giovedì 31 dicembre 2009

2010 Anno Internazionale della Biodiversità

Nel dicembre del 1993 molti governi hanno approvato a livello mondiale la Convenzione per la Diversità Biologica (CBD), un protocollo per la difesa e salvaguardia delle specie viventi e dei loro habitat. Nel 2002 gli stati aderenti si sono posti come obiettivo di ridurre drasticamente entro il 2010 l'estinzione delle specie, che procede con ritmo allarmante: le stime più pessimistiche riferiscono che ogni venti minuti una specie si estingue. Tre ogni ora. Domani saranno 74! Le cause principali di estinzione sono molteplici, come la distruzione di habitat, che va dal disboscamento alla bonifica di paludi, ma anche l'inquinamento, la caccia e l'urbanizzazione fanno la loro parte.
Innanzitutto è necessario capire cosa si intende per biodiversità e perchè è così importante.
Per biodiversità si intende l'insieme di forme viventi e gli habitat ad esse correlate. La loro salvaguardia si ritiene fondamentale in quanto sul nostro pianeta si osserva un equilibrio dinamico e mutevole di organismi che interagiscono tra loro. L'avvento delle attività umane ha scosso continuamente questo equilibrio in modo incontrollato, con conseguenze devastanti in quanto va ad intaccare i rapporti naturali che vi sono tra le specie, siano essi di natura simbiontica, di predazione o altro.
Sia ben chiaro che l'estinzione non è un meccanismo creato dall'uomo, sappiamo bene che in natura esistono diverse cause di estinzione (basti pensare ai dinosauri, anche se la causa della loro scomparsa è ancora oggetto di studi), però, con la sua comparsa e il conseguente sfruttamento dell'ambiente, l'uomo ha provocato un'accellerazione del ritmo di estinzione delle specie, si parla di un tasso mille volte superiore negli ultimi cinquecento anni rispetto a prima.
Le stime sono approssimative, in quanto noi conosciamo solo una piccola parte delle specie viventi nella nostra biosfera: parlando del solo regno animale, ne sono state classificate 1,5 milioni, ma il loro ammontare potrebbe essere il doppio, ma anche 10-20 volte quelle conosciute; un numero medio e ragionevole è stato valutato in 15 milioni. Per un maggiore approfondimento in merito a questo tema vi invito a leggere questo articolo.
Abbiamo già parlato dell'importanza di preservare le specie esistenti, in quanto potremmo sconvolgere questo equilibrio naturale già precario. Non solo, provate a pensare a quali e quante invenzioni o scoperte sono state ispirate dai meccanismi che l'evoluzione ha messo a punto; esistono una serie innumerevole di studi che puntano a capire come riprodurre artificialmente certi accorgimenti naturali, come è stato per il volo degli uccelli, che rientrano in quella branca della scienza denominata bionica.

L'obiettivo di ridurre significativamente il tasso di estinzione delle specie entro il 2010 è valso a quest'anno la proclamazione di Anno Internazionale della Biodiversità e, come obbiettivo, è stato ritenuto così importante che è stato inserito tra i Millenium Development Goals dall'ONU
Articolo tratto dal sito : http://www.vocifuoridalcoro.net/




mercoledì 30 dicembre 2009

Nasce il primo motore di ricerca Ecologico ECOSIA

E' stato lanciato ufficialmente in dicembre  Ecosia, il primo di motore di ricerca ecologico. Quasi l'80% dei profitti ricavati da Ecosia finanzieranno un progetto del WWF in Amazzonia e ogni ricerca effettuata salverà in media due metri quadri di foresta pluviale.
Inoltre i server di Ecosia saranno alimentati a energia verde. Secondo il WWF la situazione delle foreste pluviali è critica. Negli ultimi 50 anni più della metà delle foreste pluviali del mondo sono state distrutte.

Ogni ricerca in rete gratuita effettuata con il nuovo motore salva due mq di foresta pluviale. Insomma, i motivi per cercare da Ecosia non mancano, aggiungiamolo tra i nostri siti preferiti!

lunedì 28 dicembre 2009

Carrello spesa con timone

La Coop. Sociale C.R.M. s.c.s.  di Barco Bibbiano (RE) terminata la fase sperimentale, ci presenta un bel carrello porta spesa con timone.
Il carrello deriva da un'idea/progetto originale sorta all'intero della coop stessa. Il carrello spesa  viene costruito completamente all’interno della cooperativa, compreso il montaggio delle ruote, in modo tale da impiegare, nel tempo, il maggior numero di addetti possibile. Il carrello con timone, si compone di una vasca/contenitore in poliuretano, di vari colori, saldamente fissata su un telaio in acciaio con ruote che può essere trainato sia da una bicicletta che a mano.



