domenica 28 novembre 2010

Alex Zanotelli. Verso Cancun: cambiare o’sistema

Dal 29 novembre al 10 dicembre, i governi di circa 200 paesi dovranno affrontare la più grande emergenza della storia : i cambiamenti climatici. Questo vertice avviene ad un anno dall’altro, quello di Copenhagen, che si è concluso senza alcun accordo vincolante, ma solo con una ‘dichiarazione’ di intenti. Dopo il fallimento di Copenhagen, la strada è ora tutta in salita.

L’umanità non può fallire di nuovo a Cancun: è in ballo il futuro del pianeta. Il surriscaldamento del pianeta è la conseguenza di un Sistema economico-finanziario che ha come unico obiettivo la crescita illimitata. “E se la Grande Recessione ora in atto- scrive Tom Friedman sul New York Times- ci venisse a dire che il modello di crescita illimitata degli ultimi 50 anni non e’ più sostenibile sia economicamente che ecologicamente? E’ il 2008 l’anno in cui abbiamo sbattuto contro il Muro per cui Madre Natura e il Mercato ci hanno detto: Basta!” Questo non è solo un problema politico-economico o ecologico, ma una sfida enorme anche a tutte le religioni, a tutte le Chiese. In ballo è il futuro del pianeta, della vita in tutte le sue forme. E’ quindi un problema teologico proprio perché Dio è il Dio della vita, appassionato di vita. Dio ci ha impiegato quattro miliardi e seicento milioni di anni per regalarci questo splendido pianeta. Un credente che adora il Dio della vita non può che essere un appassionato difensore della vita, del pianeta. Infatti l’attuale crisi ecologica sottintende una crisi spirituale ancora più profonda. “Crediamo che lo stretto legame esistente tra crisi economica e crisi ecologica sia l’espressione di una più ampia crisi etica, morale e spirituale- affermano le Chiese riformate dell’Asia nel loro documento Sorella Terra, Fratello Canguro. E’ infatti con la fede assoluta nel ‘libero mercato’, con il culto della ricchezza e dei beni materiali, con il ‘vangelo’ del consumismo e della crescita illimitata, che gli esseri umani hanno sfruttato i loro fratelli e sorelle e hanno saccheggiato la loro unica casa.” E con grande saggezza asiatica, quelle chiese ci suggeriscono:” Per superare questa crisi si richiede nient’altro che un radicale rinnovamento spirituale. A partire dalla nostra fede cristiana, riaffermiamo che tale trasformazione deve essere fondata sull’imperativo biblico dell’opzione preferenziale di Dio per gli emarginati (giustizia) e per la sacralità della vita(sostenibilità).” E’ quanto afferma anche il direttore della rivista ecumenica SOJOURNES, Jim Wallis in un suo recente editoriale: ”A livello teologico noi assistiamo ad una devastante spoliazione della Terra di Dio. Noi dovremmo essere i custodi del Golfo del Messico, delle foreste tropicali, delle spiagge… ed invece assistiamo inerti alla distruzione di queste meraviglie. Certamente per le bugie , l’irresponsabilità pubblica e privata, ma fondamentalmente per la nostra convinzione che riteniamo ‘etica’ una crescita economica illimitata, alimentata dall’energia fossile, una crescita che è insostenibile.” Ecco perché ci dobbiamo essere come credenti in questa sfida enorme alla vita, al pianeta. Esserci insieme a tutti i fratelli e sorelle non credenti. E’ in ballo la vita. E’ per noi una questione etica, morale oltre che teologica: il Dio appassionato di vita che ci ha inviato Gesù perché abbiamo vita e vita in abbondanza(Giov. 10,10). Non si tratta solo di cambiamenti climatici, ma di un Sistema economico-finanziario planetario che ammazza per fame (un miliardo di affamati secondo la FAO), ammazza per guerra (milioni di morti!) e ammazza il Pianeta. Non dobbiamo solo cambiare il clima, ma cambiare un Sistema di morte. Per questo chiedo a tutte le associazioni, parrocchie, movimenti ecclesiali di approfondire questi temi in vista di Cancun e impegnarsi a cambiare O’ Sistema . Ma soprattutto dobbiamo unire tutte queste energie con quelle di coloro che non credono, ma si impegnano. Dobbiamo unire le forze per salvare il Pianeta, per salvare la vita. Dobbiamo insieme fare pressione sui nostri parlamentari e ministri che non vogliono affrontare questi temi. E’ ora di finirla di parlare di PIL e di crescita , ed invece iniziare a pensare a economie alternative che permettano a tutti , compreso il pianeta, di vivere. Dobbiamo essere presenti a Cancun con la Rete italiana per la giustizia ambientale e sociale (RIGAS), con tutti i movimenti di base e indigeni dell’America Latina , con tutti i movimenti ecologici dell’Africa e dell’Asia per dire a tutti che il tempo della giustizia ambientale è ora. Dobbiamo ricongiungerci con i movimenti del Sud del mondo (il grido dei poveri) per rispondere insieme al grido della terra. Per questo facciamo nostre le seguenti richieste avanzate dalla Conferenza Mondiale dei Popoli della Madre Terra tenutasi a Cochabamba (Bolivia) dal 20 al 22 aprile 2010:

