martedì 27 dicembre 2011

IL REGALO DI NATALE DI UNA FRAZIONE DI MAGGIORANZA DEI CONSIGLIERI COMUNALI AI PINEROLESI: LA PRIVATIZZAZIONE DEL 40% DELL' ACEA


Nella serata di mercoledi 22 dicembre 2011 in consiglio comunale a Pinerolo si è sancita la  vendita di almeno il 40% a privati dei servizi di un'azienda che appartiene a tutti i cittadini pinerolesi.
Con i soli voti contrari della Federazione della Sinistra, di Italia dei Valori, del Movimento 5 Stelle,  con l'astensione dell'unico  consigliere presente (su 2) della Lista Covato Sindaco  (SEL Ponzio Pilato?), con il voto favorevole del Partito Democratico con l'appoggio al voto dei consiglieri dei Moderati, di Progetto per Pinerolo (PDL), della Lega Nord e dell'indipendente Camusso il consiglio comunale di Pinerolo ha approvato una delibera che prevede  lo smembramento dell'ACEA e la privatizzazione, con quota almeno del 40% con limite  max del 48% ai privati, su due rami (società srl) dell'ACEA (rifiuti e energia/teleriscaldamento) e (quasi unico comune in Italia!!) si da mandato esclusivamente all'organo amministrativo della ACEA S.p.A. (che non mi pare sia l'assemblea dei sindaci) all'eventuale formazione di una società (srl) per la gestione del servizio idrico integrato della quale però (con tempismo inverosimile) si approva già lo statuto (vedasi allegato A). Sull'acqua quindi, "eventualmente" secondo compatibilità economiche stabilite da chi "amministra" (?) l'ACEA, si continua a perpetuare la logica del profitto (logica che è stata invalidata dal secondo quesito referendario), tutto il contrario di una azienda speciale come chiedono i referendari e di come si sta cercando di fare in vari comuni Italiani (Napoli, Provincia di Lecco, ecc...), dove i sindaci, vogliono applicare la volontà dei cittadini espressa con il voto.  Tale delibera, della quale potete scaricare il testo e gli allegati collegandovi ai link che trovate in fondo all'articolo, al momento è stata approvata da vari consigli comunali (probabilmente tutti) facenti parte del bacino ACEA (alcuni comuni  hanno approvato una delibera simile nel mese di marzo 2011 in versione addirittura precedente al referendum ed altri la stessa delibera nel mese di novembre) e da quanto apprendiamo è già stata resa operativa dall'assemblea dei sindaci di ACEA S.p.A.  (con rappresentanza 80% capitale sociale e a quanto si legge scarsa o quasi nulla discussione da parte dei presenti).
Cercherermo come comitato acqua del pinerolese di commentare la delibera, il bilancio 2010 dell'ACEA e le linee programmatiche approvate dall'assembela dei sindaci, nelle prossime settimane (se la "trasparenza" dell'azienda lo permetterà: se verrrano pubblicati i verbali dell'assemblea sul sito aziendale); per adesso a me preme sottolineare come dal punto di vista gestionale e funzionale  il  voto favorevole alla privatizzazione della gestione dei servizi dell'ACEA in consiglio comunale non va a favorire un avvicinamento dei servizi che l'azienda gestisce alle esigenze del territorio di riferimento, anzi, molto probabilmente la disponibilità dell'azienda di mettersi a "servizio" del territorio potrebbe nei fatti uscirne indebolita.