Il contenitore in poliuretano, è stagno sia all'acqua che alla polvere, ha una capacità di 60 litri , una portata max di 40-70 Kg  ed è stato studiato nei minimi particolari: ha freni particolari ed un sistema illuminante a led per poterlo utilizzare anche di notte.



Il carrello bici per la spesa si inserisce a buon diritto in quel contesto di iniziative a carattere ecologico pratico di cui tanto si sente il bisogno. La coop. CRM (Centro Reggiano Multifunzionale)  è la stessa che ci aiuta nella fornitura del parmigiano per cui al prossimo ordine di parmigiano potremo vedere e provare il carrello di loro costruzione. Intanto chi fosse interessato ad avere maggiori informazioni può scrivere una mail con le proprie richieste al GAS gaspinerolostranamore@gmail.com oppure contattare direttamente la cooperativa (all'indirizzo sotto riportato).



La cooperativa inoltre è attiva anche nei seguenti settori:
-Falegnameria: bancali legno rigenerati e nuovi, casse e gabbie in legno anche su misura
-Assemblaggi: di vario genere a richiesta
-Logistica e trasporti
-Alimentare: vendita al dettaglio di prodotti di nicchia, servizio ai gruppi di acquisto, realizzazione cesti personalizzati
-Sartoria: realizzazioni sartoriali per la casa, gadget e confezioni




 CRM Soc. Coop. Soc. Via Falcone, 12 -  42021 Barco di Bibbiano (RE).

sabato 26 dicembre 2009

Cape & Trade - Interessi e cambiamenti climatici




L'ambientalista Annie Leonard, in collaborazione con il Climate Justice Now! e il Durban Group for Climate Justice, presenta un nuovo video di animazione “ The Story of Cap & Trade” dove spiega la storia e il funzionamento del "Cap & Trade".
Cap & Trade, letteralmente «tetto e commercio», è una delle principali disposizioni del progetto di legge sul clima, approvato dalla Camera americana. Si tratta di una tassa sull' inquinamento che concede alle imprese il «diritto» ad emettere anidride carbonica.
In pratica, il sistema prevede che questi diritti siano venduti oppure concessi gratuitamente alle industrie più vulnerabili. Gli utili del cap & trade finanzieranno il passaggio all' energia verde: tra il 2012 e il 2025, il ricavo della vendita del 55% dei permessi di emettere gas serra sarà utilizzato per proteggere i consumi contro il prevedibile aumento dei prezzi dell' energia, il 19% in aiuti per le industrie, il 13% in sostegno agli investimenti per le fonti rinnovabili.
Il disegno di legge americano prevede, inoltre, la creazione della Clean Energy Deployment Administration (CEDA), una vera e propria «banca verde» dotata di 7,5 miliardi di dollari che saranno impiegati per lo sviluppo delle energie pulite.
Il breve video “The story of cap & trade” spiega con linguaggio chiaro e diretto la soluzione che i governi propongono per risolvere il problema del cambiamento climatico (consultare la conferenza sul clima di Copenhagen e il contenuto del trattato). In lingua inglese, troverete anche altre informazioni sul sito Cap & Trade.
La soluzione non convince e sembra destinata a fallire sul nascere in quanto si profila come l'ennesima e probabile occasione che i soliti speculatori sfrutteranno per fare business, dando vita ad un mercato di scambio, dei permessi di emissione di CO2, tra le industrie più ambientaliste che ridurranno le emissioni di inquinanti e le altre che continueranno indisturbate.
Il video spiega molto bene i problemi ed i rischi legati al "Cap & Trade".
Testo tratto dal sito:
http://scientificando.splinder.com/post/21849352/The+Story+Of++Cap+&+Trade+-+St