– difendere il Protocollo di Kyoto che fissa un obiettivo unico per tutti: ridurre le emissioni di gas serra ed esigere che gli USA lo ratifichino;

–limitare l’aumento della temperatura a 1° centigrado ; -ridurre del 50% le emissioni di gas serra rispetto al 1990, questo per il secondo periodo di impegno del Protocollo di Kyoto(2013-2017) ;

-opporci ai mercati dell’anidride carbonica (vietare che i paesi ricchi comprino dai paesi impoveriti la loro quota di aria pulita) ;

-richiedere che i paesi ricchi paghino il debito climatico verso i paesi impoveriti(sono questi che pagheranno di più i cambiamenti climatici) ;

-insistere perché i paesi ricchi investano per i cambiamenti climatici quello che ora spendono in armi (Nel 2009 hanno investito in armi 1.540 miliardi di dollari!) ;

-trovare, da parte dei paesi ricchi, 100 miliardi di dollari all’anno per sostenere le politiche di adattamento e mitigazioni;

-spingere per una tassa minima (0,05%) sulle transazioni finanziarie. Questo permetterebbe un gettito di centinaia di miliardi l’anno su scala internazionale;

-fare pressione perché si dia inizio a una radicale trasformazione dell’agribusiness.

Sono queste anche le nostre richieste fondamentali che facciamo ai nostri amministratori, politici, parlamentari, governi, all’Unione Europea che è chiamata a giocare un ruolo più incisivo a Cancun nelle trattative tra i paesi ricchi e i paesi impoveriti. Nella speranza , anche, di arrivare presto a una Dichiarazione universale dei Diritti della Madre Terra. E’ uno sforzo comune questo fra credenti e laici, fra associazioni religiose e movimenti di base per salvare Madre Terra. “La più significativa divisione oggi tra gli umani non è basata sulla nazionalità , né sull’etnia, né sulla classe sociale o appartenenza religiosa- ha scritto il teologo ecologista americano p.Thomas Berry- ma la divisione è piuttosto tra coloro che massacrano la Terra e coloro che sono invece impegnati a preservare la Terra in tutto il suo splendore.”

E’ un urlo questo che viene da una terra martirizzata, la Campania, che è diventata la punta dell’iceberg di ciò che accadrà alla nostra Madre Terra se non faremo inversione di marcia. Uniamoci in un unico grande movimento per salvare la Madre Terra. Dobbiamo farcela : è in ballo il Pianeta, è in ballo la vita.

