martedì 26 ottobre 2010

il "software proprietario" e la pubblicità ingiusta

[articolo tratto da Altreconomia   autore: Silvia Vecchi] Leggiamo ogni giorno documenti in formato pdf. Quasi tutti lo facciamo utilizzando Acrobat, che è un programma “proprietario”. Non ci chiediamo nemmeno se esiste un'alternativa “libera”, open source, e alla nostra ignoranza contribuiscono anche i governi e le istituzioni, che sui propri siti invitano gli utenti a scaricare un programma proprietario per leggere i pdf, dando così -per il  tramite dei servizi on line offerti dalla pubblica amministrazione- un contributo alla diffusione dei marchi di compagnie di software proprietarie.
Per spiegare cosa il fenomeno significhi in pratica, la Free Software Foundation Europe (Fsfe, www.fsfe.org), in occasione del Linux Day 2010 di domenica 24 ottobre, ha promosso un censimento e una petizione (“Stop alla pubblicità ingiusta”) curato da migliaia di attivisti, concluso il 17 ottobre, che da 41 Paesi europei hanno segnalato ben 2.286 istituzioni coinvolte nella promozione di marchi proprietari.
Tra questi, ci sono “ben” 530 sono enti italiani che, dal sito della Gazzetta ufficiale della Repubblica al piccolo Comune di San Vito di Leguzzano (Vi), arrecano indirettamente un danno alla diffusione di software liberi (l’elenco completo per l’Italia è consultabile a questo link http://www.fsfe.org/campaigns/pdfreaders/buglist.it.html#IT).
La petizione, firmata da parte di 1.418 persone, 45 imprese e organizzazioni, sollecita gli enti “colpevoli” a rimuovere tali pubblicità  -magari sostituendole con il database pdfreaders.org che, lanciato dalla Fsfe nel febbraio 2009, presenta una lista dei lettori pdf liberi-. “Siamo sinceramente stupiti dalla quantità di risposte che abbiamo ricevuto -ha spiegato Matthias Kirschner, coordinatore della Fellowship di Fsfe-. Il numero di segnalazioni ricevute dimostra che il problema è radicato a tutti i livelli del settore pubblico”. L'obiettivo della campagna è sensibilizzare le istituzioni nei confronti di una pubblicità che, per usare le parole della presidente Fsfe Gerloff, “crea un vero e proprio disservizio al cittadino. I governi democratici, infatti, dovrebbero facilitarci le cose, e non guidarci verso la dipendenza di singoli distributori di software”.

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