hanno messo le mani sugli acquedotti di mezzo Mondo! E gli effetti delle privatizzazioni sono noti a tutti: aumento delle bollette, a fronte di pochi – o addirittura nessuno – investimenti sulle reti e sui depuratori.
Se invece il Referendum passasse, in Italia l’acqua potrebbe essere gestita solo da enti pubblici, come già avviene in altri Paesi europei: in Belgio, in Svizzera e in parte della Germania.
Con gli altri 2 quesiti si vogliono abrogare gli articoli di legge che obbligano a consegnare la gestione dell’acqua a una società di capitali, e che garantiscono una remunerazione del capitale (cioè un utile) del 7% al gestore. Coi quesiti n. 2 e n. 3 si chiede pertanto che la gestione dei servizi idrici resti nelle mani dei comuni e che sull’acqua non si possano fare profitti.
Il Referendum avrà quindi il compito di fermare la mercificazione dell’acqua. Per questo è importante che i cittadini mettano le loro firme sui 3 quesiti referendari. Perché si scrive acqua, ma si legge democrazia.
per info e comunicazioni : Comitato Acqua Pubblica Pinerolo
c/o ARCI – stradale Baudenasca 17 – 10064 PINEROLO
informazioni: comitatoacquapinerolo@gmail.com
cell.3356752257

martedì 20 aprile 2010

Verbale riunione Gas 16 Aprile

La riunione è stata l'occasione per incontrare Deborah Lucchetti, autrice della pubblicazione "I vestiti nuovi del consumatore"-Ed. Altreconomia. La signora Lucchetti ha proposto una serie di riflessioni sul tema dell'economia del tessile, sulla sua importanza a livello sociale, economico ed ambientale. Ha spiegato quanto si tratti di una filiera complessa, difficile da seguire in tutte le sue fasi e come sia importante consumare criticamente anche in questo settore.
Ha poi presentato l'alternativa di made-in-No, produttore di biancheria intima in cotone, conosciuta ed operante fra i GAS e nel circuito equo e solidale, vi interessa?...
Francesca, che ha curato la serata, acquisirà altre informazioni pratiche per permetterci di decidere se vogliamo acquistare anche come GAS pinerolo.
- E' sempre disponibile per una serata la tesista che si è laureata lavorando con noi, sarebbe interessante ascoltarla al prossimo incontro, partecipate, su.....
-Marina, produttrice casearia di Prarostino rinnova il suo invito ad una gita presso la sua azienda, combiniamo, dai...,
-Al termine della serata si sono raccolte velocemente alcune richieste di apertura ordini, fra queste presto: scarpe Astorflex, formaggio di pecora Callholait.
Prossima riunione Martedì 11-05 ore 21