Alex Zanotelli

Napoli,7/11/2010

giovedì 25 novembre 2010

lunedì 22 novembre 2010

Non finanziate i cacciabombardieri F35

Promossa da: DisarmiAmoLaPace (Varese).
Appello affinché i parlamentari non votino il finanziamento del cacciabombardiere F35.
Il Governo italiano sta procedendo nella continuazione del programma per la realizzazione di 131 cacciabombardieri F35 Joint Strike Fighter che impegneranno il nostro paese fino al 2026 con una spesa, estinata ad aumentare, di oltre 15 miliardi di euro.
Il Parlamento approvando la prossima "Legge Finanziaria" stanzierà per sua la produzione circa 472 milioni di euro per il 2011, cifra che dovrà più che raddoppiare negli anni successivi per tenere il passo con quanto deciso.
Si tratterebbe di una decisione irresponsabile sia per la politica di riarmo che tale scelta rappresenta, sia per le risorse che vengono destinante ad un programma sovradimensionato nei costi, sia per la sua incoerenza con la Costituzione Italiana che "Ripudia la Guerra": l'F35 infatti è un aereo di attacco che può trasportare anche ordigni nucleari.
In un momento di grave crisi economica in cui non si riescono a trovare risorse per gli ammortizzatori sociali per i disoccupati e vengono tagliati i finanziamenti pubblici alla scuola, all'università e alle politiche sociali, destinare 15 miliardi di euro alla costruzione di 131 cacciabombardieri è una scelta sbagliata e incompatibile con la situazione sociale del paese.
Chiediamo ai parlamentari che facciano tutto ciò che è in loro potere per non finanziare questi strumenti di morte e così fermare il programma, destinando le risorse risparmiate a programmi alternativi: una parte a iniziative di riconversione civile dell'industria bellica e agli interventi di cooperazione internazionale, che la scorsa manovra finanziaria ha più che dimezzato, e l'altra parte alla scuola, all'università, alla ricerca, alla cultura, alla sanità pubblica e alle energie rinnovabili.
La sottoscrizione di questo appello prevede l'invio, in automatico, di una e-mail da parte di ciascun sottoscrittore a ciascuno dei deputati e dei senatori della Repubblica italiana, che si accingono in questi giorni a votare il "Programma di stabilità" per il prossimo anno.
Per firmare l'appello collegarsi al sito di PEACELINK

domenica 21 novembre 2010

venerdì 19 novembre 2010

SOS l'agricoltura muore.