Infatti la trasformazione prevista in holding dell'azienda ACEA industriale S.p.A. affidando a delle controllate la gestione degli impianti (magari gestendo i servizi più onerosi e meno redditizi con “l'appalto a privati”) diminuisce ancora di più il controllo (da alcuni definito già scarso) che i Comuni hanno sull'operato dell'azienda allontanando sempre di più (per via della capitalizzazione e/o finanziarizzazione che richiede indipendenza e ricerca continua di allargamento dell'operatività) la stessa dalle esigenze del territorio di riferimento, aumentando la capacità di costrizione da parte dell'azienda sui Comuni che dovrebbero controllarne il funzionamento, proporne le linee programmatiche e verificare la  capacità di svolgere "bene" i servizi che il territorio  richiede.
Se si vanno a vedere gli statuti delle società, votati nella delibera approvata, si puo' notare che diminuisce la possibilità di esercitare un controllo dal basso (anche da parte dei comuni soci), avere informazioni sull'operato dell'azienda,  sopratutto sulle sue controllate (quelle operative compresa la srl per l'acqua), sul bilancio, sugli utili, sulla loro distribuzione ed anche indirettamente sulle tariffe (costi servizio) e si apre per i vari servizi  la possibilità di un'espansione extra territoriale e di partecipazione in altre società nonchè la possibilità di creare ancora altre specifiche società.
Mi viene qui in mente una frase che ripete sovente Marco Bersani, esponente dei movimenti per l'acqua, che afferma che se si guarda sul dizionario il contrario di "pubblico" è "segreto". Di conseguenza ogni volta che si riduce la sfera di "pubblico" si estende proporzionalmente la sfera del "segreto". Con buona pace dei fautori del pubblico che controlla.
Chi accetta questo passaggio come inevitabile perché oggi le cose devono andare così, perché l'economia richiede queste modalità operative snelle, perchè solo i  manager sono in grado di salvare il bene aziendale meglio addirittura se stanno in consiglio di amministrazione (daltronde i conflitti di  interesse sono cosa superata), non fa altro che porsi all'interno della logica che ci sta portando al baratro quella di un'economia che viaggia per se stessa per far soldi con e per i soldi senza badare al servizio a cui è demandata e tanto meno ai territori.
La sfida oggi, se si vuole veramente costruire qualcosa di solido (quello "sviluppo sostenibile" in grado di garantire un qualcosa di tangibile alle generazioni future) e non castelli di sabbia, passa attraverso una rideterminazione del ruolo di questa azienda spostando il baricentro della gestione verso il basso (non verso l'alto come si sta facendo), vicino al territorio, vicino alle esigenze degli utenti, allargando la partecipazione alla gestione attraverso un coinvolgimento diretto degli utenti, dei lavoratori, dei consigli comunali.
Con questa delibera si va nella direzione assolutamente contraria si asseconda l'obiettivo degli amministratori ACEA di rendersi sempre più indipendenti dalle amministrazioni di riferimento, facendo profitti con le tariffe pagate dagli utenti che devolveranno (in misura maggiore o minore a seconda delle prioritarie “esigenze aziendali” e naturalmente a seconda delle esigenze dei futuri soci privati) alle amministrazioni di riferimento al fine anche di “tacitarle” sulle loro “lamentele” sul servizio. Il tutto a spese ovviamente di chi paga le tariffe. 
Paolo Bertolotti - Coordinatore comitato acqua pinerolo

