Presentiamo qui sotto una nuova video-inchiesta che Greenpeace ha pubblicato a luglio sulla raccolta dei rifiuti elettronici in Italia. L’associazione rivela che, a distanza di un mese dalla partenza del decreto “uno contro uno” (D.M. 65/2010), i rivenditori ancora non adempiono all’obbligo di ritiro – a titolo gratuito - del vecchio apparecchio elettronico. Qualcuno ha notizie di come sta andando nel Pinerolese?
Greenpeace da anni denuncia che gran parte delle apparecchiature elettroniche prende ancora la strada dello smaltimento in discarica, o presso inceneritori o, addirittura, dell’esportazione illegale nei Paesi in via di sviluppo. Nel mondo sta crescendo a dismisura l’uso degli articoli elettronici, con la conseguente produzione di montagne di rifiuti pericolosi difficili da conferire o riciclare in sicurezza. Le stime dell’ONU sono di 20-50 milioni di tonnellate di rifiuti tecnologici prodotti ogni anno, che comprendono più del 5% di tutti i rifiuti solidi urbani generati nel mondo. I RAEE, ovvero i rifiuti derivanti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, rappresentano una tipologia di rifiuti pericolosi in più rapida crescita a livello globale (crescono con un tasso del 3-5% annuo, tre volte superiore ai rifiuti normali). Sono considerati pericolosi per il loro contenuto di elementi tossici e persistenti, che rappresentano un rischio per l’ambiente e la salute umana nelle varie fasi di trattamento, riciclaggio e smaltimento. Per informazioni più approfondite visitate il sito http://www.greenpeace.it/elettronicaverde/
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