WWF, FAI e Associazione per l'Agricoltura Biodinamica lanciano l'allarme in un convegno che si è tenuto a Bologna il 18 novembre. Pubblichiamo di seguito parte del comincato che il wwf pubblica sul suo sito sui risultati del convegno.
Un grido d’allarme, un S.O.S. per l’agricoltura, il paesaggio, l'ambiente che FAI – Fondo Ambiente Italiano, WWF e Associazione per l’Agricoltura Biodinamica lanciano al mondo politico, agli imprenditori e alla società civile nel giorno in cui la Commissione Europea presenta la proposta di modifica della sua Politica Agricola Comune post 2013. Un appello che anche il Santo Padre ha lanciato durante l’Angelus di domenica 14 novembre, raccomandando un rilancio strategico dell’agricoltura “non in senso nostalgico ma come risorsa indispensabile per il futuro” la cui decadenza porta a “notevoli conseguenze anche sul piano culturale”. 
Le stesse associazioni di categoria stanno in questi giorni chiedendo a viva voce ai nostri rappresentanti politici a Bruxelles un forte impegno nella riforma in corso della Politica Agricola Comunitaria (PAC), affinché venga tracciata una prospettiva di rinnovato sviluppo per il settore agricolo in Italia e in Europa.
L’agricoltura infatti è una necessità primaria, un’attività che è garante della sicurezza alimentare e allo stesso tempo fornisce beni pubblici: la salvaguardia ambientale, il presidio del territorio, la tutela delle risorse naturali (acqua, terra), un indispensabile contesto naturale per un turismo culturale di qualità. Un settore così importante sta attraversando oggi la peggior crisi degli ultimi sessant’anni. Gli indicatori economici testimoniano infatti una condizione di forte disagio: nel 2010 la produzione e il valore aggiunto calano rispettivamente del 2 e del 3%, i prezzi all’origine registrano un’ulteriore frenata (-3%) e aumentano contemporaneamente i costi di produzione (+4%), determinando una flessione dei redditi (-7%) rispetto al 2009, che già aveva visto una forte perdita rispetto all’anno precedente (-21%).Certamente la crisi globale ha inflitto un duro colpo, ma già da tempo l’agricoltura versa in cattive condizioni: il PIL che nel 2000 si attestava attorno al 2,5% nel 2009 è sceso all’1,6%; le campagne si stanno svuotando e le piccole aziende agricole lasciano spazio alla coltivazione intensiva. Le unità produttive negli ultimi dieci anni sono calate del 27% e quelle con allevamenti del 50%.  Dal 2000 a oggi sono state chiuse 198.000 stalle; il prezzo di mercato dei cereali è diminuito del 55% e quello del latte del 30%, mentre i costi di produzione sono aumentati del 33% per i cereali e del 21% per il latte. Solo il 3% delle aziende a conduzione familiare è gestito da un giovane sotto i 35 anni. Una situazione molto grave, in cui gli agricoltori vengono sommersi da una politica che non li aiuta e da una burocrazia ingiustamente complessa e costosa, nonché da un mercato che non rispetta i costi reali del lavoro. A questo si aggiunge la drastica riduzione di terreni coltivati a favore della cementificazione selvaggia, l’incuria e la dequalificazione del territorio che stanno distruggendo il paesaggio, l’ambiente e la biodiversità. Tutto ciò con pesanti ripercussioni sul turismo e sull’indotto. 
I danni del degrado ambientale e paesaggistico e quelli provocati dal dissesto idrogeologico pesano fortemente sulle casse pubbliche.
I danni causati da eventi franosi dal 1951 al 2009 si attestano attorno ai 50 miliardi di euro, con oltre 3660 vittime negli ultimi 60 anni. Ad aggravare questa già drammatica situazione le grandi infrastrutture solo in Lombardia hanno eroso 400.000 ettari di aree agricole, l’equivalente del 90% della provincia di Brescia. Il riconoscimento del fondamentale ruolo dell’agricoltura, quella “sana”, sostenuta da una politica lungimirante, premiata e aiutata a livello governativo, potrebbe risollevare questo importante settore.
per approfondire collegarsi al sito wwf

giovedì 18 novembre 2010

Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti

In Italia ed in tutta Europa: da sabato 20 novembre 2010 a domenica 28 novembre 2010.
Un'iniziativa dell'Unione Europea che ha l'obiettivo di sensibilizzare il maggior numero possibile di persone alla prevenzione dei rifiuti.
La campagna è rivolta in modo particolare a pubbliche amministrazioni e enti locali, associazioni e ONG, produttori, industria e mondo delle imprese, istituti scolastici che possono aderire ufficialmente con la realizzazione di un'azione di riduzione da svolgere nel corso dell Settimana. In Italia, l'evento vede anche il coinvolgimento dei singoli cittadini nell'opera di riduzione dei rifiuti.
Sul sito ufficiale italiano della manifestazione vengono raccolti gli impegni individuali ed è disponibile il programma dettagliato delle numerose iniziative.
http://www.ecodallecitta.it/menorifiuti/

sabato 13 novembre 2010

Verbale dell’incontro del Gas Pinerolo Strananamore del 9-novembre-2010

Presenti almeno una ventina di persone, buona partecipazione da qualche tempo; sono soprattutto i referenti , che ormai sono numerosi, per quanto non ancora sufficienti a coprire le necessità.
Punti all’ordine del giorno:

1) MNMUR I giovani artigiani hanno portato in visione il campionario dei loro prodotti, originali, carini, di riciclo, apprezzati da tutti. Il campionario è consultabile anche nel sito del produttore. Partirà un ordine entro Novembre, per avere gli oggetti per Natale. Se ne occuperà Fenoglio.