martedì 20 dicembre 2011

LETTERA AL SINDACO ED AI CONSIGLIERI COMUNALI DI PINEROLO SU PRIVATIZZAZIONE ACEA

Costituzione di nuove società ACEA per «Ciclo dei rifiuti» e «Teleriscaldamento» e selezione dei soci privati di minoranza nelle nuove società.
Il 20 dicembre il Consiglio comunale dovrà esaminare una proposta di modifica di trasformazione dell’Acea da società a capitale interamente pubblico a società mista a pubblico-privato in cui il socio privato disporrà non meno del 40% del capitale.
In quanto «custodi» del risultato referendario che il 12 e 13 giugno avente per oggetto «Servizi pubblici locali di rilevanza economica, vi chiediamo di applicare la decisione di 26 milioni di elettori (di cui16.800 di Pinerolo) di abrogare L’art.. 23 bis del DL 112/2008,con la conseguente abrogazione anche del regolamento (dPR 168/2010).
La decisione referendaria consente ai Comuni o al loro consorzi di mantenere la gestione dei servizi pubblici locali sotto il totale controllo pubblico. Non comprendiamo perciò le ragioni della parziale privatizzazione proposta. Vorremmo infatti capire quali vantaggi avranno gli utenti, i cittadini, i lavoratori dalla nuova gestione del servizio “rifiuti” e “teleriscaldamento parzialmente privatizzato: Minori tariffe, maggiore efficienza, maggiore trasparenza, maggiore partecipazione di utenti e lavoratori alla gestione? Stiamo utilizzando un servizio pubblico che funziona abbastanza bene. perché cambiarne le modalità di gestione? Quali ne sono i benefici pubblici?
Sappiamo bene che, dopo il referendum, è intervenuto l’art, 4 del DL n. 138/2011 (e succ. modifiche) che prevede una sostanziale riproposizione del vecchio art. 23 bis ad eccezione della normativa relativa al Servizio idrico integrato.
Già tre Regioni (Puglia, Marche, Veneto) hanno sollevato eccezione di incostituzionalità di tale normativa. Forse è bene attendere il pronunciamento della Corte prima di decidere la privatizzazione dell’ACEA.
Il Comitato promotore del Referendum appoggia l’iniziativa davanti alla Corte costituzionale e sta anche promuovendo ricorsi anche davanti a Tribunali amministrativi avversi alle decisioni di quei Comuni che non rispettino il voto popolare del referendum. Un azione giurisdizionale che, a livello locale, vorremmo evitare.  La tempistica per la applicazione del art 4 del DL 138/2011 è stata modificata dal DL 201/2011 (Monti) e prevede tempi più lunghi (fino al al 31 marzo) per eventuali adempimenti dei comuni.
Approvando la delibera si rischia di assumere decisioni su cui si dovrà re-intervenire in seguito. Non esiste urgenza per le decisioni. Vi chiediamo perciò di rinviare ogni decisone in merito per consentire attraverso appositi incontri pubblici l’informazione, l’approfondimento e la discussione dei cittadini sul futuro del servizio pubblico oggi gestito dall’ACEA.
Ringraziamo per l’attenzione
p.. Il Comitato Acqua Bene comune – Pinerolo
Paolo Bertolotti
Pinerolo, 18 dicembre 2011

lunedì 19 dicembre 2011

ACEA PINEROLESE VERSO LA PRIVATIZZAZIONE?

A Pinerolo di solito le decisioni "importanti" si prendono in fretta senza far troppo rumore e troppe discussioni (poche righe o niente sui giornali locali, documenti e informazioni ai consiglieri comunali date all'ultimo momento chissà quanto complete, ecc...) magari proprio anche prima di qualche festività o delle ferie. E' notizia fresca che è convocato il 20 dicembre il consiglio comunale della città per decidere su una proposta di trasformazione dell'ACEA (azienda che gestisce acqua, gas, rifiuti, riscaldamento nel pinerolese) da società (Spa) di capitale  interamente pubblico a società mista pubblico-privato in cui il socio privato disporrà non meno del 40% del capitale (si ipotizza sino al 48%). Il tutto in barba ai voti ed ai votanti il referendum dello scorso giugno.  Apriamo qui la discussione su questo "spinoso" argomento  con un articolo Di Luca Beltramone che potete trovare al seguente indirizzo:
http://lucabeltramone.it/2011/12/18/acea-verso-la-privatizzazione-del-teleriscaldamento-e-dei-rifiuti/

ACEA: VERSO LA PRIVATIZZAZIONE DEL TELERISCALDAMENTO E DEI RIFIUTI? 