venerdì 16 aprile 2010

Deforestazione: in dieci anni è sparita un area grande quanto il Costa Rica

E' ancora allarme deforestazione mondiale, ma il ritmo di scomparsa del verde e' in frenata. In dieci anni - secondo il rapporto sulle risorse forestali 2010 presentato dalla Fao - c'e' stata una perdita netta di foreste tropicali equivalente a un'area grande quanto il Costa Rica. In particolare, afferma l'organizzazione della Nazioni Unite, su 233 Paesi, circa 13 milioni di ettari di foreste sono stati convertiti per altre utilizzazioni nel periodo 2000-2010; un dato comunque in frenata rispetto alla scomparsa di 16 milioni di ettari negli anni Novanta.
A contribuire al rallentamento della deforestazione, si legge nel Rapporto Fao, il Brasile e l'Indonesia che, pur avendo accusato la piu' forte perdita di foreste negli anni Novanta, registrano ora un arretramento considerevole del tasso di deforestazione. D'altro canto, i programmi ambiziosi di ripopolamento forestale con l'impianto di alberi in Paesi come Cina, India, Stati Uniti, e Vietnam - associati all'espansione verde naturale in altre aree - hanno portato all'aggiunta di piu' di 7 milioni di ettari di nuove foreste ogni anno. Al punto che, nel bilancio globale, la perdita netta di superfici boschive e' crollata a 5,2 milioni di ettari l'anno dal 2000 al 2010, contro gli 8,3 milioni d'ettari l'anno degli anni Novanta.
Nel pianeta la superficie totale delle foreste rappresenta un po' piu' di 4 miliardi di ettari, circa il 31 per cento delle superfici emerse.Tuttavia, la conversione di superficie forestale ad altri usi e' continuata in molti Paesi a tassi elevati. Mentre in Nord America e America Centrale la superficie forestale e' rimasta abbastanza stabile, in Europa ha continuato a espandersi, sebbene a un tasso meno rapido rispetto al passato. "Per la prima volta, siamo in grado di mostrare che il tasso di deforestazione e' diminuito a livello globale grazie a interventi concertati fatti sia a livello locale che internazionale", ha spiegato Eduardo Rojas, vice direttore generale della Fao, del dipartimento Foreste. I Paesi, ha aggiunto Rojas, "non solo hanno fatto passi avanti per quanto riguarda le politiche e le leggi forestali, ma hanno anche messo a disposizione delle comunita' locali e delle popolazioni indigene l'uso delle foreste, anche per la conservazione della diversita' biologica e per altre funzioni ambientali. Questo e' un messaggio molto incoraggiante per il 2010 dichiarato Anno Internazionale della Biodiversita'". Va pero' detto, ha aggiunto preoccupato, "che in molti paesi il tasso di deforestazione e' ancora molto alto e l'area di foresta 'primaria', quella 'indisturbata' dall'attivita' umana, continua a diminuire. I paesi devono dunque rafforzare il proprio impegno per meglio salvaguardarle e gestirle". Le foreste svolgono un ruolo molto importante nel mitigare gli effetti del cambiamento climatico: immagazzinano un enorme ammontare di carbonio e quando una foresta viene tagliata e convertita ad altro uso, il carbonio viene di nuovo rilasciato nell'atmosfera. "Un tasso di deforestazione piu' basso e la creazione di nuove foreste ha aiutato ad abbassare l'alto livello di emissioni causato dalla deforestazione e dal degrado forestale", ha sottolineato Mette Loyche Wilkie, che ha coordinato lo studio. "Occorre pero' guardare al futuro, perche' gli estesi programmi di rimboschimento della Cina, dell'India e del Vietnam, responsabili del recente incremento di superficie forestale, finiranno nel 2020", ha aggiunto l'esperta Fao. "Questo vuol dire che non abbiamo tantissimo tempo per prendere misure efficaci e permanenti per ridurre in modo significativo l'attuale tasso di deforestazione e di degrado forestale. Senza decisi interventi rischiamo un brusco ritorno all'alto livello di perdita netta di foreste e di emissioni di carbonio da foreste che si aveva negli anni Novanta".
(fonte: ANSA)

giovedì 15 aprile 2010

Fair e Made In No si aggiudicano ad Ecopolis a Roma il Premio Impresa Ambiente 2010

Fair ed il suo progetto Made In No di intimo biologico ed equosolidale hanno ricevuto il Premio Impresa Ambiente 2010 ad Ecopolis di Roma, manifestazione internazionale dedicata ai temi dell'ambiente urbano e della sostenibilità, con il Premio Impresa Ambiente 2010.  Tra i 130 progetti in concorso - presentati da aziende di tutta Italia - la Giuria ha selezionato ‘il meglio' dell'innovazione sostenibile e scelto i 4 vincitori, uno per ogni categoria: Gestione, Prodotto, Processo/Tecnologia, Cooperazione Internazionale.
Il progetto "Made in No" della Cooperativa Fair di Genova si aggiudica il Premio Impresa Ambiente per la categoria "Miglior cooperazione internazionale" con la seguente motivazione:
"Si tratta di una filiera tessile ad alto tasso di sostenibilità sociale ed ambientale. La cooperativa, infatti, ha creato, tra Brasile ed India, una rete di piccoli produttori di cotone biologico, mettendola in contatto con un gruppo di piccoli artigiani e di ex terzisti del tessile del novarese. Obiettivo: dare vita alla prima linea di intimo biologico ed equosolidale capace di creare ritorni economici e produttivi importanti. Il coinvolgimento di realtà economiche brasiliane ed indiane e di gruppi di artigiani del distretto tessile di Novara testimonia, in un periodo di forte crisi, la volontà di attuare un'economia diversa e sostenibile che prova a dare risposte alle contraddizioni sociali del nostro tempo, nel Nord come nel Sud del Mondo".
"E' un riconoscimento importante" dichiara Deborah Lucchetti, (ospite del nostro gas Venerdi 16 Aprile)  presidente della cooperativa equosolidale Fair "perchè rende merito dei tanti attori che in questo progetto, da noi fortemente voluto, si sono impegnati: i nostri partner brasiliani e novaresi ad esempio. E' la dimostrazione che la sostenibilità e il rispetto dei diritti del lavoro e dell'ambiente sono scelte importanti e che pongono le basi di un'economia più a misura di pianeta".
Il progetto premiato: www.made-in-no.com