2) La sig. ra Salvai, che è presentata da Silvia Gardiol in quanto partecipa ai mercati agricoli di Buriasco, propone dei capponi per Natale, sono ruspanti, verranno consegnati il giovedì prima di Natale, sono disponibili in numero ridotto, interi o metà, al prezzo di euro 8 al chilo. L’ordine sarà fatto partire da Silvia.

3) Stanno procedendo le ordinazioni di carne, tutti sono soddisfatti della qualità, si sta mettendo a punto la periodicità, dovrebbe partire un ordine ogni quindici giorni, con avvio il lunedì, chiusura il lunedì successivo e consegna al giovedì della stessa settimana. Referente Calliero.

4) La sig. ra Rosano, produttrice di verdure e frutta, propone i suoi prodotti, non biologici, ma da agricoltura tradizionale familiare. Poiché il Gas ha già un riferimento per la verdura, si pone attenzione alla possibilità della frutta estiva, che la signora riproporrà ad inizio estate.

5) Viene segnalato un problema del produttore Aimone riguardo alla consegna dei polli, per ora bisogna quindi sospendere eventuali ordinazioni .

6) E’ stato individuato un nuovo produttore per il Parmigiano, è stata scelta una ditta con la certificazione bio. Anche il Gas Val Pellice dovrebbe scegliere la stessa ditta. L’ordine sarà avviato presto a cura di Paolo Bertolotti, in modo da averlo per Natale.

7) C’è interesse per un secondo ordine di confettura di mirtilli, produttore di Bricherasio già provato. Inoltre questi propone anche confettura di castagne, appena confezionata. Paola aprirà a breve un ordine.

8) Sospeso per ora il contatto con il produttore di uova, perché non ha la possibilità di consegnare.

9) Riparte l’ordine di caffè Tatawelo con la modalità del prefinanziamento.

10) E’ stato scelto Ailantos come produttore di agrumi, hanno molti prodotti, ma il Gas si limiterà agli agrumi. Il referente è Andrea.

11) E’ possibile che a Gennaio ci sia la possibilità di organizzare un Sabato un laboratorio con O. Navello per l’autoproduzione di detersivi si sollecitano i gasisti a scrivere al gas se interessati a partecipare: per adesso sono giunte solo 4 mail di persone interessate.

12) un gruppo sta curando il programma degli incontri serali con esperti su temi ambientali-nutrizionali-ecc. Pare interessante anche l’argomento del prezzo equo, su cui diversi Gas si stanno confrontando e mettendo a punto un metodo di calcolo.

Prossima riunione prevista per il 14 Dicembre, stesso orario e luogo. Emma

venerdì 12 novembre 2010

Un video per raccontare Stop al consumo del territorio

Maurizio Bongioanni e Fabio Valle hanno terminato il montaggio di un primo documento video (qui sotto riprodotto circa 8 minuti abbondanti) in cui si descrive l'attività del Movimento Stop al consumo di terrritorio che  si propone di fermare il fenomeno del consumo di suolo in Italia. "Fabbricando case", questo il titolo del filmato, racconta per immagini l'avanzata del cemento nel nostro Paese.