La nuova disciplina stabilisce che l’affidamento del servizio pubblico locale di rilevanza economica (eccetto il servizio idrico integrato) se superiore a 900.000 Euro, dovrà avvenire alternativamente o attraverso una gestione concorrenziale del servizio o imponendo all’ente pubblico di aprirsi al privato.
Nel primo caso si genererà un mercato concorrenziale in cui accanto al soggetto pubblico opereranno uno o più soggetti privati. Nel secondo caso la gestione del servizio verrà affidata a società miste pubbliche e private. Il socio privato dovrà essere scelto, con gara pubblica, tra soggetti con comprovate capacità ed esperienza nella gestione del servizio e la partecipazione del privato dovrà essere superiore al 40% del capitale sociale.
In base a questo scenario Acea Pinerolese Industriale S.p.A. vorrebbe creare due nuove S.r.l. (una per la gestione del ciclo dei rifiuti ed una per la gestione del teleriscaldamento)attraverso un conferimento di due rami d’azienda.
Data l’importanza dell’operazione mi chiedo perchè il nostro consiglio comunale, entro il 23/03/2011, debba approvare questa operazione di riorganizzazione industriale quando il termine legale è fissato al 31/03/2012. Perchè non è stato dato tempo ai nostri consiglieri di valutare se per l’utente/cittadino non fosse stato meglio generare un mercato concorrenziale? Mi sembra manchi della trasparenza.
Dalla nota integrativa di Acea Pinerolese Industriale S.p.A. compare nel prospetto relativo alla ripartizione dei ricavi per singolo settore di attività che il ricavo derivante dalla gestione del teleriscaldamento, relativo all’esercizio 2010, è pari a 407.174 Euro.
Non essendo superiore al limite di 900.000 Euro non capisco il motivo per cui scorporare questo ramo d’azienda per gestirlo singolarmente rispetto alle altre attività.
Dal punto di vista tecnico attraverso l’operazione di conferimento dei due rami d’azienda nelle due nuove S.r.l., Acea Pinerolese Industriale S.p.A. deterrà il 100% del capitale sociale delle due costituende.
Sarà l’unico socio. Deciderà la strategia relativa all’ingresso del socio privato nel capitale delle due società destinate alla gestione del ciclo rifiuti e del teleriscaldamento. Sulle scelte di politica industriale delle due S.r.l. i Comuni ed in particolar modo il Comune di Pinerolo, principale azionista di Acea Pinerolese Industriale
S.p.A., verranno superati dalla stessa S.p.A. Il Comune di Pinerolo, sulle due nuove S.r.l., verrà privato di decidere in merito:
- all’approvazione del bilancio ed alla determinazione della distribuzione degli utili;
- alla nomina dell’organo amministrativo;
- alla nomina dei componenti del collegio sindacale;
- alla modifica dell’atto costitutivo.
Se il nostro consiglio comunale approvasse l’opzione di aprire la società pubblica al capitale privato perchè non procedere con una scissione dei due rami d’azienda al posto del conferimento?
Il risultato sarebbe il medesimo per quel che riguarda la creazione delle due S.r.l.. La differenza sta nel fattto che la proprietà resterebbe in mano ai Comuni. In questo modo continuerebbero ad essere i Comuni a decidere su: approvazione bilancio e determinazione della distribuzione dei dividendi, nomina dell’organo amministrativo, nomina dei componenti del collegio sindacale e modifiche relative all’atto costitutivo.
E’ vero che col conferimento, per via della disciplina relativa alla direzione e coordinamento, i Comuni eserciterebbero sempre una qualche influenza indiretta sulle attività relative alla gestione dei rifiuti
ed alla gestione del teleriscaldamento. Ma quel che più mi lascia perplesso e che i Comuni perdano la proprietà diretta di due servizi così fondamentali per la collettività.

mercoledì 14 dicembre 2011

Si nega l'esito del referendum sui servizi pubblici. Si sta discutendo di cedere ai privati una parte dei servizi dell’ACEA?

