Sull’intervista all’ing. Romano – La Stampa, Torino, di oggi 26/05/11
Cominciamo con il chiedere conto all’ing Romano degli 8 milioni di euro di deficit accumulati nell’avventura di Palermo che avevamo contestato fin dal suo inizio. Egli sostiene che quella perdita “idrica” non verrà fatta pagare ai torinesi perché scaricata sulle riserve di capitale della SMAT come se queste non appartenessero anch’esse ai torinesi.
E non dice l’ing. Romano che la scelta – questa sì ideologica – di trasformare SMAT da Azienda Speciale in SpA (per aprire la strada all’ingresso dei privati nel capitale azionario) ha comportato un esborso per tasse a tutto il 2009 di ben 54 milioni di euro. Una bella sommetta che sarebbe rimasta a Torino, da destinare magari a quegli investimenti per i quali mancherebbero i soldi.
E si guarda bene l’ing. Romano dal dire che SMAT, come tutti i gestori di acquedotti percepisce già un utile assicurato del 7% pagato dagli utenti in bolletta a garantire comunque e sempre il profitto dell’azienda. Alla faccia della concorrenza, del libero mercato, del rischio d’impresa e via liberalizzando. E’ il contenuto del quesito n. 2 che noi proponiamo di abrogare con il secondo Sì.
A disposizione per ogni ulteriore informazione e approfondimento
Mariangela Rosolen,
referente Comitato Referendario 2 Sì per l’Acqua Bene Comune
Via Cernaia 14 – Torino
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