mercoledì 10 novembre 2010

Appello: Non lasciamo soli gli onesti

Di solito non pubblichiamo petizioni od articoli/appelli di contenuto fortemente politico questa volta facciamo una eccezione, crediamo che faccia anche parte dello spirito dei GAS la solidarietà con le persone che per aver denunciato i "potenti" vengono messe da parte e lasciate a "combattere" in solitudine: per questo di seguito pubblichiamo l'appello che un gruppo di cittadini attraverso "il Fatto Quotidiano" ha lanciato in favore di Raphael Rossi. 
Siamo venuti a conoscenza dal servizio della trasmissione Report e da Annozero che ha ripreso il fatto,della vicenda di Raphael Rossi, il giovane ex vicepresidente dell’Amiat che, grazie alle proprie competenze tecniche, ed avvalendosi del suo ruolo direttivo nella società, ha bloccato l’acquisto di un macchinario inutile del costo di 4 milioni di euro e che ha respinto un reiterato tentativo di corruzione collaborando con la magistratura per smascherare ogni manovra. Dopo il suo esposto in Procura e dopo una lunga indagine, sonostati arrestati i protagonisti della vicenda ed il prossimo 13 dicembre si celebrerà l’udienza preliminare del processo.
Abbiamo appreso dei diversi segnali che Raphael Rossi ha ricevuto dalle istituzioni torinesi, ciascuno dei quali discutibile ma che tutti insieme appaiono come un tentativo di isolamento:
1. E’ stato l’unico membro del passato CDA a non essere confermato nella carica.
2. Nel comunicato stampa con cui, dopo la trasmissione di Report, il Comune ha annunciato che Amiat si sarebbe costituita parte civile contro l’ex Presidente Giordano, erano curiosamente minimizzati i reati, dimenticando la corruzione e citando solo la turbativa d’asta. Fra i rinviati a giudizio (sette in totale) c’è l’attuale direttore agli acquisti di Amiat, e proprio Amiat dovrebbe costituirsi parte civile contro tutti coloro i quali saranno riconosciuti colpevoli.
3. E’grave il fatto che il comune di Torino non intenda costituirsi direttamente parte civile al processo, e non è sufficiente la tardiva e parziale dichiarazione dell’Amiat a marcare la distanza tra il comune di Torino e la pratica della corruzione.
4. Il fatto più grave infine è che Raphael Rossi, per denunciare le persone potenti che hanno provato a corromperlo abbia dovuto avvalersi di un legale che ora lo assisterà nel processo in cui egli è parte lesa. Tocca a Rossi anticipare le spese di tale supporto legale.
I firmatari della presente sono preoccupati della recrudescenza della corruzione che vede l’Italia regredire al 67° posto nelle statistiche1, collocata peggio del Ruanda, e più che mai preoccupati di quanto afferma il presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Beppe Pisanu “… (ho riscontrato) … una certa disinvoltura nella formazione delle liste. Gremite di persone che non sono certo degne di rappresentare nessuno”.
I sottoscritti cittadini preoccupati vogliono manifestare la propria vicinanza a Raphael Rossi chiedendo al Comune di Torino:
- di costituirsi parte civile al processo,
- di sostenere le spese legali che Rossi deve anticipare,
- di ringraziarlo pubblicamente per il suo operato.
[Seguono Firme]

domenica 7 novembre 2010

AcquAgenda 2011!


COS’E’: Nata dalla collaborazione fra Terra Nuova Edizioni e il Comitato promotore del Referendum per l’Acqua Pubblica, è ricca di spunti, riflessioni, articoli e consigli utili dedicati a tutti i cittadini consapevoli e sovrani.
Hanno partecipato alla realizzazione dell’agenda importanti figure del panorama nazionale dedicate alla lotta per il diritto all’acqua pubblica, fra cui, solo per citarne alcune: Alex Zanotelli, Erri De Luca, Alberto Lucarelli, Diego Parassole (Zelig), Luca Martinelli, Marco Paolini e numerosi altri protagonisti del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua.
In formato tascabile (cm 10 X 15 – copertina cartonata con elastico), da portare sempre con voi. Potete vederla qui http://www.acquabenecomune.org/materiali/acquagenda_2011.pdf.
PERCHE’ ACQUISTARLA: con l’acquisto dell’agenda finanziate il referendum nazionale per l’acqua pubblica, un referendum costruito dal basso da migliaia di cittadini e associazioni che fanno parte del Forum Nazionale dei Movimenti per l’Acqua. L’acqua è un bene comune e per questo 1 milione e 400mila cittadini italiani ha  firmato per richiedere il referendum: per dire no alla privatizzazione dell’acqua in Italia, per una gestione interamente pubblica e partecipata.
QUANTO COSTA: 10 € l’una.
DOVE POSSO TROVARLA:  Potete richiederla al Comitato Acqua Pubblica della vostra città  (per pinerolo e pinerolese comitatoacquapinerolo@gmail.com) sicuramente la troverete in vendita  in occasione di tutte le iniziative pubbliche dei comitati, oppure potete fare una donazione superiore a 10 € sul sito del forum nazionale e l'agenda vi verrà spedita a casa.

