giovedì 27 maggio 2010

Domenica 30 maggio Festa di primavera alla Cascina nuova di Roletto

Anche quest'anno il nostro G.A.S. parteciperà con un proprio spazio espositivo alla Festa di Primavera della Comunità Terapeutica Cascina Nuova (Associazione Aliseo - Gruppo Abele contro l'alcolismo): la cascina da cui acquistiamo regolarmente carne e piccoli frutti.  La Festa di primavera si terrà Domenica 30 maggio dalle ore 14 in poi presso la Comunità Terapeutica Cascina Nuova in Via Santa Brigida, 63 - Roletto (To).  Il programma della Festa prevede:
- musica e danze occitane a cura dell'Associazione Tree Danza.
- giro sull'asinello con l'Associazione "A passo d'Asino"
- giochi per grandi e piccini
- banco di beneficienza 
- i dolci delle donne rurali
- prodotti artiginali in esposizione
- banchi espositivi per incontro con le associzioni Libera (con relativi prodotti), Emergency, Software Libero Pinerolo (S.Li.P.) e varie associzioni locali.
- sarà presente inoltre un banchetto di raccolta firme del comitato pinerolese per i referendum sull'acqua pubblica
L'ingresso alla festa è libero ed aperto a tutti.  Arrivederci a domenica.

mercoledì 26 maggio 2010

Osnago (Lc) 5-6 Giugno convegno nazionale dei G.A.S.

A Osnago (Lecco), il 5 e 6 giugno, una nuova tappa nella costruzione di una “economia delle relazioni”. Per la prima volta GAS (Gruppi di Acquisto Solidale) e DES (Distretti di Economia Solidale) di tutta Italia si confrontano alla ricerca di un cammino comune. Due giorni di incontri, testimonianze, seminari, animazione.
Scoprite qui il programma, via via aggiornato, e il tema guida dell’incontro; compilate la scheda di iscrizione al convegno e ai gruppi di lavoro, indicando le vostre eventuali esigenze di ospitalità; segnalate il sito e divulgate l’iniziativa in tutte le reti o associazioni di appartenenza.  Nella riflessione iniziale, si è confermata la proposta di organizzare insieme il convegno tra Gas e Des, notando già nei fatti un grande intreccio tra queste esperienze e come, in un certo senso, abbiano bisogno l’una dell’altra.
Da una parte i Gas possono trovare nel percorso dei Des una portata più ampia della loro azione, in una prospettive di trasformazione sociale del territorio e dei modi di produrre dei piccoli produttori locali, in primis gli agricoltori.
Dall’altra i Des trovano nei Gas una base di sostegno fondamentale per il loro operare, un modello organizzativo che includa anche la dimensione del limite e il riferimento a valori da salvaguardare.
L’intreccio tra queste esperienze è quindi naturale, e ci si augura che possano crescere insieme.
Per quanto riguarda il convegno, l’idea di fondo è quella di riflettere e confrontarsi su come i principi e le pratiche dei Gas e dei Des si possano applicare e riconoscere nelle diverse attività portate avanti, e quale modello di società possano prefigurare. Un altro tema emerso è quello della rappresentanza, di come poter far sentire una voce spesso diversa da quella riportata dai media, e anche di come porsi di fronte al vuoto della rappresentanza politica. Il convegno 2010, il primo organizzato insieme tra Gas e Des, viene visto soprattutto come un’occasione di confronto interno su questi temi.
Le domande analizzate nel corso del convegno sono principalmente due: il tema del sabato è quali siano le forme in cui è possibile organizzare i Gas intorno a progetti stabili, tra cui i distretti di economia solidale; il tema della domenica sono le proposte di attivazione dei percorsi di economia solidale sulla rappresentanza, in particolare rispetto ai campi dell’informazione e del rapporto con la politica.


