L’Art. 66 del decreto-legge sulle liberalizzazioni prevede l’alienazione (cioè la vendita) dei terreni agricoli demaniali.
Dopo l’energia, i trasporti, gli acquedotti, gli immobili, le strade, ecco l’ennesimo tentativo di imporre le logiche del mercato e del profitto sulla gestione collettiva dei beni comuni, in nome di un presunto ed irrisorio contributo alla riduzione del debito pubblico.
Come recita l’appello della neonata “Campagna Terra bene Comune" promossa da Genuino Clandestino "vendere le terre agricole pubbliche significa impedire per sempre alle comunità che le abitano di decidere territorialmente come gestirle, significa consegnare, in maniera irreversibile, una risorsa vitale in mano a potenziali speculatori, significa accettare che l’interesse privato sia messo prepotentemente, ancora una volta, al di sopra del bene comune”.
Le terre demaniali sono e devono restare patrimonio delle comunità locali. Mobilitiamoci per tutelarle.
NO alla vendita delle terre pubbliche!
Sì alla custodia dei beni comuni!
Per maggiori informazioni: http://terrabenecomune.noblogs.org
Qui potete scaricare gratis questa pubblicazione “Gli Arraffa Terre”, una mappatura puntuale e ricca di dati sul ruolo che l’Italia svolge nell’accaparramento dei terreni agricoli su scala globale.
Nessun commento:
Posta un commento