sabato 6 novembre 2010

Martedì 9 novembre 2010 riunione mensile del GAS

Martedì 9 novembre alle ore 21 nei locali dell'associazione Stranamore in via Bignone 89, Pinerolo si terrà la riunione mensile del GAS.
Nella serata saranno discussi i seguenti argomenti come come da proposte pervenute via mail:

1- Presentazione mnmur: borse portafogli, accessori fabbricati da due giovani torinesi riciclando vecchie camere d'aria delle biciclette (un'idea per i regali di natale)
2- Adesione e organizzazione incontri di formazione / informazione scientifica con Ornella Navello (vedasi mail specifica) eseguibili in due sabati pomeriggio a partire dalle ore 15 in poi.
3- proposta di una serata di incontro con Gas Rivalta - Desto Ovest sul prezzo giusto ed equo
4- ordine del caffè
5- ordine del parmigiano
6- programmazione ordini arance/mandarini
7- valutazione ultimi ordini eseguiti e nuove proposte
8- varie ed eventuali

giovedì 4 novembre 2010

Appello antinucleare: Facciamo muovere il Movimento

L’8 novembre del 1987, ad un anno e mezzo dall’incidente di Chernobyl, di gran lunga il più grave, insieme a Three Mile Island, dei 150 incidenti avvenuti ad oggi in impianti nucleari, quasi 21 milioni di italiani si dichiararono favorevoli a fermare lo sviluppo del nucleare in Italia (5 milioni si dichiararono contrari).
Nei 25 anni successivi la scelta di utilizzare il nucleare come fonte per produrre energia elettrica si è progressivamente arenata nel mondo ed oggi rappresenta con 440 reattori più o meno funzionanti, meno del 16% della produzione elettrica e più o meno il 5% dei consumi energetici totali.
Dal punto di vista tecnologico è una opzione obsoleta, costosa, pericolosa, perseguita da alcuni paesi dell’Asia e Medio Oriente per il possibile utilizzo secondario a fini militari, e da altri in Europa ed USA prevalentemente per le pressioni della fortissima lobby del settore che la sostiene ma non ci investe neppure un dollaro..
Decine di nazioni nel mondo (12 nella sola Europa) non hanno mai scelto questa tecnologia, molte altre ne stanno uscendo con pesanti costi per il decommissioning e la sistemazione, irrisolta, delle scorie. I pochi reattori della cosiddetta “terza generazione” in costruzione stentano a decollare e quello finlandese, il più noto, sta miseramente arenandosi, con costi, tempi di costruzione, ritardi e difficoltà tecnologiche che continuano ad aumentare.
In Germania il deposito di scorie apprestato ad Asse in Bassa Sassonia due decenni fa per durare centinaia di anni, è stato invaso dall’acqua e verrà svuotato nei prossimi 10 anni con costi incalcolabili, mentre in USA il governo di Obama sta per dichiarare irresolvibile il problema, rinunciando alla costruzione di un sito nel deserto e rimandando la soluzione del problema alle prossime generazioni.
In queste settimanne è stato reso noto che per la prima volta la produzione elettrica da Rinnovabili (eolico, solare fotovoltaico, idroelettrico) ha eguagliato nel mondo quella di origine nucleare e che già oggi i costi del solare fotovoltaico, attorno ai 12,3 centesimi di euro/kwh, stanno superando verso il basso quelli del nucleare.
In questo scenario l’Italia è l’unico paese al mondo il cui Governo si appresta a far decollare un programma nucleare che prevede la costruzione di impianti nucleari per 6400 MW ( 4 centrali da 1600 MW, mai costruite ad oggi nel mondo) che dovrebbe costituire, entro 10 anni circa, meno del 10% dei 70.000 MW elettrici più o meno ritenuti necessari a quell’epoca.
E’ necessario che questo progetto venga fermato; al di là della sua reale fattibilità, affosserebbe le potenzialità delle Rinnovabili ritardandone lo sviluppo e insieme drenerebbe risorse utili al paese per altre scelte più convenienti, meno costose, più urgenti, sia nel settore energetico sia nella disponibilità di risorse per affrontare crisi economica, tagli alla ricerca, scuola, servizi , che si stanno pesantemente abbattendo sul paese.
Per questo invitiamo i movimenti, i comitati, le associazioni, tutti coloro che vogliono un'altra Italia, un diverso tipo di modello economico ed energetico, che sognano un paese migliore e vogliono contribuire a cambiarlo, a mobilitarsi sabato 6 e domenica 7 novembre in ogni paese, in ogni città, in ogni regione, per promuovere iniziative nelle forme possibili e più diverse, per interrompere questo percorso, e iniziare a costruire la nuova Italia.
aderisci indicando nome, cognome, città scrivendo a ecoblog@libero.it