Parte l’iniziativa per il rispetto del voto dei cittadini
Il 12 e 13 giugno scorso 26 milioni di elettori (tra cui 16.800 pinerolesi) hanno deciso, rispondendo SI al primo quesito referendario, l’abrogazione delle norme che regolavano l’affidamento dei servizi pubblici locali. Da allora non solo il servizio idrico integrato, ma anche i rifiuti, il trasporto pubblico locale, il teleriscaldamento devono essere sottratti alla logica del mercato e gestiti  secondo criteri del diritto pubblico.
Purtroppo i Governi Berlusconi e Monti hanno adottato misure che contraddicono la volontà popolare. Entro il 31 marzo 2012  i comuni dovranno deliberare le modalità di affidamento di questi servizi. Già la città di Torino ha iniziato una procedura finanziario- amministrativa che, di fatto, condurrà in poco tempo alla privatizzazione di servizi quali  GTT (trasporti), AMIAT e TRM (rifiuti e inceneritore).
Anche per l’ACEA Pinerolese si prospetta un cammino simile. In discussione sono i rifiuti e il teleriscaldamento. Sembra che si comincerà separando la proprietà, che rimarrà pubblica, dalla gestione, che potrà essere affidata  in parte (sembra il 40%) o tutta a privati.
Il nostro Comitato in quanto promotore dei referendum, si sente «custode» del risultato referendario. Perciò chiede agli enti locali di rispettare pienamente la volontà degli elettori che al 95 % si sono espressi per mantenere la proprietà e la gestione pubblica dei servizi pubblici locali.
In questo senso ci aspettiamo che le amministrazioni comunali decidano il pieno rispetto del risultato del referendum :
- nessuna privatizzazione di servizi pubblici, nemmeno parziale, fondata sulla normativa governativa già impugnata in Corte Costituzionale e che prossimamente sarà impugnata davanti al  TAR del Piemonte,
- trasformazione ACEA industriale SpA in Azienda Speciale di diritto pubblico per sottrarla definitivamente a ogni pericolo di privatizzazione e per garantire tramite adatto statuto una gestione pubblica, trasparente e partecipata da utenti e lavoratori dei servizi pubblici. Scelta da fare se si vogliono ottenere servizi di qualità a costi sostenibili.
- pieno rispetto e conseguente applicazione anche del secondo quesito referendario che abolisce i profitti sull’acqua
Chiediamo inoltre che venga fatta un’ampia consultazione civica anche tramite incontri pubblici sul futuro dei servizi pubblici diversi dall’acqua in modo da informare i cittadini, che, secondo la Costituzione, sono “sovrani”.

                                         p. il Comitato pinerolese acqua pubblica
                                                                             Paolo Bertolotti

Pinerolo 12 dicembre 2011

martedì 13 dicembre 2011

Ecco gli estratti della relazione tenuta dall'economista Roberto Burlando al nostro convegno 
(Convegno GAS Stranamore, Museo del gusto di Frossasco 3/12/2011)


1) Roberto Burlando parla del fallimento della politica populista di destra e della deriva della sinistra che, da una parte è rimasta nostalgica marxista e dall'altra ha inseguito il sogno liberista del mercato come regolatore supremo
http://vimeo.com/33586837


2) Burlando spiega come si debba tornare a concepire una politica pubblica sui beni comuni 
http://vimeo.com/33587432


3) Il concetto di sostenibilità presuppone delle scelte politiche molto chiare che vanno in direzione di una rivalutazione del bene comune (Roberto Burlando)
http://vimeo.com/33587531

4) E' necessario pensare ad altre prospettive di sviluppo che ci consentano di uscire dalla crisi politica, economica ed ecologica (Roberto Burlando)
http://vimeo.com/33587686
5) Non occorre essere rivoluzionari per immaginare altri modelli di sviluppo. Anche la dottrina della Chiesa, con tutte le sue contraddizioni, segna una via di sviluppo alternativa alla deriva liberista che si sta consumando nella crisi contemporanea (Roberto Burlando)
http://vimeo.com/33587964
6) Un sistema di sviluppo che voglia superare il liberismo puro deve per forza puntare su politiche pubbliche forti per evitare il capitalismo della cricca e la speculazione affaristica (Roberto Burlando) 

sabato 10 dicembre 2011

Maxi truffa nel bio: stiamo allerta!

