Annie Leonard è conosciuta come il creatore e narratore del documentario animato sul ciclo di vita dei beni materiali, The Story of Stuff (2007), inseriamo qui alcuni ultimi documentari della stessa serie (sono in inglese ma potete travare la traduzione nella trascrizione di google).
venerdì 28 febbraio 2014
Annie Leonard continua la serie di film sulla storia delle cose
Annie Leonard è conosciuta come il creatore e narratore del documentario animato sul ciclo di vita dei beni materiali, The Story of Stuff (2007), inseriamo qui alcuni ultimi documentari della stessa serie (sono in inglese ma potete travare la traduzione nella trascrizione di google).
Etichette:
filmati
lunedì 3 febbraio 2014
Osservazioni del Forum Pinerolese per il Paesaggio al documento programmatico relativo alla pianificazione urbanistica presentato dalla Amministrazione Comunale di Pinerolo.
Osservazioni sul
documento programmatico relativo alla pianificazione urbanistica
Le Associazioni e i gruppi che partecipano al Forum Pinerolese per il Territorio e il Paesaggio
ritengono utile e positiva la scelta dell’ Amministrazione di avviare un
confronto sui temi della pianificazione territoriale e urbanistica al fine di
ampliare la partecipazione dei cittadini.
Pertanto, ci auguriamo che alla prima presentazione “generale”
del documento seguano altri appuntamenti, incentrati su argomenti specifici (piano del Centro Storico, mobilità
sostenibile, recupero aree dismesse , ecc.) e per i quali tuttavia l’Amministrazione
fornisca una documentazione iniziale tale da consentire -ad associazioni e
cittadini interessati- di poter dare un contributo fondato e utile.
Avremmo tuttavia preferito che si
intraprendesse –finalmente!- l’iter di
studi e di confronti indispensabili per dare vita ad un nuovo ed aggiornato
strumento di gestione urbanistica del territorio, vista la necessità condivisa
da molte forze politiche di “avviare le procedure per un nuovo Piano
Regolatore…”, come si leggeva addirittura nel programma di mandato dell’attuale
Sindaco. La predisposizione di una “variante”, per quanto generale, fa temere
che prevalga una logica improntata ad “aggiustamenti”, volti a soddisfare i “desiderata”, le
molteplici esigenze e richieste pervenute da cittadini e professionisti
interessati a modifiche puntuali, senza che queste azioni si inscrivano in un disegno-progetto generale, organicamente
compiuto a favore della intera comunità.
Al di fuori di un “progetto organico”, senza criteri preliminari che ne
definiscano ambiti e modalità, anche l’applicazione della legge
106/2011 e di altri principi di pratica urbanistica - quali la “perequazione” e
la “compensazione edilizia”- mettono “a
rischio” quel che resta della programmazione e della gestione del territorio. Già
nella redazione dell’ attuale PRG era emersa più la volontà di assecondare gli
interessi della speculazione immobiliare che non la capacità di previsione e di indirizzo
“etico” della città: lo testimonia il
vistoso scostamento, il sovra-dimensionamento, che si è rivelato tra le
previsioni insediative del Piano stesso e la realtà dei fatti.
Vogliamo allora esprimere alcune
osservazioni che nascono proprio dal rilievo strategico che la “variante
ponte” dichiara di voler assumere. Nel
documento dell’Amministrazione infatti si afferma di voler superare la logica
della semplice “raccolta” di esigenze e segnalazioni, dichiarando invece l’
ambizione di tracciare una direzione “per il disegno futuro della
città”.
Premesso che alcune
finalità generali indicate dal documento ci trovano logicamente
favorevoli (migliorare la qualità ambientale ed abitativa, salvaguardare il
paesaggio, incentivare il recupero del patrimonio edilizio esistente, ecc.) pensiamo
che uno strumento che ambisca a “contenere
elementi che anticipino i contenuti del
futuro PRGC” debba partire e fondarsi su alcuni elementi oggettivi, premesse indispensabili ad ogni
altra considerazione:
a)
una analisi più dettagliata dell’ esistente e dello
scostamento tra quanto realizzato e le previsioni del vigente PRGC:
b)
una verifica dell’identità del territorio per confrontare,
valutare e stabilire, linee di relazione e di indirizzo sostenibile
c)
la chiara determinazione delle scelte ritenute
essenziali sulla base dei punti precedenti
Se non si analizzano i dati
esistenti, la realtà esistente, se non
si precisano i contorni del “progetto” futuro, risulta troppo vaga la
dichiarazione di “limitare al massimo, per quanto possibile, l’ulteriore consumo di suolo
agricolo o non antropizzato”; così come inutile pare sottolineare più
volte, quasi a preventiva scusante, l’ovvio limite delle “poche risorse economiche disponibili”. Chiediamo dunque che le
premesse del documento programmatico siano integrate ( rivalutate) con alcuni dati significativi :
- andamento demografico della popolazione pinerolese
- analisi di massima sulla composizione per classi di
età
- elementi di analisi sulle attività produttive e
loro andamento e le previsioni di rilancio, ove identificabili.
