Linee prima e dopo i tagli della Regione
Grazie a Maurizio Bongioanni e a Mauro Ravarino è stato prodotto con la
collaborazione del Comitato Treno Vivo Valpellice questo video molto
bello sul taglio della linea Torre Pellice - Pinerolo. Potete vederlo cliccando sul seguente link:
http://www.fainotizia.it/inchiesta/02-10-2012/trenitaglia-il-caso-della-val-pellice
http://www.fainotizia.it/inchiesta/02-10-2012/trenitaglia-il-caso-della-val-pellice
Inseriamo per chi non conosce il problema un breve testo riassuntivo della questione (peraltro ancora aperta) ripreso dal blog di Legambiente Val Pellice che ha conferito al comitato Treno Vivo la Bandiera Verde della Campagna Carovana delle Alpi anno 2012
Con la scusa dell'efficienza e del risparmio l’assessorato ai Trasporti della
Regione Piemonte ha deciso di cancellare 12 linee ferroviarie a partire dallo
scorso giugno. Sotto la scure dei tagli sono finiti i cosiddetti “rami secchi”
della rete piemontese, linee che, secondo i calcoli della Regione,
garantirebbero meno dell'8% della copertura dei costi con i proventi derivanti
dalla vendita di biglietti e abbonamenti, contro un valore atteso pari ad almeno
il 35%. In tutta la regione è tuttora in corso una strenua opposizione al
provvedimento da parte dei comitati pendolari, delle associazioni ambientaliste,
dei sindacati e degli amministratori locali. Una delle tratte colpite è la linea
ferroviaria tra Torre Pellice e Torino che, entrata in servizio nel lontano
1882, ha da sempre rappresentato il mezzo principale di collegamento tra la
Valpellice e il capoluogo.
Qui il Comitato Treno Vivo ha messo in atto diverse iniziative per difendere il treno locale dimostrandosi un bellissimo esempio di democrazia partecipata a cui hanno preso parte i pendolari, le associazioni, gli amministratori (tutti i paesi da Pinerolo a Torre Pellice sono rappresentati), ma anche tanti comuni cittadini della Valpellice spinti dalla consapevolezza che il treno sia una risorsa imprescindibile per un territorio montano che vede di anno in anno i propri servizi spostarsi verso le aree metropolitane.
Aperitivi sul treno, camminate per i sentieri e i viottoli lungo i binari, oltre che manifesti per ricordare i vantaggi dello spostarsi a basse emissioni sono alcune delle azioni che hanno animato le settimane di mobilitazione. Dal punto di vista tecnico l’obiettivo del Comitato è stato quello di dimostrare che in un ambiente alpino i parametri adottati dalla Regione per giustificare la soppressione della linea ferroviaria non sono applicabili: sulla Torre Pellice–Pinerolo il rapporto tra la copertura dei costi con i proventi derivanti dalla vendita di biglietti si attesterebbe poco sotto il fatidico 8% (7,4%). Raggiungere il 35% vorrebbe dire moltiplicare per 4 il numero di viaggiatori attuali cioè occorrerebbero almeno 4000 viaggiatori al giorno, ma gli abitanti della Valle sono appena 23.000, e di questi si spostano per lavoro fuori dal comune poco più 4000 unità, conteggiando anche coloro che raggiungono i comuni nelle immediate vicinanze. Difficile quindi ipotizzare di averli tutti sulla linea ferroviaria. Il Comitato Treno Vivo ha inoltre redatto un dossier, presentato alla Provincia di Torino e alle opposizioni regionali, con diverse proposte per il rilancio del servizio ferroviario. Il Piemonte possiede una rete ferroviaria diffusa e a copertura quasi totale della regione. Una delle migliori in Italia, da più di mezzo secolo predisposta per essere colonna vertebrale per il sistema-trasporto regionale e nazionale/internazionale. La difesa di tutti i suoi segmenti è il presupposto indispensabile per una futura reale mobilità sostenibile. In un territorio dove il cambio di destinazione d'uso dei terreni può avvenire con metodi piuttosto repentini, la cancellazione di alcune tratte ferroviarie costituisce una falla irreversibile, e irrecuperabile se non si interviene in tempi brevi. La lotta di comitati come Il treno vivo Val Pellice oggi costituisce uno dei pochi argini che si frappongono alla devastazione in atto.
Qui il Comitato Treno Vivo ha messo in atto diverse iniziative per difendere il treno locale dimostrandosi un bellissimo esempio di democrazia partecipata a cui hanno preso parte i pendolari, le associazioni, gli amministratori (tutti i paesi da Pinerolo a Torre Pellice sono rappresentati), ma anche tanti comuni cittadini della Valpellice spinti dalla consapevolezza che il treno sia una risorsa imprescindibile per un territorio montano che vede di anno in anno i propri servizi spostarsi verso le aree metropolitane.
Aperitivi sul treno, camminate per i sentieri e i viottoli lungo i binari, oltre che manifesti per ricordare i vantaggi dello spostarsi a basse emissioni sono alcune delle azioni che hanno animato le settimane di mobilitazione. Dal punto di vista tecnico l’obiettivo del Comitato è stato quello di dimostrare che in un ambiente alpino i parametri adottati dalla Regione per giustificare la soppressione della linea ferroviaria non sono applicabili: sulla Torre Pellice–Pinerolo il rapporto tra la copertura dei costi con i proventi derivanti dalla vendita di biglietti si attesterebbe poco sotto il fatidico 8% (7,4%). Raggiungere il 35% vorrebbe dire moltiplicare per 4 il numero di viaggiatori attuali cioè occorrerebbero almeno 4000 viaggiatori al giorno, ma gli abitanti della Valle sono appena 23.000, e di questi si spostano per lavoro fuori dal comune poco più 4000 unità, conteggiando anche coloro che raggiungono i comuni nelle immediate vicinanze. Difficile quindi ipotizzare di averli tutti sulla linea ferroviaria. Il Comitato Treno Vivo ha inoltre redatto un dossier, presentato alla Provincia di Torino e alle opposizioni regionali, con diverse proposte per il rilancio del servizio ferroviario. Il Piemonte possiede una rete ferroviaria diffusa e a copertura quasi totale della regione. Una delle migliori in Italia, da più di mezzo secolo predisposta per essere colonna vertebrale per il sistema-trasporto regionale e nazionale/internazionale. La difesa di tutti i suoi segmenti è il presupposto indispensabile per una futura reale mobilità sostenibile. In un territorio dove il cambio di destinazione d'uso dei terreni può avvenire con metodi piuttosto repentini, la cancellazione di alcune tratte ferroviarie costituisce una falla irreversibile, e irrecuperabile se non si interviene in tempi brevi. La lotta di comitati come Il treno vivo Val Pellice oggi costituisce uno dei pochi argini che si frappongono alla devastazione in atto.