Accedi al sito web di riferimento: http://www.convegnogasdes2010.org/

venerdì 21 maggio 2010

22 maggio giornata della Biodiversità

Sabato 22 maggio si celebra come ogni anno la giornata mondiale della biodiversità. Secondo la Convenzione sulla biodiversità delle Nazioni Unite, essa “consiste della variabilità tra gli organismi viventi di ogni genere, inclusi quelli terrestri, marini e altri ecosistemi acquatici e complessi ecologici di cui essi sono parte. Dunque è un bene prezioso e fondamentale per la sopravvivenza stessa del genere umano perché mette a disposizione di tutti gli uomini un vasto insieme di risorse (quali cibo o legname) e tutto il necessario supporto alla vita, come la disponibilità di acqua potabile, di ossigeno e il corretto funzionamento del ciclo del carbonio.
Oggi però questo delicato equilibrio è messo in serio pericolo da molti fattori quali l’aumento della concentrazione in atmosfera dei gas serra, l’aumento della temperatura globale e l’innalzamento dei mari.
Dunque, la giornata del 22 maggio, è l’occasione per tutti per riflettere sui nostri stili di vita e sulle conseguenze negative che, alla lunga, possono avere sull’ecosistema globale e, di conseguenza, sulla nostra stessa vita e su quella delle generazioni future. Il comitato scientifico del WWF ha stilato un appello del mondo scientifico per una Legge Quadro sulla Biodiversità. La richiesta al Ministro è quella di promuovere all’interno del Parlamento un quadro di riferimento innovativo a tutela della biodiversità, per valorizzare la ricchezza naturale del nostro paese, salvaguardare la vita sul pianeta e garantire la salute degli ecosistemi
Appello consegnato dal WWF al Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo il 16 maggio in occasione della Festa delle Oasi, scarica l'appello in pdf>> 

giovedì 20 maggio 2010

Referendum acqua pubblica superate le 500 mila firme

Superate le 500mila firme, la raccolta continua. 516.615 firme raccolte in 25 giorni di banchetti e iniziative in tutta Italia.
Un risultato incredibile anche per noi, raggiunto in poco più di tre settimane grazie all'impegno e all'entusiasmo di migliaia di cittadine e cittadini dell'acqua pubblica.
Dall'estremo Nord alle isole, la raccolta di firme racconta un'Italia della partecipazione, di migliaia di territori attenti e attivi sui beni comuni (vedere la mappa dei banchetti di raccolta firme su www.acquabenecomune.org).
E la raccolta firme non si ferma, ma rilancia. L'obiettivo che il Comitato Promotore si era posto (700mila firme) è ormai in vista e può essere superato. Da qui a luglio lanceremo eventi, feste, spettacoli per coinvolgere sempre più italiani in questa civile lotta di democrazia per togliere le mani degli speculatori dall'acqua riconsegnandola ai cittadini e ai Comuni.
Per questo fine settimana il Comitato Promotore lancia il “Giro d'Italia delle firme per l'acqua”; quale località, Comune, comitato cittadino sarà la maglia rosa della raccolta di firme di questa settimana?
Il Comitato Promotore ringrazia tutti quelli che si stanno impegnando per la riuscita dell'iniziativa referendaria, i media locali, le radio e i siti internet che stanno dando un esempio di attenzione e partecipazione che fa ben sperare anche per la libertà d'informazione nel paese.
Più firme raccoglieremo, più forte sarà la spinta verso il Referendum e il risveglio civile dei territori. Perché si scrive acqua, si legge democrazia.

