Sospensione temporanea del programma nucleare in attesa degli «stress test» europei e definizione entro un anno della nuova strategia energetica nazionale, all'interno della quale potrebbe rientrare la costruzione di centrali atomiche.
Sono queste le due misure di cui sarà chiesta l'abrogazione nel referendum del 12-13 giugno dopo che la Cassazione ha trasferito sulle nuove disposizioni del decreto “Omnibus” i quesiti referendari sul nucleare. In sostanza, la Suprema Corte ha stabilito che la sospensione del programma, decisa dal governo alla fine di marzo dopo la tragedia di Fukushima, non corrisponde ad una abrogazione totale del rientro dell'Italia al nucleare.
Il 12 e il 13 giugno gli elettori dovranno decidere quindi se abrogare 2 commi dell'articolo 5 della legge chiamata "Omnibus": il comma 1 e il comma 8.
Il primo comma (1) stabilisce la sospensione del programma nucleare in attesa degli stress test e recita:
L'altro comma (8) dell'articolo 5 sottoposto a referendum, l'ottavo, riguarda la strategia energetica nazionale e stabilisce che: ''Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto'' il Consiglio dei Ministri ''adotta la Strategia energetica nazionale''.
Strategia che va definita all'interno di una serie di linee guida che non escludono la produzione nucleare, e che, anzi, privilegiano le tecnologie a minore emissione di CO2 come l'atomo.
Più avanti nel testo, infatti, il comma 8 dice che:
''Nella definizione della Strategia, il Consiglio dei Ministri tiene conto delle valutazioni effettuate a livello di Unione europea e a livello internazionale sulla sicurezza delle tecnologie disponibili, degli obiettivi fissati a livello di Unione europea e a livello internazionale in materia di cambiamenti climatici, delle indicazioni dell'Unione europea e degli organismi internazionali in materia di scenari energetici e ambientali''
Sono queste le due misure di cui sarà chiesta l'abrogazione nel referendum del 12-13 giugno dopo che la Cassazione ha trasferito sulle nuove disposizioni del decreto “Omnibus” i quesiti referendari sul nucleare. In sostanza, la Suprema Corte ha stabilito che la sospensione del programma, decisa dal governo alla fine di marzo dopo la tragedia di Fukushima, non corrisponde ad una abrogazione totale del rientro dell'Italia al nucleare.
Il 12 e il 13 giugno gli elettori dovranno decidere quindi se abrogare 2 commi dell'articolo 5 della legge chiamata "Omnibus": il comma 1 e il comma 8.
Il primo comma (1) stabilisce la sospensione del programma nucleare in attesa degli stress test e recita:
''Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche, mediante il supporto dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare''.
L'altro comma (8) dell'articolo 5 sottoposto a referendum, l'ottavo, riguarda la strategia energetica nazionale e stabilisce che: ''Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto'' il Consiglio dei Ministri ''adotta la Strategia energetica nazionale''.
Strategia che va definita all'interno di una serie di linee guida che non escludono la produzione nucleare, e che, anzi, privilegiano le tecnologie a minore emissione di CO2 come l'atomo.
Più avanti nel testo, infatti, il comma 8 dice che:
''Nella definizione della Strategia, il Consiglio dei Ministri tiene conto delle valutazioni effettuate a livello di Unione europea e a livello internazionale sulla sicurezza delle tecnologie disponibili, degli obiettivi fissati a livello di Unione europea e a livello internazionale in materia di cambiamenti climatici, delle indicazioni dell'Unione europea e degli organismi internazionali in materia di scenari energetici e ambientali''
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