giovedì 24 dicembre 2009

Azioni contro la privatizzazione dell'acqua intervista ad Alex Zanotelli


L'ultima legislazione del governo sulla privatizzazione dell'acqua non obbliga i comuni a privatizzare la  gestione dell'acqua se questa viene dichiarata un bene pubblico di non rilevanza economica. Per mantenere pubblica la gestione dell'acqua è sufficiente che il Comune dichiari nel suo statuto:
1- di assicurare il diritto universale all'acqua potabile attraverso la garanzia dell'accesso individuale e collettivo dei cittadini alla risorsa
2- che il servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale senza fini di lucro e privo di rilevanza economica
3- che in osservanza della legge, la proprietà della rete di acquedotto e distribuzione è pubblica ed inalienabile; la gestione della rete e l'erogazione del servizio idrico, tra loro indivisibili, sono attuate esclusivamente mediante enti o aziende interamente pubblici
Si invitano i cittadini e le varie forze a proporre un cambiamento dello statuto del comune di Pinerolo e dei comuni del comprensorio ACEA affinchè la gestione dell'acqua rimanga/ritorni pubblica.  Nel caso si può anche ricorrere ad una raccolta firme per una proposta di delibera popolare di modifica dello statuto comunale come già è in atto per la provincia ed il comune di Torino.
Vedasi qui sotto il video di una manifestazione sull'acqua con intervista a Padre Alex Zanotelli sulla proposta di acqua pubblica (tratto dal blog di Susanna Ambivero).


mercoledì 23 dicembre 2009

Consumo critico 2

martedì 22 dicembre 2009

Nulla di concreto alla conferenza ONU di Copenhagen sui cambiamenti climatici

Si è conclusa lo scorso 18 dicembre la conferenza ONU sui cambiamenti climatici. Erano circa 20.000 i delegati al Bella Center di Copenhagen in rappresentanza di 192 Paesi, centinaia di migliaia i manifestanti all'esterno, per 12 giorni di discussioni e trattative su come combattere i cambiamenti climatici.  Risultato finale deludente: nessun protocollo, nessun trattato, solo un accordo non vincolante, politicamente e legalmente. L’accordo prevede:

  • che tutti gli Stati si impegnino a prendere le misure necessarie a mantenere l’aumento di temperatura del Pianeta al di sotto dei 2 °C. Ci si impegna ad attuare azioni che conducano al raggiungimento di questo obiettivo rispettando il principio di equità. Non si specificano assolutamente queste azioni...


  • che venga istituito dai paesi industrializzati un fondo di cento miliardi di dollari all’anno intorno all'anno 2020 (30 miliardi di dollari per il periodo 2010-2012) da destinare ai Paesi in via di sviluppo per la riconversione energetica e la riduzione delle emissioni. Purtroppo però non si specifica nel trattato da chi dovranno essere sborsati questi soldi. Inoltre la cifra sembra fuori portata, visto che la pur virtuosa Europa si è impegnata a dare soltanto 2,4 miliardi di euro all’anno nei prossimi tre anni


  • che la responsabilità dell’effetto serra venga ripartita in maniera diseguale tra stati di prima e seconda industrializzazione e stati in via di sviluppo, secondo principi simili a quelli alla base del protocollo di Kyoto


  • che a partire da gennaio ciascuno stato renda pubblico il proprio obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra (base volontaria)


  • che si raggiunga un vero e proprio trattato sul clima, condiviso e sottoscritto da tutti, entro la fine del 2010


  • che la prossima conferenza delle Nazioni Unite sul clima avvenga a novembre 2010 in Messico.


Sulla lotta ai cambiamenti climatici, quindi, è tutto rimandato a prossimi negoziati, nella più totale incertezza. Certamente rispetto alle emergenze del pianeta e alle aspettative dei cittadini del pianeta e dei movimenti ambientalisti la delusione provocata dalle “conclusioni” della conferenza (sopra riportate) è alta. La responsabilità dei governi è alta soprattutto rispetto alle nuove generazioni che saranno probabilmente le prime a subire le conseguenze dei cambiamenti climatici. Occorre però anche dire che è forse anche la prima che volta che gli Stati si pongono il problema di come intervenire e non se si deve intervenire per evitare i cambiamenti climatici. L'impegno che noi possiamo assumerci oltre a quello che ricade nelle pratiche personali di rispetto dell'ambiente e del vivere umano (stili di vita sotenibili) è quello di seguire il dibattito che si sta sviluppando sulle conclusioni del vertice, dare e possibilmente ricevere, una serie di riferimenti utili per coloro che sono interessati all'argomento.

    sabato 19 dicembre 2009

    Vestiriciclo a Pinerolo


    Conosci? E’ un’idea semplice e originale per un consumo intelligente. In collaborazione con l’Associazione Volontari Oratorio di San Domenico, nel 2005 è stato aperto uno spazio dove trovare abiti, accessori, calzature usati, all’insegna di un vintage di tendenza. Le offerte a Vestiriciclo concorrono a sostenere le ospiti di Casa Betania: consumo sostenibile fa rima con solidarietà. Vestiriciclo è in via Silvio Pellico 23 a Pinerolo, aperto dal martedì al venerdì dalle 15.30 alle 19.00, il sabato dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.00.