Negli
ultimi tempi la vita per l’escursionismo, in particolare nelle
valli del pinerolese , si è fatta sempre più difficile.
Si
moltiplicano le gare di trial ed enduro su sentieri, autorizzate dai
Comuni (es. Villar Perosa, Pramollo, la “Due giorni in Val Pellice”
, la Mula Trial a Pragelato e Sestriere…..) , crescono di numero
le corse per quad, si ripetono i tentativi di modificare le leggi
regionali in senso sempre più “motoristico” (vedil’
emendamento proposto dal consigliere Demagistris, presidente del
Motoclub Verbania per aprire ai mezzi motorizzate tutti i sentieri,
fortunatamente respinto, o la norma, invece approvata, che consente
l’uso di tali mezzi per raggiungere gli agriturismi…..) , si
moltiplicano in alcuni comuni i percorsi autorizzati per trial o
enduro sui
sentieri
escursionistici o sui tracciati per le ciaspole o ancora di
rilevante importanza storica o turistica (Plaisentif, Sentiero del
Glorioso Rimpatrio dei Valdesi, GTA….). Anche nella stagione
invernale la sempre più diffusa pratica dell’ eliski e l’utilizzo
di motoslitte (anche dove non concesso) riempiono di fragore le
nostre valli.
La
motivazione “economica” appare pretestuosa , visto che in altri
territori delle Alpi, anche piemontesi, si segue una politica diversa
e con piena soddisfazione degli operatori (es, Alpi Devero e Veglia,
strada Nivolet…), per non parlare delle politiche assai più
restrittive per i mezzi motorizzati in vigore in Val d’ Aosta o in
Trentino, e della positiva esperienza della Valle di Nevache. La
provincia di Torino, soprattutto nella Valli Chisone e Susa, appare
in questo contesto come quella in cui gare e percorsi motoristici
hanno più spazio.
Finora
l’ attività di denuncia pubblica di questo stato di cose è
rimasta molto limitata, per la poca forza delle persone o delle
singole associazioni che si sono mosse, e ha prodotto al massimo
qualche compromesso insoddisfacente (come la chiusura per soli due
giorni feriali a settimana, nei mesi di luglio e agosto, della strada
dell’ Assietta).
Nel
proporre la preparazione di un convegno, in cui chiamare a confronto
sia gli amministratori regionali, provinciali e locali che altri
soggetti e realtà che operano nel territorio e sono sensibili ai
temi della montagna, a partire da un concreto problema come la
gestione dei sentieri, appare però necessario proporre a tutti i
soci CAI e delle altre associazioni che aderiscono a Noi nelle Alpi
(ARCI , Legambiente, Le Ciaspole, Mountain wilderness, GAS…) una
riflessione su quale sia la nostra ottica complessiva nel rapportarci
alla montagna.
Noi
riteniamo che la montagna sia certo una palestra per la nostra
attività sportiva, un luogo di legittima ricreazione, uno spazio di
preziosa bellezza da conservare, ma oltre a questo pensiamo che le
Alpi siano anche , come dice l’ Unisco e ripete la “Convenzione
delle Alpi” un “patrimonio dell’ umanità” per il loro valore
storico, culturale, ambientale, per la biodiversità che
custodiscono. Noi abbiamo in comune l’ idea che le nostre
montagne siano da preservare (mantenendole vive anche sotto il
profilo economico) come cerniera con l’Europa, custodi dell’
acqua che abbiamo rivendicato come bene comune, riserva di ossigeno,
luogo di sperimentazione di un possibile diverso modello di sviluppo
non distruttivo.
Se
condividiamo la volontà di un impegno per la tutela e la
valorizzazione sostenibile del territorio alpino, allora la nostra
azione deve essere più coordinata ed incisiva, capace di mettere in
relazione le realtà positive che ci sono anche nelle nostre valli.
Dobbiamo chiamare con forza a confronto gli interlocutori
istituzionali, essere capace di usare anche i nuovi mezzi di
comunicazione e le “reti” di contatto che le associazioni hanno
per “premere” sulle amministrazioni locali, ad esempio con il
conferimento di un “bollino di qualità” (comune, rifugio,
alpeggio….”amico degli escursionisti” ) a chi opera in senso
positivo e segnalando invece con un “bollino nero” chi
aggredisce l’ambiente e i territori da “evitare” a causa della
frequentazione motorizzata.
