Riportiamo qui uno stralcio della ricostruzione fatta dall'Osservatorio 0121 (gruppo locale difesa del Paesaggio) sulla vicenda urbanistica della zona CP7, ai piedi di monte Oliveto. Chi volesse leggere l'intero documento trova il link a fondo pagina.
La vicenda della C.P.7, trascinandosi oramai da mesi, si è imposta come un elemento centrale della politica pinerolese.
Ha destato interesse anche fuori dal “palazzo” diventando argomento di discussione pubblica (cosa che raramente succede per l’“urbanistica”). Ciò ha permesso, tra l’altro, di raccogliere qualche elemento di conoscenza in più di quanto normalmente è dato “a sapere”ai non addetti ai lavori.
Proviamo a riassumere sinteticamente.
Un’aggregazione di dieci imprese (in parte cooperative) ha “progettato”, per oltre dieci anni, un intervento di edilizia residenziale ai piedi della collina di Pinerolo (zona di “Monte Oliveto”).
Complessivamente si intende costruire 11.084 mq “vendibili”di edilizia residenziale (120 – 130 alloggi) e 3207 mq di autorimesse (circa 200 unità). La maggioranza delle imprese coinvolte nel progetto aveva ottenuto la promessa di un finanziamento (a fondo perduto) da parte della Regione Piemonte. Importo complessivo: circa 1,3 milioni di euro. Tale contributo è stato, successivamente, revocato a causa dei termini scaduti.
Alla fine del lungo iter burocratico il Consiglio Comunale (competente in materia urbanistica) ha “bocciato”il Piano di Edilizia Convenzionata (P.E.C.) presentato dai tecnici del Consorzio. Le imprese hanno ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale chiedendo l’annullamento della delibera ed il pagamento, da parte del Comune, dei “danni”(sono stati richiesti oltre otto milioni di euro … ).
Il T.A.R., con una sua ordinanza, ha rilevato una carenza di motivazioni nella delibera (ammettendo, implicitamente, la “sovranità”del Consiglio ma ribadendo, altresì, che ogni scelta, per non rischiare di essere “discrezionale”, va adeguatamente motivata).
Il primo di dicembre il Tribunale sarebbe dovuto entrare nel merito del ricorso ma, su richiesta delle Parti (probabilmente, ambedue, desiderose di trovare un accordo) l’udienza è stata spostata ad Aprile.
Nel frattempo (ma già in passato qualcosa si era mosso e, facendo leva sulle contraddizioni della maggioranza, aveva imposto l’attenzione al problema … ) è sorto il Comitato “per la difesa di Monte Uliveto”che, nello spazio di qualche settimana, ha raccolto oltre 1000 firme di cittadini pinerolesi contrari al sorgere di questo nuovo comparto edilizio. Con molto ottimismo si può parlare di un primo iniziale embrione di “urbanistica partecipata”.
Il caso, al di là del suo pur rilevante aspetto contingente, assume, quale “precedente”, una grande importanza per il futuro edilizio di Pinerolo. Soprattutto in vista (?) di un prossimo Piano Regolatore Generale Comunale (P.R.G.C.) della Città.
È proprio in prospettiva di una nuova (e ci si augura “diversa”) fase che si deve riflettere sulle trasformazioni subite dal territorio comunale.
Ha destato interesse anche fuori dal “palazzo” diventando argomento di discussione pubblica (cosa che raramente succede per l’“urbanistica”). Ciò ha permesso, tra l’altro, di raccogliere qualche elemento di conoscenza in più di quanto normalmente è dato “a sapere”ai non addetti ai lavori.
Proviamo a riassumere sinteticamente.
Un’aggregazione di dieci imprese (in parte cooperative) ha “progettato”, per oltre dieci anni, un intervento di edilizia residenziale ai piedi della collina di Pinerolo (zona di “Monte Oliveto”).
Complessivamente si intende costruire 11.084 mq “vendibili”di edilizia residenziale (120 – 130 alloggi) e 3207 mq di autorimesse (circa 200 unità). La maggioranza delle imprese coinvolte nel progetto aveva ottenuto la promessa di un finanziamento (a fondo perduto) da parte della Regione Piemonte. Importo complessivo: circa 1,3 milioni di euro. Tale contributo è stato, successivamente, revocato a causa dei termini scaduti.
Alla fine del lungo iter burocratico il Consiglio Comunale (competente in materia urbanistica) ha “bocciato”il Piano di Edilizia Convenzionata (P.E.C.) presentato dai tecnici del Consorzio. Le imprese hanno ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale chiedendo l’annullamento della delibera ed il pagamento, da parte del Comune, dei “danni”(sono stati richiesti oltre otto milioni di euro … ).
Il T.A.R., con una sua ordinanza, ha rilevato una carenza di motivazioni nella delibera (ammettendo, implicitamente, la “sovranità”del Consiglio ma ribadendo, altresì, che ogni scelta, per non rischiare di essere “discrezionale”, va adeguatamente motivata).
Il primo di dicembre il Tribunale sarebbe dovuto entrare nel merito del ricorso ma, su richiesta delle Parti (probabilmente, ambedue, desiderose di trovare un accordo) l’udienza è stata spostata ad Aprile.
Nel frattempo (ma già in passato qualcosa si era mosso e, facendo leva sulle contraddizioni della maggioranza, aveva imposto l’attenzione al problema … ) è sorto il Comitato “per la difesa di Monte Uliveto”che, nello spazio di qualche settimana, ha raccolto oltre 1000 firme di cittadini pinerolesi contrari al sorgere di questo nuovo comparto edilizio. Con molto ottimismo si può parlare di un primo iniziale embrione di “urbanistica partecipata”.
Il caso, al di là del suo pur rilevante aspetto contingente, assume, quale “precedente”, una grande importanza per il futuro edilizio di Pinerolo. Soprattutto in vista (?) di un prossimo Piano Regolatore Generale Comunale (P.R.G.C.) della Città.
È proprio in prospettiva di una nuova (e ci si augura “diversa”) fase che si deve riflettere sulle trasformazioni subite dal territorio comunale.
La vicenda della C.P.7 può aiutarci in proposito. [omissis..]
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