mercoledì 14 aprile 2010

Per i Diritti della Natura e la Democrazia della Terra

Dal 19 al 22 aprile prenderà il via nella cittadina di Cochabamba, in Bolivia, la Conferenza mondiale dei popoli sul Cambiamento Climatico e i diritti di Madre Terra. Prenderanno parte a quello che si annuncia come il più importante evento ambientale di tendenza dell'anno, rappresentanti della società, movimenti sociali, indigeni, docenti e governi locali, ma anche intellettuali, star di Hollywood e scienziati. Pubblichiamo l'Appello per la giustizia climatica e la democrazia della Terra, di seguito riportato, firmato da personalità del mondo della cultura, dell'associazionismo e della politica italiane a sostegno della Conferenza Mondiale di Cochabamba.
TESTO DELL'APPELLO
Il cambiamento climatico rappresenta ormai una minaccia sempre più reale per l'esistenza dell'umanità e per tutti gli esseri viventi. Esiste un grave pericolo per i popoli della Terra. Pericolo ancor maggiore per i più poveri e per quelle comunità e paesi che vivono in ecosistemi fragili e facilmente alterabili. Il 75% delle emissioni storiche di gas serra sono state prodotte dai paesi del nord del mondo.
A fronte di questo, la conferenza internazionale di Copenaghen si è risolta in un nulla di fatto e niente è ancora stato regolamentato per invertire il fenomeno del riscaldamento globale e riconoscere il debito climatico ed ecologico accumulato dal nord nei confronti dei sud del mondo. Abbiamo bisogno di impegni urgenti e concreti per ritrovare un'armonia con la natura e garantire la piena realizzazione dei diritti umani. Diritti umani e diritti della natura devono in questo secolo saldarsi se vogliamo impedire danni e sofferenze all'umanità ed alle future generazioni.
Noi riconosciamo come gli esseri umani siano parte di un sistema interdipendente e complesso con il quale dobbiamo convivere in armonia ed equilibrio, rispettando la dignità di ciascuno e i diritti di tutti. Aver violato le leggi naturali ha portato al caos climatico e alla distruzione ecologica che minaccia la sopravvivenza di tutti i viventi su questo pianeta e genera ingiustizie, guerre e sofferenze. La possibilità di una libera usufruizione dell'atmosfera, così come dell'acqua e degli altri beni comuni indispensabili alla vita, è la condizione per la realizzazione dei diritti all'esistenza. Per queste ragioni siamo convinti che la piena realizzazione dei diritti umani coincida con il riconoscimento dei diritti della natura, di Madre Terra.
Dal 19 al 22 aprile si terrà a Cochabamba, Bolivia, la conferenza Mondiale dei Popoli per la Giustizia Climatica ed i Diritti della Madre Terra. L'incontro, convocato dal Governo di Evo Morales, vedrà la partecipazione di movimenti, scienziati, accademici, giuristi e governi impegnati a difendere i beni comuni ed a promuovere la giustizia sociale ed ambientale. Siamo convinti che sia importante sostenere questa conferenza mondiale non solo per lo spirito e gli obiettivi che la animano ma per la necessità di trovare tutti insieme delle soluzioni giuste e urgenti ai cambiamenti climatici ed alla crisi ecologica. Solo a partire dal riconoscimento dei diritti della natura e della Madre Terra potremo essere in grado di mettere un freno alla crisi ed invertire la rotta ristabilendo le giuste priorità ed una nuova intesa tra i popoli, basata sulla giustizia climatica e sociale. È questa la sfida più grande che ci attende ed è per questo che ci riguarda tutti e tutte.