martedì 2 novembre 2010

A proposito di crisi e mattoni

Pubblichiamo un estratto di un articolo di Edoardo Salzano pubblicato su Eddyburg  .  Nell'articolo Salzano si chiede:

"É davvero strano che nessuno, neppure gli analisti più attenti e intelligenti delle politiche sociali e di quelle economiche, si sia chiesto quanto pesi, sulla crisi dell’industria italiana, il fatto che, a partire dagli anni 70, le grandi industrie “moderne” abbiano dirottato le loro risorse dagli strumenti di una politica industriale avveduta e lungimirante (ricerca e innovazione, esplorazione delle nuove esigenze compatibili con i limiti delle risorse e con i nuovi possibili stili di vita e così via) verso l’investimento immobiliare.
É davvero strano che i comuni e le regioni, che piangono oggi per l’abbandono delle attività industriali nelle loro aree, non si domandino quanto sia grande la loro responsabilità, per aver consentito alle industrie di lucrare altissime rendite con le allegre modifiche delle destinazioni d’uso delle loro proprietà, e di abbandonare così le attività produttive a vantaggio della speculazione sul mattone.
É davvero strano che evitino qualsiasi accenno autocritico quegli urbanisti, convertiti al ruolo di facilitatori delle operazioni immobiliari, che hanno promosso o favorito l’applicazione degli strumenti perversi (dai “programmi urbani complessi” agli “accordi di programma”) adoperati dalle amministrazioni, miopi o asservite, per facilitare l’incremento della rendita fondiaria nelle aree ex industriali.
Ed è infine davvero strano che i politici, soprattutto quelli di centrosinistra e di sinistra, non diano segno d’aver compreso la loro responsabilità per aver abbandonato ogni attenzione per le regole elementari di utilizzazione del territorio, e aver lasciato così campo libero alle scorrerie dei “capitani coraggiosi” e degli affari immobiliari (o averle addirittura promosso e favorito), attribuendo agli incrementi della rendita e alla sua appropriazione privata un ruolo salvifico nella crescita del PIL. "
 
É ingenuo sperare che chi ci governa oggi, in Italia e nelle sue città, o pretende di farlo domani, comprenda le proprie responsabilità per quanto è avvenuto, e assuma di conseguenza la difesa del territorio, e il ripristino delle regole di una pianificazione socialmente, culturalmente e ambientalmente orientata, come obiettivo politico primario per oggi e per domani?


A chiunque è consentito riprodurre l’articolo, citandone l’autore e indicando la fonte con la seguente dicitura: “tratto dal sito web http://eddyburg.it”.