venerdì 16 aprile 2010

Deforestazione: in dieci anni è sparita un area grande quanto il Costa Rica

E' ancora allarme deforestazione mondiale, ma il ritmo di scomparsa del verde e' in frenata. In dieci anni - secondo il rapporto sulle risorse forestali 2010 presentato dalla Fao - c'e' stata una perdita netta di foreste tropicali equivalente a un'area grande quanto il Costa Rica. In particolare, afferma l'organizzazione della Nazioni Unite, su 233 Paesi, circa 13 milioni di ettari di foreste sono stati convertiti per altre utilizzazioni nel periodo 2000-2010; un dato comunque in frenata rispetto alla scomparsa di 16 milioni di ettari negli anni Novanta.
A contribuire al rallentamento della deforestazione, si legge nel Rapporto Fao, il Brasile e l'Indonesia che, pur avendo accusato la piu' forte perdita di foreste negli anni Novanta, registrano ora un arretramento considerevole del tasso di deforestazione. D'altro canto, i programmi ambiziosi di ripopolamento forestale con l'impianto di alberi in Paesi come Cina, India, Stati Uniti, e Vietnam - associati all'espansione verde naturale in altre aree - hanno portato all'aggiunta di piu' di 7 milioni di ettari di nuove foreste ogni anno. Al punto che, nel bilancio globale, la perdita netta di superfici boschive e' crollata a 5,2 milioni di ettari l'anno dal 2000 al 2010, contro gli 8,3 milioni d'ettari l'anno degli anni Novanta.
Nel pianeta la superficie totale delle foreste rappresenta un po' piu' di 4 miliardi di ettari, circa il 31 per cento delle superfici emerse.Tuttavia, la conversione di superficie forestale ad altri usi e' continuata in molti Paesi a tassi elevati. Mentre in Nord America e America Centrale la superficie forestale e' rimasta abbastanza stabile, in Europa ha continuato a espandersi, sebbene a un tasso meno rapido rispetto al passato. "Per la prima volta, siamo in grado di mostrare che il tasso di deforestazione e' diminuito a livello globale grazie a interventi concertati fatti sia a livello locale che internazionale", ha spiegato Eduardo Rojas, vice direttore generale della Fao, del dipartimento Foreste. I Paesi, ha aggiunto Rojas, "non solo hanno fatto passi avanti per quanto riguarda le politiche e le leggi forestali, ma hanno anche messo a disposizione delle comunita' locali e delle popolazioni indigene l'uso delle foreste, anche per la conservazione della diversita' biologica e per altre funzioni ambientali. Questo e' un messaggio molto incoraggiante per il 2010 dichiarato Anno Internazionale della Biodiversita'". Va pero' detto, ha aggiunto preoccupato, "che in molti paesi il tasso di deforestazione e' ancora molto alto e l'area di foresta 'primaria', quella 'indisturbata' dall'attivita' umana, continua a diminuire. I paesi devono dunque rafforzare il proprio impegno per meglio salvaguardarle e gestirle". Le foreste svolgono un ruolo molto importante nel mitigare gli effetti del cambiamento climatico: immagazzinano un enorme ammontare di carbonio e quando una foresta viene tagliata e convertita ad altro uso, il carbonio viene di nuovo rilasciato nell'atmosfera. "Un tasso di deforestazione piu' basso e la creazione di nuove foreste ha aiutato ad abbassare l'alto livello di emissioni causato dalla deforestazione e dal degrado forestale", ha sottolineato Mette Loyche Wilkie, che ha coordinato lo studio. "Occorre pero' guardare al futuro, perche' gli estesi programmi di rimboschimento della Cina, dell'India e del Vietnam, responsabili del recente incremento di superficie forestale, finiranno nel 2020", ha aggiunto l'esperta Fao. "Questo vuol dire che non abbiamo tantissimo tempo per prendere misure efficaci e permanenti per ridurre in modo significativo l'attuale tasso di deforestazione e di degrado forestale. Senza decisi interventi rischiamo un brusco ritorno all'alto livello di perdita netta di foreste e di emissioni di carbonio da foreste che si aveva negli anni Novanta".
(fonte: ANSA)

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