L'ATO3 Torinese ha deliberato l’aumento del 6,5% delle tariffe dell’acqua:1,5% per adeguamento all’inflazione e 5% per investimenti. Attac Torino (Associazione per la tassazione delle transizioni finanziarie e per l'aiuto ai cittadini) da cui traiamo la notizia, ritiene questo aumento sia grave, ingiusto e inaccettabile. Secondo la SMAT il 96% del suo fatturato (di € 228.251.000) è prodotto dal c.d. core business (il ciclo idrico integrato). L'incremento del 5% (sul 96% di tale fatturato e cioè l'aumento richiesto) determina una somma di € 10.965.050 annue per possibili investimenti. Nel 2008 la SMAT ha chiuso il bilancio con un utile di € 9.917.000; come mai ora batte cassa? Forse occorre cercare la risposta nelle pieghe delle partecipazioni di SMAT. In questi anni ci è stato detto che il futuro delle ex- municipalizzate consiste nel buttarsi nel mercato e fare utili fuori dal proprio tradizionale territorio e la SMAT si è imbarcata, tramite la sua controllata Acque Potabili, in alcune di queste operazioni.
Gli aumenti previsti comportano cifre non ingenti per le famiglie, è vero; ma sarebbe bello che in questo difficile momento anche la SMAT facesse uno sforzo significativo per dare un esempio alle società di servizi: quello di non superare (meglio ancora nemmeno raggiungere) il tasso di inflazione programmata. Sappiamo come l'incremento delle tariffe dei vari servizi è stato, per le famiglie italiane, un non piccolo elemento di erosione del reddito reale. [...omissis] Attac Chiede agli amministratori del Comune di Torino, della Provincia e dei Comuni interessati di dare mandato ai propri rappresentanti nell'ATO [..omissis] di rifiutare ogni aumento di tariffa prima di avere adempiuto pienamente alla loro funzione di controllo. [Da un documento di Attac Torino per approfondimenti collegarsi al seguente link:
http://www.attactorino.org/documenti/tassesito.pdf]
- P.S. Resta anche da vedere cosa ne pensano le associazioni dei consumatori e se sono state almeno consultate.
http://www.attactorino.org/documenti/tassesito.pdf]
- P.S. Resta anche da vedere cosa ne pensano le associazioni dei consumatori e se sono state almeno consultate.
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