Primi firmatari:
Paolo Cacciari, don Angelo Cassano, Franco Cassano, Giulietto Chiesa, Giuseppe De Marzo, don Luigi Di Piazza, Luigi Ferrajoli, don Andrea Gallo, Haidi Giuliani, Margherita Hack, Gianni Minà, Emilio Molinari, Tonino Perna, Riccardo Petrella, Carla Ravaioli, Gianni Rinaldini, Rossana Rossanda, Raffaele K. Salinari, don Alessandro Santoro, Alex Zanotelli
Per aderire all'appello:


martedì 13 aprile 2010

Appello "Io sto con Emergency".

Sabato 10 aprile militari afgani e della coalizione internazionale hanno attaccato il Centro chirurgico di Emergency a Lashkar-gah e portato via membri dello staff nazionale e internazionale. Tra questi ci sono tre cittadini italiani: Matteo Dell'Aira, Marco Garatti e Matteo Pagani. Emergency è indipendente e neutrale. Dal 1999 a oggi EMERGENCY ha curato gratuitamente oltre 2.500.000 cittadini afgani e costruito tre ospedali, un centro di maternità e una rete di 28 posti di primo soccorso.
Firma l'appello «IO STO CON EMERGENCY» sul sito http://www.emergency.it/

lunedì 12 aprile 2010

Chiediamo il rimborso IVA sulla TARSU

[da FioriGialli] La Cassazione ha finalmente stabilito che la tassa sui rifiuti solidi urbani è di fatto una tassa e non una tariffa; di conseguenza hanno applicato l'iva su un importo dove non doveva essere applicata in quanto appunto "tassa". Pertanto tutti gli utenti hanno diritto al rimborso del 10% dei 10 anni retroattivi; inoltre controllando sul sito "Federconsumatori" si evince che chi richiede il rimborso (che come al solito arriverà, lentamente ma arriverà) bloccherà di fatto l'iva sulle prossime fatture. Chi non lo fa si troverà a continuare a pagare tutto come prima perchè, come capita solo in Italia, gente come anziani o fasce inferiori che non conoscono i loro diritti non ne usufruiscono "in automatico", ma solo se se ne accorgono e fanno richiesta" 

giovedì 8 aprile 2010

Campagna di Greenpeace. Aggiungi anche la tua voce per un futuro libero da OGM!

[da GREENPEACE Italia] Forse già saprai che la Commissione europea, per la prima volta da 12 anni, ha da poco autorizzato la coltivazione di un Ogm in Europa, senza preoccuparsi dell’ambiente e della nostra salute. Per fermare tutto questo, abbiamo unito le forze con Avaaz e Friends of the Earth per raccogliere un milione di firme e chiedere una moratoria sull'introduzione degli OGM in Europa.
Con un milione di firme noi cittadini europei possiamo presentare una richiesta ufficiale alla Commissione europea. È un’opportunità unica per far sentire la nostra voce. Aggiungi la tua firma e aiutaci a diventare 1 milione, inviando la petizione ai tuoi amici.
Per promuovere la raccolta firme, il nostro “Bus anti-OGM” sta girando l’Europa e ieri è stato in Italia, all’ombra del Colosseo. Dopo la tappa italiana il viaggio proseguirà in Francia e poi in Spagna.
La coltivazione di Ogm fa parte di un modello antiquato di agricoltura intensiva, che continua a utilizzare sostanze chimiche dannose per l'ambiente, non incrementa le rese e non fornisce soluzioni per la crisi alimentare e i cambiamenti climatici. Con rischi imprevedibili sulla salute umana e animale. Per aderire via mail:  http://www.greenpeace.org/italy/futuro-libero-da-OGM