martedì 18 maggio 2010

Verbale riunione G.A.S. 11 Maggio 2010

Presentazione produttore di pane di Cumiana Azienda agricola Frutasè. Bruno Zaro (Cascina dei Frutasè) produttore di pane biologico presenta la sua azienda agricola e le caratteristiche del prodotto che intende offrire al gas; si tratta di pane di frumento semi-integrale in forma di micca e cassetta del peso di circa 1Kg, al prezzo 3,70 euro al Kg. Si precisa che l'ordine potrà essere acquisito solo se si raggiungeranno almeno i 20 pani (motivi di lavorazione). Gli ordini dovranno essere fatti entro il martedì sera e la consegna avverrà il giovedì dalle ore 18,30 alle 19,30 presso Stranamore. Con la mail del primo ordine verrà inviata una descrizione delle attività della cascina e alcune informazioni riguardanti il pane.
Sulla presentazione della domanda per il Bando Regionale sui Gas non ci sono ancora informazioni, però indipendentemente dal fatto di poter ottenere un finanziamento, si ritiene importante cercare comunque di dotarsi di un programma informatico dedicato per la gestione degli ordini, ciò eliminerebbe una serie di problemi legati alla gestione delle mail ed il costo da sostenere sarebbe decisamente esiguo.
Per il tessile di Made in No, si comunica che i prodotti ed i prezzi sono visibili sul sito www.made-in-no.com Francesca si proporrebbe come referente e appena possibile lancerà un ordine.
Per capire quante persone hanno intenzione di acquistare le patate di Elva l'autunno prossimo, si propone di fare un sondaggio tramite mail e chiederlo direttamente a tutti i gasisti (nessuno però si è preso ufficialmente l'impegno di farlo! Cercasi volontari).
Per l'ordine del vino proposto dalla Cantina Sociale di Bricherasio, si incarica Silvia di mandare la mail informativa a tutti i gasisti, anche se gli ordini verranno raccolti direttamente dalla Cantina.
In seguito ad alcune richieste pervenute, si procederà a lanciare un ordine di conigli presso il produttore Cascina Sala di Cantalupa ed un ordine di miele presso il produttore F. Corna di San Secondo. Per i conigli ci sarebbe l'intenzione di proporre almeno un ordine mensile con scadenza fissa (es. primo giovedì di ogni mese).
Alla prossima riunione generale del Gas verrà presentato un produttore di uova nostrane. Ci sono anche delle richieste per un nuovo ordine di scarpe Astoflex; Antonella si propone come referente e dopo che avrà raccolto le dovute informazioni lancerà l'ordine.
Viene confermata la visita all'azienda agricola Favè di Prarostino per sabato 15 maggio. Silvia si incarica di mandare una mail con le informazioni organizzative: ora ritrovo, cosa portare, eventuale possibilità di camminata.
Si comunica che domenica 16 maggio ci sarà la festa Gas ad Avigliana e chi intendesse partecipare si potrà aggregare a Paolo.
Domenica 30 maggio ci sarà la festa alla Cascina Nuova di Roletto (alla quale siamo stati invitati)si intende partecipare portando un cartellone informativo sulle attività fin'ora svolte dal Gas Pinerolo Stranamore.
Il Gruppo di acquisto aderisce al Comitato Acqua Pinerolo e sostiene la campagna referendaria.
La prossima riunione si svolgerà mercoledì 9 giugno e (tra l'altro) si tratterà l'argomento “ordine di detersivi”.

domenica 9 maggio 2010

Riunione mensile G.A.S. - 11 Maggio 2010

Martedì 11 Maggio alle ore 21 presso l'Associzione Stranamore in via Bignone, 89 - Pinerolo, ci sarà la prossima riunione generale mensile del GAS.

Punti proposti all’ordine del giorno sono:

1. Presentazione produttore di pane di Cumiana della Azienda agricola Frutasè

2. Aggiornamento sulla domanda presentata per il bando regionale sui Gas (speriamo ve ne siano)

3. Ordine per tessile Made in No

4. Patate di Elva previsoni di acquisto per produttori

5. Ordine vino della cantina sociale di Bricherasio

6. Gita ad aziende Agricole Favè e Cascina Gardiol (Prarostino)

6. Partecipazione a Festa Gas Avigliana 16 maggio

7. Partecipazione a festa Cascina Nuova Roletto 30 maggio

8. Varie ed eventuali

Per integrazioni e proposte da mettere all'ordine del giorno utilizzare i commenti sul post del blog oppure scrivere al Gas

domenica 2 maggio 2010

Breve guida alla questione Acqua: Risposte alle principali domande sui referendum e il problema dell’acqua pubblica

[Dal sito dcrescita Felice] di Christian Grassi
I temi trattati
1) il culmine della questione: il Decreto Ronchi del 2009
2) domande e luoghi comuni in tema di acqua pubblica o privata
3) il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua
4) i quesiti referendari del Forum
5) i quesiti IdV
6) cosa succede dopo i referendum
7) la legge di iniziativa popolare del 2007 per la ripubblicizzazione dell’acqua
1) Cosa succede con il Decreto Ronchi del 2009?

Con il decreto Ronchi del 2009 tutti i servizi pubblici locali come l’acqua vengono definitivamente ceduti al mercato e sottoposti alle regole del profitto, espropriando i cittadini di quei beni comuni faticosamente realizzati negli anni con i soldi delle tasse. Noi abbiamo pagato gli acquedotti e qualche privato ne godrà i profitti.
È l’atto conclusivo di un processo che ha avuto per protagonisti governi di ogni colore, sia su scala nazionale sia locale.
La nuova legislazione, imponendo la cessione forzata della gestione del patrimonio pubblico e l’ingresso sostanzialmente obbligatorio dei privati nella gestione dei servizi, renderà obbligatoria la privatizzazione dell’acqua.

