Costituzione di nuove società ACEA per «Ciclo dei rifiuti» e «Teleriscaldamento» e selezione dei soci privati di minoranza nelle nuove società.
Il 20 dicembre il Consiglio comunale dovrà esaminare una proposta di modifica di trasformazione dell’Acea da società a capitale interamente pubblico a società mista a pubblico-privato in cui il socio privato disporrà non meno del 40% del capitale.
In quanto «custodi» del risultato referendario che il 12 e 13 giugno avente per oggetto «Servizi pubblici locali di rilevanza economica, vi chiediamo di applicare la decisione di 26 milioni di elettori (di cui16.800 di Pinerolo) di abrogare L’art.. 23 bis del DL 112/2008,con la conseguente abrogazione anche del regolamento (dPR 168/2010).
La decisione referendaria consente ai Comuni o al loro consorzi di mantenere la gestione dei servizi pubblici locali sotto il totale controllo pubblico. Non comprendiamo perciò le ragioni della parziale privatizzazione proposta. Vorremmo infatti capire quali vantaggi avranno gli utenti, i cittadini, i lavoratori dalla nuova gestione del servizio “rifiuti” e “teleriscaldamento parzialmente privatizzato: Minori tariffe, maggiore efficienza, maggiore trasparenza, maggiore partecipazione di utenti e lavoratori alla gestione? Stiamo utilizzando un servizio pubblico che funziona abbastanza bene. perché cambiarne le modalità di gestione? Quali ne sono i benefici pubblici?
Sappiamo bene che, dopo il referendum, è intervenuto l’art, 4 del DL n. 138/2011 (e succ. modifiche) che prevede una sostanziale riproposizione del vecchio art. 23 bis ad eccezione della normativa relativa al Servizio idrico integrato.
Già tre Regioni (Puglia, Marche, Veneto) hanno sollevato eccezione di incostituzionalità di tale normativa. Forse è bene attendere il pronunciamento della Corte prima di decidere la privatizzazione dell’ACEA.
Il Comitato promotore del Referendum appoggia l’iniziativa davanti alla Corte costituzionale e sta anche promuovendo ricorsi anche davanti a Tribunali amministrativi avversi alle decisioni di quei Comuni che non rispettino il voto popolare del referendum. Un azione giurisdizionale che, a livello locale, vorremmo evitare. La tempistica per la applicazione del art 4 del DL 138/2011 è stata modificata dal DL 201/2011 (Monti) e prevede tempi più lunghi (fino al al 31 marzo) per eventuali adempimenti dei comuni.
Approvando la delibera si rischia di assumere decisioni su cui si dovrà re-intervenire in seguito. Non esiste urgenza per le decisioni. Vi chiediamo perciò di rinviare ogni decisone in merito per consentire attraverso appositi incontri pubblici l’informazione, l’approfondimento e la discussione dei cittadini sul futuro del servizio pubblico oggi gestito dall’ACEA.
Ringraziamo per l’attenzione
Il 20 dicembre il Consiglio comunale dovrà esaminare una proposta di modifica di trasformazione dell’Acea da società a capitale interamente pubblico a società mista a pubblico-privato in cui il socio privato disporrà non meno del 40% del capitale.
In quanto «custodi» del risultato referendario che il 12 e 13 giugno avente per oggetto «Servizi pubblici locali di rilevanza economica, vi chiediamo di applicare la decisione di 26 milioni di elettori (di cui16.800 di Pinerolo) di abrogare L’art.. 23 bis del DL 112/2008,con la conseguente abrogazione anche del regolamento (dPR 168/2010).
La decisione referendaria consente ai Comuni o al loro consorzi di mantenere la gestione dei servizi pubblici locali sotto il totale controllo pubblico. Non comprendiamo perciò le ragioni della parziale privatizzazione proposta. Vorremmo infatti capire quali vantaggi avranno gli utenti, i cittadini, i lavoratori dalla nuova gestione del servizio “rifiuti” e “teleriscaldamento parzialmente privatizzato: Minori tariffe, maggiore efficienza, maggiore trasparenza, maggiore partecipazione di utenti e lavoratori alla gestione? Stiamo utilizzando un servizio pubblico che funziona abbastanza bene. perché cambiarne le modalità di gestione? Quali ne sono i benefici pubblici?
Sappiamo bene che, dopo il referendum, è intervenuto l’art, 4 del DL n. 138/2011 (e succ. modifiche) che prevede una sostanziale riproposizione del vecchio art. 23 bis ad eccezione della normativa relativa al Servizio idrico integrato.
Già tre Regioni (Puglia, Marche, Veneto) hanno sollevato eccezione di incostituzionalità di tale normativa. Forse è bene attendere il pronunciamento della Corte prima di decidere la privatizzazione dell’ACEA.
Il Comitato promotore del Referendum appoggia l’iniziativa davanti alla Corte costituzionale e sta anche promuovendo ricorsi anche davanti a Tribunali amministrativi avversi alle decisioni di quei Comuni che non rispettino il voto popolare del referendum. Un azione giurisdizionale che, a livello locale, vorremmo evitare. La tempistica per la applicazione del art 4 del DL 138/2011 è stata modificata dal DL 201/2011 (Monti) e prevede tempi più lunghi (fino al al 31 marzo) per eventuali adempimenti dei comuni.
Approvando la delibera si rischia di assumere decisioni su cui si dovrà re-intervenire in seguito. Non esiste urgenza per le decisioni. Vi chiediamo perciò di rinviare ogni decisone in merito per consentire attraverso appositi incontri pubblici l’informazione, l’approfondimento e la discussione dei cittadini sul futuro del servizio pubblico oggi gestito dall’ACEA.
Ringraziamo per l’attenzione
p.. Il Comitato Acqua Bene comune – Pinerolo
Paolo Bertolotti
Pinerolo, 18 dicembre 2011
Paolo Bertolotti
Pinerolo, 18 dicembre 2011
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