martedì 8 gennaio 2013

Intervento della sezione Pinerolese di Italia Nostra sull'assetto edilizo del Merlettificio Turck di Pinerolo


Pinerolo 08 gennaio 2013

Sulla Stampa del 22 dicembre è apparsa la notizia che il Sindaco Buttiero aveva raggiunto l’accordo con i privati per abbattere il Merlettificio Turck; a distanza di alcuni giorni è arrivata sull’Eco del Chisone la precisazione del Sindaco medesimo che la demolizione non riguarderà il fabbricato su Corso Piave, il cosiddetto “Follone”, rimandandone la valutazione ad un confronto con la Soprintendenza.

Benché la salvezza – temporanea - del Follone sia comunque positiva, permane la sottovalutazione dell’importanza che il Turck e la sua area rivestono per Pinerolo. Sottovalutazione che  - dispiace doverlo constatare – riguarda anche la pratica urbanistica nel suo complesso, vista spesso solo come edilizia e come dispensatrice di cubature.

Ricordiamo a questo proposito che si è pensato di risolvere il tema delle aree industriali in dismissione (PMT) con semplici permessi di costruire, per di più in deroga e che si è affermato che il nuovo Piano Regolatore, promesso in campagna elettorale, non serve più in quanto manca la domanda di nuova edilizia, prescindendo dalla sproporzionata offerta che l’attuale Piano ancora offre e che andrebbe anzitutto ridimensionata.

In questo quadro, non stupisce dunque che la preoccupazione per il Turck sia anzitutto fare pulizia, demolendo parte dei fabbricati ed inghiaiando un piazzale, favorendo il successivo intervento delle proprietà.

Ma se da un lato è assolutamente condivisibile l’auspicio del Sindaco che il Turck, da area degradata si trasformi in risorsa e sviluppo per la città, occorre valutare come questa operazione verrà gestita.

La regia pubblica da attuarsi attraverso la compilazione d’ufficio del piano Particolareggiato dell’area da parte del Comune di Pinerolo non garantisce affatto rispetto all’esito soddisfacente dell’intervento poiché il problema sta nelle regole che il Piano Regolatore fissa nella zona e nelle volumetrie che ammette.

Le norme del Piano Regolatore omettono la valutazione del valore documentale e storico dell’ex Merlettificio che andrebbe viceversa valorizzato quale importante brano di archeologia industriale e quale ideale contenitore per numerose funzioni pubbliche e private come già evidenziarono i contributi resi dalla Soprintendenza e dalla Prof.ssa Chierici a supporto del Convegno sul Turck promosso da Italia Nostra nel 2010.

Ma le previsioni del Piano Regolatore sono sovradimensionate anche sotto il profilo quantitativo, 800 nuovi alloggi in una zona già congestionata dal traffico e non più giustificabili in rapporto alle classi di idoneità all’utilizzazione urbanistica recentemente adottate recependo il PAI; difficilmente giustificabili anche le previsioni viarie e infrastrutturali, in particolare il costosissimo sottopasso che il Piano Regolatore prevede sotto la ferrovia per Torre Pellice, peraltro ora dismessa, e a pochi passi dal Lemina, che inevitabilmente lo sommergerà come già accade per altri analoghi manufatti a Pinerolo.

Infine l’area urbanistica del Turck, in gran parte inedificata benché di matrice preindustriale, è delimitata dal Lemina e dal Moirano che rendono l'intervento fragile non solo dal punto di vista della sicurezza idrogeologica ma difficilmente conciliabile con le disposizioni del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio che tutela il valore ambientale e paesaggistico delle relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna. Come non bastasse sono sottoposte a tutela monumentale anche gli apparati idraulici facenti parte del Rio Moirano.

Insomma; prevedere un intervento di tale rilevanza e così articolato in un’area simile è figlio di un’urbanistica datata, ancorata agli anni ’50 se non addirittura agli anni ’30 ove si demolisse il Merlettificio per questioni di igiene come si faceva nei celebri “sventramenti” di littoria memoria.

Ma se questo Piano Regolatore proprio non lo si vuole come detto correggere, invitiamo allora il Sindaco – che è pur sempre anche assessore all’urbanistica – a valutare attentamente le conseguenze delle ipotizzate demolizioni poiché in tal caso ricorreranno tutte le norme previste per le nuove costruzioni, incluse soprattutto le prescrizioni – non solo quelle delle Norme Tecniche del Piano Regolatore - ma anche quelle dell’art. 29 della L.R. 56/77 che stabiliscono le distanze dei fabbricati dai canali, per cui le nuove costruzioni non potranno certamente risorgere sull’impronta del vecchio merlettificio.

Ci appelliamo infine in un’ottica costruttiva alle forze progressiste che sostengono la Giunta attuale ed in particolare al PD ed al suo capogruppo, architetto Luca Barbero, principale forza di maggioranza, affinché memore della tradizione dei Cederna, dei De Lucia e dei Cervellati, recuperino dignità e spessore culturale alla pratica urbanistica a Pinerolo che non è solo regolamentazione della domanda e diritto ad edificare ma anche visione, valori e partecipazione democratica.
 
Il Direttivo della Sezione Pinerolese di ITALIA NOSTRA



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