mercoledì 7 aprile 2010

Depositati in Cassazione i quesiti referendari per l’acqua pubblica

Sono stati depositati presso la Corte di Cassazione di Roma i quesiti per i tre referendum che chiedono l’abrogazione di tutte le norme che hanno aperto le porte della gestione dell’acqua ai privati e fatto della risorsa bene comune per eccellenza una merce.
La raccolta delle 500 mila firme necessarie per l’ammissione dei referendum inizierà nel fine settimana del 24-25 aprile, una data simbolo per quella che il Forum dei Movimenti per l’Acqua intende come la Liberazione dell’acqua dalle logiche di profitto.
“Se il governo crede di aver chiuso la partita dovrà ricredersi, – ha detto Marco Bersani dei Forum Movimenti per l’Acqua durante l’affollata conferenza stampa – la coalizione che appoggia i referendum è la più ampia aggregazione formale di movimenti, associazioni laiche e cattoliche, forze politiche e sindacali che si sia mai riunita intorno a un tema simile. Queste forze ci porteranno a raccogliere le firme, approvare i referendum e votare tre sì per l’acqua pubblica”.
Presenti alla conferenza stampa anche Padre Alex Zanotelli e tre dei costituzionalisti che hanno redatto i quesiti referendari: Stefano Rodotà, Gianni Ferrara e Alberto Lucarelli.
“Il mezzo referendario – ha sottolineato Rodotà – è lo strumento per rimettere in moto la politica in questo periodo di grande disaffezione, la raccolta delle firme sarà un grande momento di azione politica collettiva”.
Secondo Alex Zanotelli chi pagherebbe di più dalla privatizzazione dell’acqua sarebbero i poveri, “la nostra vittoria servirà non solo nel panorama italiano ma darà anche una scossa all’Unione Europea. Se Parigi ha ripubblicizzato l’acqua, se nelle Costituzioni di Bolivia e Uruguay l’acqua è definito bene comune non mercificabile, possiamo farcela anche noi”.
A chi chiedeva una risposta al Ministro Ronchi che più volte, anche in questi giorni, ha screditato i promotori dei referendum accusandoli di veicolare messaggi menzogneri sulla sua legge, Marco Bersani ha risposto con una sfida al Ministro: “Scelga lui il luogo e l’ora, noi siamo disponibili ad un confronto, dati alla mano, sugli effetti della suo decreto e dell’apertura ai privati della gestione dell’acqua nel nostro paese”.

domenica 4 aprile 2010

L'atomo nelle diocesi

[da Altraeconomia marzo 2010] Il titolo è innocente: Energia per il futuro. Il contenuto, invece, ha il sapore della propaganda. Basta leggere l'introduzione di questa brochure di 52 pagine, distribuita con i settimanali diocesani (nota: Eco del Chisone compreso) per promuovere il ritorno al nucleare, per rendersene conto. "Recentemente anche Benedetto XVI nella sua enciclica Caritas in veritate ha fatto riferimento a questa energia del futuro, esalatando le capacità dell'uomo di progredire". E sotto: "La Santa sede è favorevole e sostiene l'uso pacifico di energia nulceare". L'opuscolo realizzato da Mabq (http://www.mabq.com/ agenzia di comunicazione "legata al mondo della chiesa") con la collaborazione anche di un docente del Politecnico di Milano, esalta i pregi dei reattori di terza generazione cercando di convincere il lettore della necessità e dell'efficacia del ritorno all'atomo. "La sicurezza degli impianti - si legge- è testimoniata dal fatto che una centrale giapponese ha resistito 2 anni fa a scosse del settimo grado della scala Ricther, di molto superiori al terremoto dell'Aquila". E rassicura i fedeli anche in merito alle radiazioni subite da chi vive vicino a una centrale: secondo i devoti dell'atomo equivarrebbero a quelle subite "in un solo volo aereo continentale". Il giornaletto intima di dimenticare l'incubo di Cernobyl "caso non assimilabile alla realtà occidentale" e a considerare invece che "le bollette dell'enegia elettrica saranno più leggere del 30% in meno di adesso". Segue poi il grande finale: anche Obama ha scelto di finanziare il nucleare per la green economy. Perchè l'Italia dovrebbe essere da meno? Il pamphlet non è piaciuto però a molti fedeli, che si sono ribellati, protestando con alcuni parroci delle diocesi in questione. Ne è nato un acceso dibattito che ha lasciato le sue tracce anche in rete. [omissis]

venerdì 2 aprile 2010

Numeri e considerazioni sui rifiuti

A proposito di inceneritori e rifiuti. Pubblichiamo un documento inviato al Carp (Coordinamento Ambientalista Rifiuti Piemonte) da Roberto Cavallo della Coop Erica, è un documento efficace e scorrevole che riporta in forma numerica, con una forma e visone originale, la non sempre conoscituta realtà dei rifiuti in Italia.

