Il declino della biodiversità non accenna a diminuire. Anzi, il ritmo di estinzione delle specie è considerato da 100 a 1.000 volte superiore a quello registrato in epoca pre-umana. È quanto è emerso nel corso della “Conferenza Ispra per la conservazione della biodiversità. Ricerca applicata, strumenti e metodi”, che si è svolta a Roma dal 24 al 26 novembre scorsi.
L'allarme coinvolge anche il nostro Paese. Almeno 58.000 specie animali in Italia, il numero più alto in Europa, la metà dei vertebrati presenti in tutto il territorio, è minacciata dall'estinzione, circa un quarto degli uccelli sono a elevato rischio e la situazione non è migliore per la flora.
In pericolo sono 1.020 specie vegetali superiori, circa il 15% del totale, e, tra le piante inferiori, lo è anche il 40% delle alghe, licheni, muschi, felci. L'estensione mondiale delle aree protette è quintuplicata dal 1970 a oggi e ha raggiunto il 12% delle terre emerse. L'87% delle nazioni che hanno siglato la Convenzione Onu sulla Biodiversità ha approvato propri piani d'azione e strategie per la conservazione della biodiversità.
L'evento, spiega l'Ispra, si collega alla Conferenza Nazionale per la Biodiversità, svoltasi nel giugno scorso e voluta dal ministero dell'Ambiente, e riprende il vivace dibattito a livello tecnico-scientifico, istituzionale e culturale avviato nel nostro Paese in tema di salvaguardia della biodiversità. Con la Conferenza dell'Ispra, per la prima volta, un'istituzione pubblica realizza un approccio multidisciplinare nei confronti di una materia che ha, per sua stessa definizione, necessità di essere avvicinata in questi termini.
"Il nostro Paese ha davanti sfide nuove ed impegnative in tema di conservazione della biodiversità - ha sottolineato il presidente dell'Ispra, Bernardo De Bernardinis -. Alcune di queste sono diventate ancora più urgenti a seguito dei risultati della recente Conferenza Onu sulla biodiversità tenutasi a Nagoya, che ha definito una serie di obiettivi non più rinviabili”.
Scopo della Conferenza Ispra non è stato infatti solo quello di presentare le attività svolte dall'Istituto in materia, ma anche di avviare una discussione sul suo ruolo rispetto all'attuazione del piano e della strategia nazionale per la conservazione della biodiversità su scala globale. [ articolo tratto da Agrinews.info]
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