[da aam Terra Nuova] Non possiamo chiudere gli occhi di fronte alla megatruffa che ahimé riguarda anche il settore dei prodotti biologici. La Guardia di Finanza del comando di Verona ha sequestrato oltre 700 mila tonnellate di prodotti alimentari falsamente biologici che venivano commercializzati e scoperto un giro di fatture false per oltre 200 milioni di euro. Sei le persone arrestate.
Gli arresti, disposti dal gip di Verona, sono stati eseguiti a nella città veneta e a Ferrara, Pesaro Urbino e Foggia. L'indagine riguarda una gigantesca frode nel settore della vendita di prodotti biologici e ha portato anche al sequestro di oltre 2.500 tonnellate di merce (frumento, favino, soia, farine e frutta fresca) spacciata per biologica. Secondo le indagini, i sei arrestati hanno immesso sul mercato una quantita' di prodotti falsamente biologici che corrispondono al 10% dell'intero mercato nazionale.
La guardia di finanza di Verona ha scoperto una megatruffa nel settore dei prodotti biologici, sequestrando 2.500 tonnellate di materie prime e 700mila di prodotti alimentari spacciati per "bio" e scoperto un giro di fatture false per oltre 200 milioni di euro. Sei le persone arrestate a Verona, Ferrara, Pesaro Urbino e Foggia: secondo gli investigatori hanno commercializzato una quantità di prodotti pari al 10% dell'intero mercato nazionale.
Il maxisequestro comprende più di 2.500 tonnellate di frumento, favino, soia, farine e frutta fresca, spacciati per biologici e oltre 700mila tonnellate di falsi prodotti alimentari bio commercializzate. Quantitativo pari al 10% del mercato nazionale.
Le fiamme gialle hanno scoperto anche un giro di fatturazione per operazioni inesistenti da oltre 200 milioni di euro. Un volume di transazioni definito "impressionante" dagli stessi investigatori.


 
 

lunedì 5 dicembre 2011

Appuntamenti di dicembre per i Gasisti

Ricordiamo gli appuntamenti di dicembre che abbiamo deciso insieme nell'incontro di novembre (li avete già visti nel verbale di quella riunione, ma qui li ricordiamo e precisiamo):

martedì 6 dicembre alle 21 - Riunione Gas su criteri di scelta produttori
Incontro tra di noi per ragionare insieme sui criteri con cui scegliamo i prodotti ed i produttori. Naturalmente se n'è parlato in diverse occasioni, fin dall'inizio del GAS; adesso vogliamo tirare le fila di tanti ragionamenti, approfittando anche di lavori di approfondimento fatti da altri GAS ed aiutandoci con alcuni materiali che questi ultimi hanno prodotto; li avevamo già inviati, ma li alleghiamo nuovamente, per chi avesse tempo e voglia di guardarli già prima dell'incontro.
Attenzione: non è un incontro puramente tecnico; le schede elaborate sono degli strumenti per aiutarci a gestire il rapporto con i prodotti ed i produttori, ma sollevano domande e problemi che richiedono che ogni GAS prenda le proprie decisioni al riguardo.  
Alcuni di noi nell'ultimo mese hanno partecipato a diversi incontri su questi temi: la giornata finale del nostro percorso "La filiera corta che vorrei" a Frossasco, "La borsa ed i valori" a Torino e l'incontro del coordinamento contadino piemontese ad Asti; sarà anche l'occasione per condividere con gli altri gli elementi utili tratti da quegli incontri. 

Mercoledì 14 dicembre alle 21- Riunione mensile generale GAS Pinerolo stranamore
ordine del giorno prosposto:
1) un produttore presenterà al GAS il suo lavoro: allevamento di trote e lavorazione delle loro carni.
2) assaggeremo dell'olio ligure e delle salse; non ci saranno i relativi produttori, ma quelli di noi che porteranno questi cibi forniranno alcune informazioni al riguardo.