Partiamo con un numero: in Italia produciamo circa 530 chili di rifiuti a testa all'anno, siamo 60 milioni quindi poco meno 32milioni di tonnellate:
530 kg x 60.000.000 ab = 31.800.000 tonnellate/anno
Cosa c’è in questo numero?
Il 30 % sono scarti dei nostri piatti e dei nostri giardini.
Il 40% degli italiani vive in campagna o ha un giardino,
quindi col compostaggio domestico evitiamo:
150 kg per abitante x 24milioni di italiani = 3.600.000 tonnellate/anno
Da un’inchiesta di Altroconsumo nel 68% dei nostri rubinetti esce acqua buona o ottima.
Se consideriamo che gli italiani consumano 12 miliardi di bottiglie di plastica, di cui 7 da un litro e mezzo, con un peso medio di 25 g, potremmo evitare bevendo l’acqua del rubinetto:
12 9 (miliardi) bott. Cioè 5 kg di plastica a testa 41 milioni = 204.000 tonnellate/anno
Lo stesso calcolo lo si può fare per i detersivi alla spina, il latte alla spina, altri prodotti erogabili con dispenser o ancora facendosi lo yogurt in casa o ricordandosi di portare la borsa in tela della spesa da casa.
Tutto ciò significa risparmiare altri 6 kg di plastica all’anno per persona cioè:
6 kg x 60.000.000 ab = 360.000 tonnellate/anno
Secondo una ricerca dell’Università di Bologna ed alcune esperienze locali con ad esempio quella del Comune di Torino e della sua azienda AMIAT, un supermercato butta via 140 tonnellate all’anno di prodotti alimentari Deperibili, che potrebbero essere recuperati.
Considerando che in Italia Federdistribuzione conta 29.000 Centri, rimanendo nel campo alimentare, ciò significa poter risparmiare:
120 t x 29.000 centri di distribuzione = 3.500.000 tonnellate/anno
Da una ricerca della Regione Piemonte un albergo medio sostituendo i prodotti usa e getta con prodotti a ricarica potrebbe risparmiare 307 kg di rifiuti all’anno, considerando che in Italia Federalberghi dichiara 33.768 strutture, ciò significa:
307 kg x 33768 alberghi = 10.350 tonnellate/anno
Azioni virtuose si possono fare anche nei confronti della carta, basti pensare che impostando la stampa fronte retro in tutti gli uffici italiani si risparmiano 10 kg di carta all’anno per impiegato, o ancora rinunciando alla pubblicità anonima in buca si risparmiano altri 10 kg di carta all’anno per italiano, in pratica:
10 kg x 60.000.000 + 10 kg x 6.000.000 impiegati = 660.000 tonnellate/anno
Ogni bambino che utilizza pannolini usa e getta contribuisce alla produzione di rifiuti per circa 350 kg/anno.
Considerando che nel 2008 i bambini di età compresa tra 0 e 3 anni, erano 2.267.446 (ISTAT) e ipotizzando che una famiglia su 3 sostituisca il pannolino usa e getta, si risparmiano:
850.000 bambini x 350 kg =300.000 tonnellate/anno
Altre azioni poi
come l’eliminazione dell’usa e getta dalle mense, o lo scambio di abiti e oggetti ancora funzionanti o la promozione di reti di manutenzione e riparazione nelle nostre città, contribuiscono, secondo l’ACR+, a diminuire i rifiuti di 15 kg per abitante all’anno, quindi :
15 kg abitante X 60.000.000 italiani = 900.000 tonnellate/anno
Torniamo alle nostre 32milioni di tonnellate
Abbiamo visto come possano essere ridotte con semplici azioni quotidiane
Quindi:
TOT RIFIUTI = 530 kg x 60.000.000 ab = + 31.800.000 t/anno
COMPOST DOM.: 150 kg per abitante x 24milioni di italiani = - 3.600.000 t/anno
H2O del rubinetto: 12 9 (miliardi) bott. x 68% (italiani che potrebbero bere senza problemi l’acqua del rubinetto) x 25 g = - 204.000 t/anno
Imballaggi plastica: 6 kg x 60.000.000 ab = - 360.000 t/anno
CIBO sprecato: 120 t x 29.000 centri di distribuzione = - 3.500.000 t/anno
Usa e getta negli HOTEL = 307 kg x 33768 alberghi = - 10.350 t/anno
Meno carta: 10 kg x 60.000.000 + 10 kg/impiegato x 6.000.000 impiegati = - 660.000 t/anno
Pannolini: 2.267.446 bambini x 350 kg = - 793.000 t/anno
Beni durevoli: 15 kg abitante X 60.000.000 italiani = - 900.000 t/anno
RIMANGONO =  21.772.650 t/anno
Se facessimo il 65% di Raccolta differenziata come ci chiede la legge rimarrebbero da smaltire = 7.620.430 t/anno di Rifiuti Tal Quali
Inoltre:
In Italia esistono 114 impianti di Trattamento a freddo.
Trattano oggi 13.748.861 tonnellate.
In Italia esistono 51 impianti di incenerimento
Trattano 4.503.457 t di RSU
Potrebbero trattarne 5.800.000 t
Trattano 2.100.000 tonnellate producendo 1.100.000 t di Combustibile da Rifiuti
In Italia esistono 89 cementifici, il 30 % di essi già oggi brucia Combustibile da Rifiuti
In Italia esistono 133 centrali termoelettriche alcune di esse già oggi utilizzano Combustibile da rifiuti

