Pinerolo 08 gennaio 2013
Sulla Stampa del 22 dicembre è
apparsa la notizia che il Sindaco Buttiero aveva raggiunto l’accordo con i
privati per abbattere il Merlettificio Turck; a distanza di alcuni giorni è arrivata
sull’Eco del Chisone la precisazione del Sindaco medesimo che la demolizione
non riguarderà il fabbricato su Corso Piave, il cosiddetto “Follone”,
rimandandone la valutazione ad un confronto con la Soprintendenza.
Benché la salvezza – temporanea -
del Follone sia comunque positiva, permane la sottovalutazione dell’importanza
che il Turck e la sua area rivestono per Pinerolo. Sottovalutazione che - dispiace doverlo constatare – riguarda
anche la pratica urbanistica nel suo complesso, vista spesso solo come edilizia
e come dispensatrice di cubature.
Ricordiamo a questo proposito che
si è pensato di risolvere il tema delle aree industriali in dismissione (PMT) con
semplici permessi di costruire, per di più in deroga e che si è affermato che
il nuovo Piano Regolatore, promesso in campagna elettorale, non serve più in
quanto manca la domanda di nuova edilizia, prescindendo dalla sproporzionata
offerta che l’attuale Piano ancora offre e che andrebbe anzitutto
ridimensionata.
In questo quadro, non stupisce
dunque che la preoccupazione per il Turck sia anzitutto fare pulizia, demolendo
parte dei fabbricati ed inghiaiando un piazzale, favorendo il successivo intervento
delle proprietà.
Ma se da un lato è assolutamente
condivisibile l’auspicio del Sindaco che il Turck, da area degradata si trasformi
in risorsa e sviluppo per la città, occorre valutare come questa operazione
verrà gestita.
La regia pubblica da attuarsi
attraverso la compilazione d’ufficio del piano Particolareggiato dell’area da
parte del Comune di Pinerolo non garantisce affatto rispetto all’esito
soddisfacente dell’intervento poiché il problema sta nelle regole che il Piano
Regolatore fissa nella zona e nelle volumetrie che ammette.
Le norme del Piano Regolatore
omettono la valutazione del valore documentale e storico dell’ex Merlettificio
che andrebbe viceversa valorizzato quale importante brano di archeologia
industriale e quale ideale contenitore per numerose funzioni pubbliche e
private come già evidenziarono i contributi resi dalla Soprintendenza e dalla
Prof.ssa Chierici a supporto del Convegno sul Turck promosso da Italia Nostra
nel 2010.
Ma le previsioni del Piano
Regolatore sono sovradimensionate anche sotto il profilo quantitativo, 800
nuovi alloggi in una zona già congestionata dal traffico e non più
giustificabili in rapporto alle classi di idoneità all’utilizzazione
urbanistica recentemente adottate recependo il PAI; difficilmente
giustificabili anche le previsioni viarie e infrastrutturali, in particolare il
costosissimo sottopasso che il Piano Regolatore prevede sotto la ferrovia per
Torre Pellice, peraltro ora dismessa, e a pochi passi dal Lemina, che
inevitabilmente lo sommergerà come già accade per altri analoghi manufatti a
Pinerolo.
Infine
l’area urbanistica del Turck, in gran parte inedificata benché di matrice
preindustriale, è delimitata dal Lemina e dal Moirano che rendono l'intervento fragile non solo dal punto di vista della sicurezza
idrogeologica ma difficilmente conciliabile con le disposizioni del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio
che tutela il valore ambientale e
paesaggistico delle relative
sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna. Come non
bastasse sono sottoposte a tutela monumentale anche gli apparati idraulici
facenti parte del Rio Moirano.
Insomma; prevedere un intervento di tale
rilevanza e così articolato in un’area simile è figlio di un’urbanistica
datata, ancorata agli anni ’50 se non addirittura agli anni ’30 ove si
demolisse il Merlettificio per questioni di igiene come si faceva nei celebri
“sventramenti” di littoria memoria.
Ma se questo Piano Regolatore
proprio non lo si vuole come detto correggere, invitiamo allora il Sindaco –
che è pur sempre anche assessore all’urbanistica – a valutare attentamente le
conseguenze delle ipotizzate demolizioni poiché in tal caso ricorreranno tutte
le norme previste per le nuove costruzioni, incluse soprattutto le prescrizioni
– non solo quelle delle Norme Tecniche del Piano Regolatore - ma anche quelle
dell’art. 29 della L.R. 56/77 che stabiliscono le distanze dei fabbricati dai
canali, per cui le nuove costruzioni non potranno certamente risorgere
sull’impronta del vecchio merlettificio.
Ci appelliamo infine in un’ottica
costruttiva alle forze progressiste che sostengono la Giunta attuale ed in
particolare al PD ed al suo capogruppo, architetto Luca Barbero, principale
forza di maggioranza, affinché memore della tradizione dei Cederna, dei De
Lucia e dei Cervellati, recuperino dignità e spessore culturale alla pratica urbanistica
a Pinerolo che non è solo regolamentazione della domanda e diritto ad edificare
ma anche visione, valori e partecipazione democratica.
Il Direttivo della Sezione Pinerolese di ITALIA NOSTRA
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