mercoledì 6 luglio 2011

SALVA LA PATAGONIA CON UN CLICK!

Manda una mail all’Amministratore Delegato dell’ENEL Fulvio Conti chiedendo che l’ENEL si ritiri dal progetto HidroAysen nella Patagonia cilena!

La campagna è promossa da Ass. Aktivamente, ASAL, A Sud, Campagna per la riforma della Banca mondiale, Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali, CEVI, Comitato Italiano per il Contratto Mondiale sull’Acqua, Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, Ass. No. Di, Servizio Civile Internazionale, che hanno raccolto l’appello rivoltogli dalle 70 organizzazioni cilene che compongono la coalizione internazionale del Consiglio per la Difesa della Patagonia.

I promotori scivono sul loro sito:
In un momento storico in cui i conflitti relativi all’uso delle risorse idriche sono sempre più frequenti e l’assemblea delle Nazioni Unite decreta a larga maggioranza che l’acqua è un diritto umano essenziale, appare evidente il valore simbolico e politico della difesa della Patagonia. 
La Campagna Patagonia senza Dighe, accogliendo e rilanciando in Italia l’appello del Consiglio per la Difesa della Patagonia e la campagna cilena “Patagonia sin Represas” intende promuovere una mobilitazione diffusa con questi obiettivi:
  • Fermare il progetto HidroAysèn
  • Sostenere i movimenti cileni che si battono per restituire ai cittadini i diritti all’uso dell’acqua sottratti durante la dittatura
  • Ottenere da parte dell’ENEL e delle sue controllate il pieno rispetto delle raccomandazioni della Commissione Mondiale sulle Dighe.
  • Impegnare il governo italiano a vigilare sugli impatti ambientali e sociali dei progetti dell’ENEL.
Gli interessi politici ed economici che guidano il progetto sono enormi e la sproporzione di forze e mezzi è come sempre impari. Ma la storia insegna che fermare le grandi dighe è possibile grazie all’alleanza internazionale delle comunità, dei movimenti, delle associazioni, di tutta la società civile e ad un lavoro continuativo ed ostinato.
Questa campagna vuole far riflettere su quale modello di sviluppo vogliamo, e mette in discussione radicalmente il modello insostenibile di consumare e produrre che si scontra sempre più con i limiti del pianeta, provocando danni su vasta scala.
La campagna vuole ribadire ancora una volta che le risorse naturali sono beni comuni e che la loro gestione deve coinvolgere le popolazioni e le comunità locali e non può essere demandata a quei soggetti che hanno il profitto privato come fine ultimo.
In Italia, come in Patagonia.

P.S.
Alleghiamo qui un video in cui il Vescovo Luigi Infante della Mora, che abbiamo potuto acoltare di recente a Pinerolo, spiega la battaglia per l'acqua che si tiene in questa regione.




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