2) I luoghi comuni e i sostenitori del Decreto Ronchi dicono:

a) che non si tratta di una privatizzazione ma di una liberalizzazione;
Si parla di privatizzazione e non di liberalizzazione poiché il servizio idrico, per definizione, è un monopolio naturale. Non può infatti esistere una competizione fra più fornitori in concorrenza poiché vi è un solo acquedotto. Non una liberalizzazione con tanti gestori in concorrenza ma una privatizzazione con un solo monopolista privato. Da monopolio pubblico a servizio della collettività a monopolio privato per l’interesse di pochi. Ma a questo punto, se di monopolio si tratta, è ovvio che il servizio debba rimanere pubblico.

b) che comunque l’acqua e le infrastrutture rimangono pubbliche mentre è la sola gestione del servizio a non esserlo più;
Se è vero che l’acqua e le infrastrutture restano del demanio da un punto di vista formale (si parla appunto di “proprietà formale”), all’atto pratico la “proprietà reale” è di colui che gestisce direttamente il bene, che eroga il servizio e che ne incassa gli utili per gli anni a venire.
La proprietà reale si concretizza anche a causa della mancanza di trasparenza nei rapporti pubblico-privato, la debolezza dei controlli e l’impossibilità dell’ente pubblico di incidere sulla governance della società private. Il controllo pubblico è infatti limitato o nullo quando ci si trova dinanzi a forme giuridiche di diritto privato regolate dal diritto societario.
Conta poco affermare che l’acqua è pubblica quando di fatto, per sempre, ogni relazione che avremo, rapporto economico, reclamo, disservizio, saranno una questione privata regolata da un contratto di servizio fra il cittadino ed una società quotata in borsa, probabilmente neppure italiana. Non potremo più decidere, né cambiare fornitore né lamentarci in Comune o fare valere il nostro voto.
Un bene è pubblico solo se è gestito da un soggetto formalmente e sostanzialmente pubblico, nell’interesse esclusivo della collettività.

c) che è l’Unione Europea che ce lo impone;
L’Unione Europea non ci impone assolutamente nulla. Essa stabilisce infatti che i servizi essenziali privi di rilevanza economica, identificati dai singoli Stati, possono essere sottratti al mercato.
Spetta ai singoli Stati definire quali sono i servizi essenziali privi di rilevanza economica.
Tradotto: è l’Italia stessa che si è imposta la privatizzazione dell’acqua.
A riprova che l’Unione europea non impone nulla, il fatto che nel 2010 Parigi, dopo 25 anni di gestione privata, è tornata alla gestione pubblica.

d) che l’ingresso dei privati migliorerà la gestione e i servizi ed aumenteranno gli investimenti;
in Italia (ma anche all’estero), l’ingresso dei privati ha generalmente portato ad un notevole aumento delle tariffe (anche del 400%), ma senza un miglioramento del servizio che anzi, spesso è peggiorato, ma soprattutto ad un netta riduzione degli investimenti di ripristino e modernizzazione delle infrastrutture. Da 3 miliardi a 700 mila euro.
Le diverse esperienze privatistiche di gestione dell’acqua hanno quindi dimostrato come le finalità delle spa siano incompatibili con la gestione dei beni comuni. Il conseguimento del profitto si basa infatti sulla contrazione dei costi, sull’aumento dei ricavi, e sull’imputazione degli eventuali investimenti a carico della tariffa. Ciò può significare che alla scadenza delle concessione, le SpA avranno tratto ingenti profitti senza avere investito adeguatamente sulle reti e a noi cittadini saranno restituiti degli acquedotti fatiscenti da riparare con le nostre tasse.

