mercoledì 14 dicembre 2011

Si nega l'esito del referendum sui servizi pubblici. Si sta discutendo di cedere ai privati una parte dei servizi dell’ACEA?

Parte l’iniziativa per il rispetto del voto dei cittadini
Il 12 e 13 giugno scorso 26 milioni di elettori (tra cui 16.800 pinerolesi) hanno deciso, rispondendo SI al primo quesito referendario, l’abrogazione delle norme che regolavano l’affidamento dei servizi pubblici locali. Da allora non solo il servizio idrico integrato, ma anche i rifiuti, il trasporto pubblico locale, il teleriscaldamento devono essere sottratti alla logica del mercato e gestiti  secondo criteri del diritto pubblico.
Purtroppo i Governi Berlusconi e Monti hanno adottato misure che contraddicono la volontà popolare. Entro il 31 marzo 2012  i comuni dovranno deliberare le modalità di affidamento di questi servizi. Già la città di Torino ha iniziato una procedura finanziario- amministrativa che, di fatto, condurrà in poco tempo alla privatizzazione di servizi quali  GTT (trasporti), AMIAT e TRM (rifiuti e inceneritore).
Anche per l’ACEA Pinerolese si prospetta un cammino simile. In discussione sono i rifiuti e il teleriscaldamento. Sembra che si comincerà separando la proprietà, che rimarrà pubblica, dalla gestione, che potrà essere affidata  in parte (sembra il 40%) o tutta a privati.
Il nostro Comitato in quanto promotore dei referendum, si sente «custode» del risultato referendario. Perciò chiede agli enti locali di rispettare pienamente la volontà degli elettori che al 95 % si sono espressi per mantenere la proprietà e la gestione pubblica dei servizi pubblici locali.
In questo senso ci aspettiamo che le amministrazioni comunali decidano il pieno rispetto del risultato del referendum :
- nessuna privatizzazione di servizi pubblici, nemmeno parziale, fondata sulla normativa governativa già impugnata in Corte Costituzionale e che prossimamente sarà impugnata davanti al  TAR del Piemonte,
- trasformazione ACEA industriale SpA in Azienda Speciale di diritto pubblico per sottrarla definitivamente a ogni pericolo di privatizzazione e per garantire tramite adatto statuto una gestione pubblica, trasparente e partecipata da utenti e lavoratori dei servizi pubblici. Scelta da fare se si vogliono ottenere servizi di qualità a costi sostenibili.
- pieno rispetto e conseguente applicazione anche del secondo quesito referendario che abolisce i profitti sull’acqua
Chiediamo inoltre che venga fatta un’ampia consultazione civica anche tramite incontri pubblici sul futuro dei servizi pubblici diversi dall’acqua in modo da informare i cittadini, che, secondo la Costituzione, sono “sovrani”.

                                         p. il Comitato pinerolese acqua pubblica
                                                                             Paolo Bertolotti

Pinerolo 12 dicembre 2011

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