In piazza per l'acqua pubblica, contro il nucleare. Per "il diritto alla vita, che passerà anche per i referendum del 12 e 13 giugno". Sabato 26 marzo a Roma è sfilato il popolo dei 'beni comuni'.
Trecentomila, secondo gli organizzatori, i partecipanti al corteo promosso dal Comitato referendario 'Due si' per l'acqua pubblica in favore della gestione pubblica del settore idrico. Una manifestazione dal volto civico con in prima linea associazioni, movimenti e cittadini e in cui le istanze pacifiste hanno trovato larga eco nello slogan "No alla nuova guerra del petrolio". Oltre 200 gli autobus arrivati per l'occasione da tutta Italia. "I cittadini - spiega Ciro Pesacane, del Comitato - si sono autotassati e li hanno affittati a loro spese. Vogliono l'acqua e il sole, mica la luna". In testa al corteo spiccano i gonfaloni di diversi comuni e provincie d'Italia, da Capannori, in provincia di Lucca, a Cagliari, passando per Aprilia vicino Latina. E le bandiere azzurre del comitato si alternano a quelle arcobaleno, di Legambiente, Arci, Emergency, Wwf e di diversi sindacati. "Siamo qui in piazza sia per l'acqua pubblica, sia per il nucleare - spiega Fabrizio Aroldi, da Cremona - Al referendum dobbiamo votare sì contro il nucleare per chiedere scusa a tutti coloro che sono morti per questo veleno". "No alla guerra per l'acqua, per il petrolio e per l'uranio", recita il cartellone esposto da alcuni ragazzi pacifisti di Belluno. "Abbiamo fatto un lungo viaggio per sostenere questa piazza - racconta Marco, un ingegnere - Sono venuto con mia moglie e con i miei due figli, perchè questa battaglia è per loro. Per il loro futuro". Nel corteo tanti hanno dipinte sul viso gocce blu o portano enormi cappelli a forma di rubinetto o hanno rubinetti attaccati alla fronte. Un gruppo di ragazzi fa ondeggiare un lenzuolo celeste di 30 metri, "che rappresenta il bene più importante che abbiamo". "E' una grande manifestazione per democrazia, benessere e pace - dice dalla testa del corteo Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori - è una battaglia dei cittadini". "Per la prima volta nasce, dal basso, un progetto politico riconosciuto dalla Costituzione - gli fa eco padre Alex Zanotelli - La speranza non può venire dalla politica". Eppure qualche volto noto della politica fa capolino. Come il presidente dei Verdi Angelo Bonelli o di Sel Nichi Vendola che parla di "furbizie del governo" sulla moratoria nucleare e critica la guerra in Libia: è "una modalità davvero vergognosa di affrontare i problemi dell'umanità - sostiene - Cosa faranno ora, la guerra alla Siria?". "Diversi di noi del Pd sono stati alla manifestazione - dice il parlamentare Pd Vincenzo Vita - L'acqua come bene comune è uno dei temi più rilevanti di questa stagione". E il deputato Idv Carlo Monai: "Il 12 e 13 giugno gli italiani potranno bocciare questo governo e le sue scelte scellerate votando sì ai referendum per acqua pubblica, contro nucleare e legittimo impedimento". In piazza della Repubblica, con bandiere verdi c'erano anche studenti libici e alcune delle hostess che incontrarono Gheddafi durante le visite in Italia. "No alle bombe umanitarie, sì al dialogo", urlano, "l'Occidente vuole solo il petrolio libico". Agli studenti si sono unite alcune hostess italiane. "Sono stata tre volte in Libia, là non c'è tanta miseria, il popolo vive in una condizione normale. Dove è stata finora la Nato nei riguardi degli eventi della Striscia di Gaza", osserva Clio, una delle ragazze che incontrarono il colonnello a Roma e che si è vestita di nero "essendo in lutto per le vittime in Libia".
Fonte: Ansa - 27 marzo 2011
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