e) che la gestione pubblica è sprecona ed inefficiente, caratterizzata dal clientelismo.
Se è verosimile che in molti casi la gestione pubblica dell’acqua è inefficiente e sprecona, la soluzione non è regalare ad un privato ciò che è di tutti.
A partire dal presupposto che una gestione pubblica è per definizione orientata all’interesse della collettività mentre una gestione privata deve fare gli interessi dei soci azionisti, ciò che dobbiamo pretendere sono degli strumenti atti a migliorare l’opera degli enti di diritto pubblico e la riduzione degli sprechi. E questo lo possiamo fare ad esempio tramite la leva elettorale, ma solo a condizione che la gestione resti in mano pubblica.
La questione è chi e come avviene la gestione ma soprattutto con quali fini. Una spa ha l’obbligo di chiudere il bilancio in attivo, deve guadagnare. L’ente pubblico punta invece al pareggio e on ha fini di lucro. Il privato quando investe del capitale deve farlo rientrare nel più breve tempo possibile e soprattutto lo deve fare fruttare. L’ente non ha il problema di fare fruttare il capitale ne di farlo rientrare.
Gli investimenti delle spa sono caricati sulla tariffa mentre l’ente preleva dalla fiscalità generale.

3) Il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua

Il Forum si è ufficialmente costituito nel 2006 (ma era già attivo in forma non organica) ad opera di innumerevoli movimenti, reti associative e sindacali, nazionali e territoriali. Tutti questi soggetti hanno condiviso la necessità di cambiare radicalmente il quadro normativo esistente attraverso una proposta di legge d’iniziativa popolare portata in parlamento nel 2007 e sottoscritta da più di 400000 persone.
In seguito al peggioramento del quadro normativo in materia di acqua, il Forum si è attivato per avviare una campagna referendaria atta a ripubblicizzarla.
Poiché si tratta di un movimento apartitico di cittadini ed associazioni, hanno aderito all’iniziativa referendaria le realtà più diverse e rappresentativa di una larga fetta della società italiana, dalle associazioni ambientaliste a quelle cattoliche e della sinistra, sindacati, associazioni di categoria, chiese, comitati ed Enti Locali, enti no profit ed associazioni umanitarie, testate giornalistiche e gruppi di acquisto.
I partiti, poiché non facenti parte della società civile hanno potuto aderire al comitato di sostegno ma non al comitato promotore dei referendum. L’IdV, è stato l’unico partito che pur manifestando interesse per il tema ha scelto di non aderire promuovendo dei propri referendum.

4) Cosa chiedono i 3 referendum?

Referendum 1: abrogazione dell’art. 23 bis (dodici commi) della Legge n. 133/2008 , relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica, ovvero fermare la privatizzazione dell’acqua.
Propone di abrogare la normativa che stabilisce che entro il 2011 la gestione del servizio idrico debba essere obbligatoriamente affidata: o a soggetti privati attraverso gara o a società a capitale misto (pubblico-privato), all’interno delle quali il privato detenga almeno il 40% e la gestione diretta del servizio idrico (art. 5 legge Ronchi). Il pubblico, per statuto, resta vincolato alle scelte del privato.
La norma da abrogare impone inoltre che per le società miste collocate in Borsa, l’Ente Pubblico non possa detenere la maggioranza delle quote ma anzi, debba scendere al 30%.

Referendum 2: abrogazione dell’art. 150 (quattro commi) del D. Lgs. n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente), relativo ala scelta della forma di gestione e procedure di affidamento, segnatamente al servizio idrico integrato, ovvero, aprire la strada della ripubblicizzazione.
Propone di abrogare l’articolo di legge che definisce come uniche modalità di affidamento del servizio idrico la gara o la gestione attraverso Società per Azioni, escludendo la gestione diretta ad opera degli Enti di Diritto Pubblico (salvo casi eccezionali).
L’abrogazione di questo articolo consentirebbe l’affidamento della gestione del servizio idrico anche agli Enti di Diritto Pubblico, favorendo di fatto la ripubblicizzazione con la partecipazione diretta dei cittadini e delle comunità locali.

Referendum 3: abrogazione dell’’art. 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente), limitatamente a quella parte del comma 1 che dispone che la tariffa per il servizio idrico è determinata tenendo conto dell’ “adeguatezza della remunerazione del capitale investito”, ovvero eliminare i profitti dal bene comune acqua.
Si tratta di abrogare la parte di normativa che concede ai gestori del servizio idrico un profitto garantito. La legge prevede infatti che i gestori addizionino almeno un 7% all’importo delle bollette quale remunerazione del capitale investito. Ossia, qualsiasi cosa faccia il gestore, questi ha la garanzia di un incasso certo.
I cittadini da una parte vengono privati del bene comune acqua e dall’altra sono obbligati, con uma maggiorazione della bolletta, a garantire un profitto ai privati.
Abrogando questa norma tariffaria, verrebbe meno uno dei fattori di richiamo delle società private, ossia la garanzia di un introito certo.