In
questo contesto appare importante individuare insieme anche gli altri
soggetti che possono essere coinvolti in un progetto per un turismo
sostenibile , dai gestori dei rifugi ai ciclisti responsabili, dagli
operatori dei Parchi alle guide naturalistiche, dai negozi di
articoli sportivi alle società degli impianti di risalita……
Ci
sembra inoltre utile coinvolgere nella nostra proposta anche altre
attività non inquinanti: ad esempio la mountain bike, che potrebbe
essere praticata con grande successo sulle strade militari delle
nostre valli (se venissero chiuse al traffico motorizzato), e il
down-hill, a cui riservare tracciati appositi, seguendo la positiva
esperienza avviata a Prali sugli impianti della società Nuova 13
laghi.
Riteniamo
che, partendo da questi spunti di riflessione, possano essere
elaborate anche alcune proposte concrete da sottoporre agli enti
territoriali (la Provincia si era ad esempio già impegnata
pubblicamente ad un confronto progettuale) per ridare spazio e
“respiro” all’ attività escursionistica nelle nostre valli e
contemporaneamente ridare slancio alla ricerca di un diverso modello
di gestione della montagna che unisca fruizione non distruttiva e
sostenibilità anche economica per chi continua a viverci e
presidiarla.
Sottoponiamo
perciò alla discussione di tutti i soci delle associazioni che fanno
parte di Noi nelle Alpi alcuni possibili obiettivi su cui aprire un
più ampio confronto a partire dal problema della salvaguardia e
valorizzazione della rete escursionistica, con il proposito di
arrivare a evento pubblico dedicato alla fruizione non motorizzata
della montagna e dei sentieri :
- Moratoria sull’autorizzazione da parte dei comuni di nuovi permessi per gare motoristiche e per il transito sui sentieri di moto e quad.
- Revisione dei percorsi già autorizzati , in particolare nei casi in cui si sovrappongono a sentieri di rilevanti interesse storico/turistico o a percorsi tracciati per attività escursionistica
- Definizione di forme per la pratica di attività motorizzate con minore impatto sull’ambiente e sul turismo escursionistico (piste riservate in aree ristrette e prive di sentieri, ecc.)
- Istituzione di un tavolo comune tra tutti gli enti e gruppi interessati per la programmazione annuale degli interventi di manutenzione e ripristino dei sentieri
- Rapida ultimazione del Catasto dei sentieri in corso di redazione da parte dell’ IPLA
- Verifica della possibilità di affidamento della manutenzione dei sentieri di maggior interesse storico/turistico (Glorioso Rimpatrio, Plaisentif, GTA…..) a cooperative locali
- Revisione degli emendamenti apportati alle normative regionali (comma 4 art. 11 L.R. 32/1982 e comma 6 art. 2 L.R. 45 /1989) con il Collegato alla finanziaria 2011 (necessità per i sindaci di un parere vincolante regionale per interdire al traffico strade di loro competenza e possibilità per i clienti di agriturismo di raggiungerli con mezzi motorizzati, magari solo per un caffè).
- Definizione di alcuni “progetti di gestione sostenibile” ad esempio per la strada dell’ Assietta, per la pista del Prà, per il coordinamento delle navette e bus tra Pragelato e la Val Troncea
- Utilizzo di una quota dei 40 milioni di euro gestiti dalla Fondazione Postolimpico per una riqualificazione dei sentieri escursionistici delle Montagne Olimpiche.
- Creazione di posti tappa sui percorsi di trekking più giorni, e di altre strutture ricettive (ad esempio rifugi escursionistici) al servizio del turismo non motorizzato, per creare immediate opportunità economiche e di lavoro.
Sarebbe
infine opportuno verificare la possibilità di un incontro, magari a
carattere di “festa” , tra i soci di tutte le associazioni di Noi
nelle Alpi per consentire la reciproca conoscenza e la capacità di
lavorare insieme .
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