- patrimonio edilizio esistente e dati certi sulle
unità abitative non occupate
- elencazione delle aree residenziali autorizzare e
non attuate , con relative previsioni insediative
- elencazione di massima delle aree sicuramente
individuabili come “degradate, dismesse, da riqualificare”
Ancora in relazione alle
premesse del documento, facciamo notare come
il principio di limitare il consumo di “ suolo
agricolo o non antropizzato” non si pone affatto in antitesi con un
possibile rilancio del comparto edilizio, per il quale tuttavia occorre perseguire decisamente altre
strade che non siano la semplice realizzazione-addizione di altra edilizia
all’organismo della città. Come viene sottolineato da molti esperti, come si deduce anche dai dati economici
forniti da Unioncamere, occorre puntare su innovazione, qualità e bellezza,
eccellenze dei territori. Sono questi i punti qualificanti e più volte ribaditi
per il rilancio del nostro Paese e da perseguire affinché l’economia dei vari settori abbia concrete speranze di
risollevarsi dalla crisi strutturale che viviamo. Nel governo e nell’indirizzo
del territorio, noi pensiamo che si debba agire nelle seguenti direzioni:
- salvaguardare il paesaggio, riducendo drasticamente –o azzerare- il
consumo di suolo, soprattutto nelle aree di maggior pregio paesaggistico (
l’area di Monte Oliveto, l’area pre-collinare e collinare)
- riqualificare il patrimonio edilizio esistente
- rivitalizzare gli
immobili esistenti, sottoutilizzati o inutilizzati, attraverso la
ri-destinazione a nuove e
sostenibili funzioni
- richiedere contenuti di alto livello nella qualità
architettonica-urbanistica dei progetti edilizi e nella qualità
costruttiva degli edifici
- incentivare l’applicazione delle tecniche volte al
risparmio energetico
- operare nel principio della sostenibilità e riciclo dei materiali costruttivi
Sui singoli contenuti del documento presentato dall’Amministrazione,
rimandando a ulteriori e più specifici momenti di confronto la possibilità di
avanzare proposte più dettagliate, proponiamo per ora le seguenti precisazioni o modificazioni dei
singoli punti (così come riportati nella numerazione del Documento
programmatico ):
1.
modificare la cartografia e la normativa del PP del
Centro Storico in quelle parti che oggi
non consentono di intervenire con efficacia
mantenendo tuttavia la salvaguardia delle caratteristiche
storico-documentali del Centro stesso
2.
adeguare il
piano particolareggiato della collina alla strumentazione sovra-ordinata
utilizzando, per le zone non coincidenti, il criterio del mantenimento delle
previsioni di tutela più ampie.
4.
rimuovere la
prevista capacità edificatoria da suoli con valore agricolo residuo e/o ambientale e paesaggistico nelle
zone di espansione attualmente esistenti
nel PRG ma non attuate e
autorizzate, riducendo conseguentemente
di un significativa (indicativamente il 50% )
l’espansione prevista dal PR vigente. Tale residua edificabilità andrà
indirizzata agli spazi interni alla città da riqualificare e recuperare.
5.
individuare quindi nelle aree R.U., in funzione delle necessità urbanizzative della
Amministrazione e dell’ interesse generale, le zone di possibile trasferimento delle
capacità edificatorie ancora previste, nell’ ottica sia della riqualificazione
delle aree stesse che del
consolidamento del tessuto urbano già infrastrutturato
9.
verificare la effettiva necessità di ampliare o
reperire un’ altra area industriale , anche riportando in città alcune funzioni
commerciali , direzionali e terziarie oggi collocate impropriamente alla Porporata
Identificare una qualificata
sistemazione del mercato dei produttori agricoli che possa valorizzare i
prodotti del territorio e le coltivazioni biologiche certificate.
12. definire gli elementi cardine
di una mobilità urbana sostenibile, con la messa in opera delle soluzioni già
prospettate nel lavoro condotto dagli uffici con l’ associazione “Salvaciclisti
“e con particolare attenzione al tema dell’ accessibilità e
dell’attraversamento dello spazio cittadinio
16. inserire
precise indicazioni, in relazione alle cosiddette valorizzazioni immobiliari, per
individuare in maniera certa le effettive condizioni di interesse pubblico che
possono consentire le varianti urbanistiche puntuali e i “permessi di costruire
in deroga” alle attuali destinazioni d’uso del PRG.
18. realizzare
attorno al centro abitato una “fascia verde”
che salvaguardi le residue zone agricole, riporti in luce le cascine
storiche, valorizzi e salvaguardi i
cosiddetti “coni visivi” e il paesaggio della città
20. avviare la redazione di un
Piano di azione indirizzato all’energia sostenibile che consenta il recupero e la riqualificazione del costruito e la creazione di un Piano Energetico Comunale
per la riduzione dei consumi energetici e di emissioni nocive per il
clima, anche in relazione alla necessità di sostenere
l’attività edilizia con politiche di incentivazione “intelligente”
Da ultimo, sottolineiamo la
necessità di rendere efficace e reale la partecipazione e il coinvolgimento dei
cittadini nel processo analitico e decisionale, anche in vista della
preparazione del futuro PRGC. Occorre
predisporre la creazione di “processi partecipativi” (interviste,
questionari, tavoli di lavoro…)”, già
sperimentati in molti enti locali -anche di piccole e medie dimensioni- che
superino il semplice binomio già previsto dalle norme “presentazione pubblica,
osservazioni”. Lo abbiamo sottolineato in altri documenti e qui lo ribadiamo: è
necessario dare vita a quella forma di “urbanistica partecipata” nella quale le
comunità vedano finalmente concretizzati piani di gestione e di sviluppo
sostenibili, volti alla tutela dei “beni comuni”, degli interessi dell’intera
comunità, e non di categorie o soggetti particolari.
Pinerolo 20/01/2014
Forum pinerolese per il paesaggio
Etichette:
Territorio
Iscriviti a:
Post (Atom)