lunedì 10 ottobre 2011

Economie solidali del Pinerolese: Società Mutua Pinerolese. Intervista al Presidente Federico Ferro

Iniziamo con questo articolo un viaggio tra i soggetti "dell'economia solidale" del territorio Pinerolese per dare visibilità alle esperienze attive ed anche per stimolare la conoscenza reciproca tra le varie realtà. Riteniamo infatti importante favorire, per quanto possibile, conoscenza e relazioni, fino ad un possibile incontro, tra i vari soggetti di questo settore che permetta per lo meno uno scambio di informazioni sulle attività di ognuno.

Il nostro viaggio inizia con una delle più antiche e conosciute (a volte anche discusse) realtà solidali: il mutualismo. Oggi che il capitalismo della grande finanza e dei mercati globali mostra crisi profonde  e  lo Stato si sta ritirando dagli spazi che aveva occupato. Si profila una occasione storica per la rinascita del mutualismo. La prospettiva non è l’accettazione di minori garanzie né la sostituzione più o meno precaria dello stato che batte in ritirata, ma quella di dare dignità sia economica che politica alla capacità di autorganizzazione. Sembra che anche il sindacato (vedasi ultimo dibattito alla festa della Fiom a Torino) stia cercando di  superare una antica frattura culturale con il movimento delle mutue proponendosi per lo meno in un dialogo con le società mutualistiche fino a poco tempo fa impensabile.  
A Pinerolo è presente la Società Mutua Pinerolese che è una Società di Mutuo Soccorso che si propone  di rilanciare la mutualità volontaria, tipica delle Società di Mutuo Soccorso del 1800 (un patto di solidarietà tra gli aderenti, non un contratto assicurativo).  
Intervista a Federico Ferro Presidente della Società Mutua Pinerolese (SMP)
’ un patto di solidarietà, e non un contratto assicurativo, a legare gli aderenti.
E’ un patto di solidarietà, e non un contratto assicurativo, a legare gli aderenti.

Come, e su quali basi, è nata la Società Mutua Pinerolese?
Nell’ultimo decennio del ‘900 lo stato sociale e la sanità pubblica cominciano a tagliare e a ridurre alcuni servizi. In questo nuovo contesto le Società di Mutuo Soccorso del pinerolese, riunite nella omonima Consulta, decidono di riprendere l’originaria attività mutualistica, dapprima con una convenzione col Consorzio Mutue di Novara, costituendo la “Società Mutua Pinerolese” con il compito di fornire servizi integrativi al Servizio Sanitario Nazionale.
È stata costituita l’11 gennaio 1996 e dal 2005 opera in totale autonomia.

Il sindacato è nato dal movimento mutualistico, il quale successivamente ha avuto una progressiva eclisse, ma qual è la differenza forte fra il sindacato e il mutualismo?
Storicamente le società di mutuo soccorso sono state le prime forme di organizzazione autogestita dalla classe lavoratrice.
Attualmente si interessano di ambiti diversi. Il sindacato rappresenta e contratta mentre il mutualismo gestisce servizi.

Le società di mutuo soccorso, quindi, facevano parte di quello che oggi fa il welfare state… cosa fate?
In origine le società di mutuo soccorso erano tra le poche realtà che si occupavano del benessere dei cittadini in quanto non esisteva ancora l’attuale welfare. Oggi le mutue sanitarie integrano e completano i servizi del welfare state.

Come funziona, quanti sono gli iscritti, quali servizi offre?
Chiunque si può iscrivere, si diventa Soci pagando una quota annuale che varia in base ai servizi richiesti, che meglio rispondono alle proprie necessità. Essenzialmente prestazioni di tipo sanitario ad integrazione di ciò che il Servizio Sanitario Nazionale non riesce a soddisfare.
Attualmente gli iscritti sono circa 2000.
Garantisce diverse prestazioni:
- rimborsi per spese sostenute per visite, analisi e ticket;
- rimborsi per ricoveri o interventi a pagamento e diarie per ricoveri in strutture pubbliche;
- assistenza in ospedale e a domicilio;
- rimborso parziale di viaggi in ambulanza;
- tariffe convenzionate con alcuni studi dentistici.

L’età media degli iscritti è piuttosto alta quali sono le opportunità che il mutualismo potrebbe creare per le nuove generazioni?
Si sono studiate negli anni alcune forme di assistenza rivolte alle giovani famiglie, con delle tariffe scontate in base al numero dei componenti e una quota molto bassa per i bambini fino agli 11 anni. Per le nuove generazioni la spinta ad iscriversi alla società di mutuo soccorso arriva dal sempre maggiore peso che ha la spesa sanitaria sul bilancio personale. I servizi che offriamo diventano sempre più utili se si pensa alla possibilità di avere un rimborso delle spese sanitarie sia nel pubblico che nel privato o ancora tariffe agevolate per le cure dentistiche.

Qual è il futuro della vostra esperienza, pensate sia possibile un welfare radicalmente autogestito, ovviamente a fronte del fatto che le risorse che oggi sono drenate a favore dello Stato passino alle mutue?
Nel prossimo futuro è possibile che l’integrazione al welfare statale sia sempre maggiore e gestita anche da realtà quali le mutue. In particolare l’assistenza domiciliare in collaborazione con le istituzioni locali. Le mutue non vogliono sostituirsi alla gestione pubblica che è garanzia di universalità, ma solo integrarla.

Eppure le mutue potrebbero essere importanti nella battaglia per una riforma del welfare. La politica in generale invece di accettare la sfida e puntare sull’autogestione, continua a difendere la logica del welfare statale… c’è una soluzione a questa eterna diatriba?
Riteniamo che le difficoltà della finanza pubblica portino naturalmente all’integrazione dei due modelli. Ci sono segnali di forte apertura nella cultura politica e un inizio di apertura seppur limitato nel mondo sindacale.

Uno dei problemi sta forse nel fatto che, nella storia politica del nostro paese il concetto autogestione e stato marginalizzato… perché?
Dopo la 1° guerra mondiale nei grandi stati europei Francia e Germania le Società di Mutuo Soccorso si svilupparono grandi mutue nazionali che gestivano il servizio sanitario nazionale, in Italia la politica del fascismo distrusse le Società di Mutuo Soccorso in quanto strumento di democrazia. Le scelte successive furono obbligate.


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