giovedì 1 aprile 2010

17 Aprile - PARMA 1°Manifestazione nazionale/internazionale CONTRO TUTTI GLI INCENERITORI

Il 17 aprile Parma diventa capitale della lotta contro gli inceneritori.
Una battaglia a favore della salute, della salute di tutti, contro tutti coloro che fingono di non sapere che questi impianti sono dannosi per l'uomo e per l'ambiente.
E' il Popolo della Salute che scende in piazza per domandare agli amministratori di tutta Italia da che parte stiano, se dalla parte dei loro amministrati e del futuro oppure a fianco delle lobbies dei costruttori e dei gestori degli inceneritori, che intendono lucrare sulla salute della gente e sulle tasche dei cittadini, costretti a ripagare in bolletta i costi elevatissimi di questi progetti.
Parma, al centro della quarta area più inquinata al mondo, la pianura padana, vero e proprio polmone nero d'Europa, si prepara a respirare per un giorno l'aria pura dei movimenti e dei cittadini virtuosi, che non si arrendono alla cattiva gestione del territorio e rivendicano il diritto di avere un territorio libero dagli inquinamenti di ogni tipo, una terra liberata che possa guardare al futuro senza timore e paure, e con fiducia. Un futuro che va conquistato giorno per giorno, manifestazione dopo manifestazione, la coscienza civile che diventa adulta e si fa barriera in difesa del propri territori.
Una crescita esponenziale di presa di coscienza che si traduce oggi in una adesione all'appuntamento del 17 aprile che proviene da tutta l'Italia. Un coro unanime di voci che parlano chiaro. Ecco le adesioni fin qui raccolte.
Il Popoo Viola, Gas del territorio Parmense, Rete Italiana Rifiuti Zero, Gaia (Global Alliance Incinerator Alternatives), Aambientefuturo, Movimento 5 Stelle – Parma, Meetup Nonsologrilli – Parma, Aspirachiacchiere, Campagna Pulita - No Discarica Cingoli, Comitato No Inceneritore Molise, Laboratorio Sociale Paz, Comitato Capezzano Vive, Franca Tragni, Robi Bonardi, Teatro Cinico, Associazione Parmachesiparla, Ass. Rifiuti Zero Trapani, No Biomasse Barletta, Liberacittadinanza, Ric-cilò, Sapere è Potere Parma, Sinistra per Capannori, Sinistra e Libertà Reggio Emilia, SX Rete Studenti Reggio Emilia, Pro Ambiente di Modugno (Ba), Ass. Comitati Versiliesi, Meetup 5 Stelle Toscani, Ass. Ya Basta Parma, Movimento 5 Stelle Emilia Romagna, Cambiamo Aria, Collettivo Locomotori, Guastalla Liberata - Movimento 5 Stelle, Comitato No Tav Condove, Suitcase Mag, Rinnovamento Politico Italiano, Terrarossa Terraverde, Teatro del Cerchio, Cittadini Comune di Langhirano, ZeroGas Italia, Tangram - Teatro dell'Oppresso, Oro Blu, Federazione dei Verdi, Meetup Brescia, Inceneritore ad Asti? No Grazie, Federazione della Sinistra Parma, Mamme Bionike Trentino, Comitato Trentino Pulito, Altra Città Le Piagge, Il Popolo di Sinistra, Associazione Comuni Virtuosi, Circolo di Rifondazione Comunista di Colorno, Gruppo Consiliare Comunista del Comune di Colorno, Federazione della Sinistra (Nazionale), Gas Fidenza, Associazione Verdi Ambiente Società, Ultimo teatro, Teatro Necessario, Prc La Spezia, Movimento per la Decrescita Felice, Amici di Beppe Grillo Firenze, Prc Circolo di Cavriago, Opera Studio Sala, Libera Politica, Viral Riot, Libera Università di Alcatraz, Isde Italia, No Inceneritore Raibano, Distretto di Economia Solidale di Parma e Provincia, Reset Radio, Gas del territorio di La Spezia, Base Idv, Fed. della Sinistra di Valenza, Il Punto Rosso, Sel Montagno – Baiano, La Rete dei Cittadini, Generazione Democratica Castelfiorentino, Consorzio per la Difesa dei Prodotti Agricoli, Rete di Economia Solidale Marche, Comitato No Inceneritore Montale (Pt), Fare Verde Onlus, Coordinamento dei Comitati Piemontesi e della Valle d'Aosta.
Una lista che si sta allungando ora per ora.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Siti e riferimenti:
http://www.gestionecorrettarifiuti.it/
http://www.facebook.com/event.php?eid=374113117632

