[Tratto dal sito Volontari per lo Sviluppo Scritto da Andrea Saroldi]
La sperimentazione di forme di distribuzione alternative accompagna da sempre lo sviluppo dei Gas e dei Des, ponendo la questione del modello di distribuzione che vorremmo per i circuiti di economia solidale.
Il termine "Piccola Distribuzione Organizzata" (PDO) identifica questa ricerca, che prende nei diversi luoghi forme diverse, ma sempre seguendo i principi guida dell'economia solidale: ricerca del benvivere per tutti i soggetti coinvolti, riconoscimento dell'importanza del lavoro, creazione di reti sul territorio. La distribuzione diventa così un'ulteriore occasione di incontro, e non di separazione, tra chi produce, chi distribuisce e chi consuma.
A Torino, tramite l'associazione Gastorino che fornisce strumenti alla rete dei Gas del territorio, da tempo organizziamo ordini collettivi per i Gas che scelgono di acquistare insieme alcuni prodotti. Normalmente ogni Gas acquista direttamente dal suo produttore di fiducia, ma in alcuni casi e per certi prodotti viene utile raggruppare insieme gli ordini dei diversi Gas in un ordine collettivo che copre la città e la sua cintura. L'esempio tipico è quello delle arance, per cui ha senso far viaggiare un unico camion dal Sud. In questo modo i Gas acquistano diversi prodotti, non solo agrumi, organizzando ordini collettivi che hanno lo scopo di presentare alcuni produttori o sostenerli in situazioni particolari.
Negli ultimi anni gli ordini collettivi a Torino hanno compreso agrumi, mandorle, patate di montagna, mele, birra, scarpe, indumenti, farina, riso, vino, pasta, passata, dolci, cosmetici, pesce, formaggi, etc. Questo modo di acquistare aiuta anche a sostenere i nuovi Gas che vogliono partire, rodandosi su ordini più semplici prima di prenderci gusto ed organizzare gli ordini in modo autonomo. Tutto questo è ovviamente facilitato dalla bontà dei prodotti, a cui spesso è difficile resistere: basti pensare che all'interno dei nomi sempre molto fantasiosi dei Gas un gruppo nato per aderire agli ordini collettivi si chiama appunto "Compagni di spremute".
Per lo sviluppo di queste forme di distribuzione la Ass. Gastorino ha anche presentato un progetto ad un bando per i Gas della Regione Piemonte che nel corso del 2011 ha consentito di sperimentare la consegna in più luoghie di analizzare i punti di forza e di debolezza del sistema utilizzato. Questo progetto ha avviato una riflessione che nel corso del 2012 ha portato a rivedere la gestione degli ordini collettivi, portando ad immaginare un nuovo sistema ora in fase di sperimentazione.
Abbiamo creato un gruppo di lavoro, denominato "PDO-Torino", con lo scopo di elaborare proposte migliorative che sono state poi presentate e discusse nella assemblea della Ass. Gastorino nel novembre 2012. Il primo passo è stato coinvolgere in questo gruppo di lavoro alcune cooperative interessate a collaborare sugli aspetti della distribuzione; sono state in questo modo identificate 5 cooperative (Isola, Cinque Stagioni, Uno di Due, Mondo Nuovo, La Tavola di Babele) che insieme a Gastorino formano il gruppo di lavoro; due di queste sono cooperative di commercio equo e solidale.
All'inizio questo gruppo di lavoro ha provato ad immaginare uno scenario per un sistema di distribuzione dell'economia solidale, in cui diverse forme di consegna convivono: dal Gas che si rifornisce direttamente dal proprio produttore, al singolo consumatore che acquista in una bottega del mondo, da diversi Gas che si organizzano a livello cittadino o di quartiere per acquistare insieme, alla consegna a domicilio per il singolo Gas, per arrivare fino al singolo gasista che domani speriamo potrà trovare i suoi soliti prodotti, quelli di cui conosce il produttore, nel negozio di quartiere che ha deciso di entrare a far parte del circuito (vedi la sintesi del progetto"PDO-Torino").
Da questo scenario di riferimento abbiamo ricavato i primi passaggi per avviare la sperimentazione, con la raccolta degli ordini collettivi dai Gas e la consegna in più luoghi. In ogni luogo di consegna la cooperativa che gestisce l'ordine in quel luogo prepara per ogni Gas la pila di cassette di agrumi e altri prodotti. Nel giorno stabilito, il Gas passa a ritirare i suoi prodotti che poi ridistribuisce al suo interno. Per i Gas che stanno fuori Torino è possibile richiedere la consegna nel proprio paese tramite furgone, e per i Gas cittadini che lo desiderano è addirittura possibile la consegna tramite tricicli in un luogo indicato dal gruppo.Infatti le associazioni Muovi Equilibri e Ciclobus, in collaborazione con i Pony Zero Emissioni, possono coprire apedali l'ultimo miglio che separa il Gas dal luogo di distribuzione. I diversi servizi legati alla logistica della distribuzione vengono pagati dai Gas alle cooperative, creando in questo modo ore di lavoro retribuito.
La sperimentazione di questo sistema è stata avviata a gennaio 2013. Per ora abbiamo iniziato secondo le modalità più semplici, con un produttore di agrumi storico per i Gas, il consorzio delle Galline Felici, la consegna in due punti, uno a Torino nord e uno a sud, ed il coinvolgimento diretto di due cooperative: Mondo Nuovo e La Tavola di Babele. A questo primo ordine hanno partecipato 43 gruppi, a febbraio seguirà un secondo ordine con gli agrumi di Equosud e la pasta Iris. Nel tempo proveremo ad aumentare il numero di punti di consegna e le cooperative coinvolte. Il gruppo di lavoro PDO-Torino deciderà insieme i prossimi ordini e le modalità operative.
Scusate se in questo post sono stato un po' tecnico, ma penso che questo progetto abbia svolto alcuni passaggi che possono tornare utili nel realizzare i principi che ricordavo all'inizio: il coinvolgimento insieme ai Gas di altre cooperative, di cui alcune sociali, la collaborazione con il mondo del commercio equo e solidale, la creazione di ore di lavoro retribuito per i compiti della distribuzione ed infine la ricerca di meccanismi che possano portare allacollaborazione e conoscenza tra i diversi soggetti. Qui a Torino stiamo provando in questo modo, attraverso la tessitura di reti operative, a costruire il distretto di economia solidale.
Andrea Saroldi
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