5) I quesiti dell’Italia dei Valori (IdV)

Contrariamente ai quesiti del Forum, che hanno saputo aggregare un’ampia rappresentanza della società, il partito dell’IdV corre da solo.
In merito ai quesiti referendari presentati da Di Pietro, sull’ art. 15 del d.l. n. 135, in caso di esito positivo rimarrebbero sostanzialmente in piedi i modelli già esistenti. Invece i quesiti formulati dal Forum dei movimenti per l’acqua hanno come obiettivo dichiarato, di scardinare questi modelli che, seppur con tonalità differenti, orbitano, nella dimensione privatistica. Si tratta pertanto di un quesito che non coglie lo spirito di fondo dei referendum presentati dal forum, riportandosi piuttosto alle norme e ai modelli che hanno avviato la privatizzazione nel nostro paese (riassunto tratto da Alberto Lucarelli, il Manifesto).
Non solo. In caso di esito positivo, l’impianto normativo che resterebbe in vigore andrebbe contro le leggi che i governi Prodi prima e Berlusconi poi hanno dovuto approvare anche a causa delle SpA e Srl a capitale interamente pubblico (in house) o misto, avevano violato e stanno violando il Trattato Europeo sui principi di libertà di insediamento stabilimento e concorrenza. Le sentenze della Corte di giustizia Europea, a partire dal 2005, si sono pronunciate contro le SpA e le Srl a capitale interamente pubblico o misto che in Italia stavano gestendo servizi pubblici locali con affidamenti senza gara pubblica.
Per i non addetti, queste SpA e Srl, facendo, per il codice civile Italiano, attività di impresa e commercio, stanno esercitando, concorrenza sleale. In altre parole, i referendum IdV finiscono con il promuovere una vera e propria sfida anche al Trattato Europeo.
(riassunto tratto da Luigi Meconi, hyperlink 13/04/2010).

6) Cosa succederà se passano i 3 quesiti referendari?

Qualora dovessero passare i 3 quesiti referendari del Forum non si tornerà alle leggi preesistenti ma di fatto si creerà un vuoto normativo che dovrà essere colmato con l’emanazione di nuove leggi.
Ma poiché già dal 2007 giace una proposta di legge di iniziativa popolare a favore dell’acqua pubblica sottoscritta da 400.000 persone, sarà giocoforza e c’è la speranza che il parlamento lavori attorno a questo testo.

7) Cosa propone la legge di iniziativa popolare del 2007?

La legge, definisce i “principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e del servizio idrico”
In particolare.
- detta i principi con cui deve essere utilizzato, gestito e governato il patrimonio idrico nazionale prefiggendosi l’obiettivo di un governo pubblico e partecipativo del ciclo integrato dell’acqua, in grado di garantirne un uso sostenibile, preservativo e solidale anche a garanzia delle future generazioni
Riguarda sia le acque di superficie che quelle sotterranee regolamentandone l’uso civile, agricolo e industriale.
- definisce che il servizio idrico è da considerarsi servizio pubblico locale privo di rilevanza economica e la sua gestione è sottratta al principio della libera concorrenza ed è realizzata senza fini di lucro.
- stabilisce che cessino tutte le forme di gestione del servizio idrico affidate a terzi mentre quelle
affidate a società a capitale misto pubblico-privato si trasformino in società a capitale interamente pubblico per poi divenire enti di diritto pubblico.
- determina che il servizio idrico integrato sia finanziato dalla fiscalità generale, specifica e dalla tariffa.
- stabilisce che l’erogazione giornaliera pari a 50 litri di acqua per persona sia considerata un diritto umano e quantitativo minimo vitale garantito e gratuito che non può essere sospeso.
- determina che la copertura finanziaria, per quanto attiene alla fiscalità generale, sia garantita attraverso il prelievo di risorse dalle spese militari, l’IVA derivante dalla vendita delle acque minerali, gli introiti delle sanzioni per danni ambientali, il prelievo fiscale sulla produzione e l’uso di sostanze chimiche inquinanti.