WWF contro il “consumismo sfrenato”

Il WWF punta il dito contro l’eccessivo consumismo della nuova era. E’ stimato che ad oggi, oltre due milioni di persone consumano in maniera eccessiva. Insomma, un terzo della popolazione mondiale (in particolare gli abitanti dei Paesi economicamente più sviluppati) spende e spande, tanto da aver fatto schizzare alle stelle i consumi sia di beni che di servizi (+10% in soli dieci anni, nel 2006 erano pari a 30.500 miliardi di dollari in più). L’allarme lanciato dal WWF è anche il seguente: “Ogni anno, si estraggono 60 miliardi di tonnellate di risorse, circa la metà in più di quanto accadeva 30 anni fa“.Per il WWF, il pianeta sta rischiando grosso. L’ultimo report annuale, “State of the World”, sostiene che negli ultimi 50 anni la produzione metallurgica è aumentata di circa sei volte, mentre i consumi di petrolio e di gas naturali sono addirittura volati rispettivamente a 8 volte e 14 volte di più. Per farla breve, usufruendo delle parole di Gianfranco Bologna (colui che ha curato lo studio per l’edizione italiana), è come “se ogni giorno l’uomo prelevasse dal Pianeta risorse con le quali si potrebbero costruire 112 Empire State Building“.
Tutta colpa del consumismo. Ai vertici di questo fenomeno ci sono ovviamente gli Stati Uniti. Si stima che nel 2006, uno statunitense medio abbia speso qualcosa come 32.400 euro (!)… per fortuna che gli americani degli USA rappresentano solo il 5% della popolazione mondiale! A tale proposito, il rapporto del WWF evidenzia che “di fatto, se tutti vivessimo come gli americani, la Terra potrebbe sostenere a mala pena 1,4 miliardi di individui, invece che i 6,8 miliardi attuali”.
Ma anche l’Europa non è esente dalla strigliata. Dall’analisi si evince come i consumi siano cresciuti anche da noi a livelli insostenibili. Quello che più rammarica l’associazione ambientalista è il fatto che, in questa ottica di progresso, non si punti sulle tecnologie sostenibili. Chi vuole approfondire si puo'  leggere questo articolo.