venerdì 29 giugno 2012

Ciao Germanasca.

Il "vecchio" progetto della centrale idroelettrica di Perrero, che sembrava defunto, è improvvisamente tornato alla ribalta. È di questi giorni la notizia che l'ENEL ha predisposto il progetto definitivo e che nei prossimi mesi gli enti locali e la provincia dovranno esaminarlo ed esprimere le loro valutazioni. Tale progetto sembrava già in fase attuativa all'inizio del 2000; poi forse gli eventi alluvionali e i periodi siccitosi ne avevano frenato l'iter. Il comitato "Chisone-Germanasca" che allora si era attivamente impegnato nell'informazione e nella contestazione ai livelli istituzionali (Comunità Montana, Provincia e Regione) aveva sollevato criticità tali da indurre i proponenti a ridefinire il progetto. Ora ritorna con poche variazioni; nella sostanza il futuro del torrente Germanasca di Salza-Massello, Prali e Rio Faetto si presenta pessimo. Sarà garantito (se lo sarà!) il d.m.v. (deflusso minimo vitale), ovvero lo stato comatoso e fogna a cielo aperto, specialmente a valle del capoluogo di Perrero. Intanto le amministrazioni interessate tacciono. Viene da interpretare questo silenzio come: "intanto non siamo noi a decidere". E la cittadinanza come vede la vicenda?

Alleghiamo alcuni dati sulla centrale :
Maggiori informazioni le potete trovare qui sul sito della provincia di Torino

- Progetto: Enel Green Power
- Costruzione: sul torrente Germanasca + affluenti
- Area di bacino: 143,9 Kmq
- Salto 340 m
- Potenza 28,8 Mw
- Prod. media 66,6 Gwh/anno sottende in parte: Ribbe, Chiotti Sup., imp. (fermo) Tessore

04.planimetria (formato pdf 1,0 MB)

Sono previste n. 4 opere di presa nelle seguenti zone:

- sotto la confluenza del t. Germanasca di Massello con quello di Salsa 
- t. Germanasca
- rio Crosetto
- rio Balma a Perrero (a monte dei Linsard – Valle di Faetto)

Il collegamento delle opere di presa con il serbatoio di carico avviene tramite:
- 8 Km galleria diam. 3,5 m

Sono poi previste le seguenti opere:
- una vasca di carico
- 700 m condotta forzata, diam. 1,60/1,70 m (zona Maisette), salto 341 m (Trossieri, dx orografica t. Germanasca)
- 700 m condotta scarico
- opere 

Opere in parte interrate, altre con materiali adatti all'ambiente montano. Riprende il progetto: “Enel Power 2002”

Tempo realizzo previsto: 3,5 anni

Costo previsto 44,3 milioni di € + canone statale 240.000 € + 65.000 € (Provincia e comuni interessati) + 258.000 € BIM (Bacino imbrifero montano) + IMU (Perrero).


giovedì 28 giugno 2012

Mercoledi 4 luglio "riunione" del GAS, tutti insieme a cena !!

Mercoledì 4 luglio alle ore 19,30 presso l'agriturismo Favè della nostra produttrice Marina Parisa  si terrà la nostra cena/riunione estiva. Tutti i partecipanti al GAS sono invitati, festeggeremo insieme l'estate prima delle partenze per le vacanze estive. La cena/riunione sarà l'occasione sopratutto, per stare un po' insieme, rinserrare le relazioni e discutere a ruota libera sull'esperienza del GAS.
La sera del  4 luglio tutti a cena, familiari compresi presso l'agriturismo Favè in Via Ruata, 56  a Prarostino la prenotazione va effettuata direttamente a Marina: parisa.marina@libero.it entro il 2 luglio.

martedì 26 giugno 2012

Dire Fare Eco Solidale - Resoconto sintetico della riunione di valutazione e bilancio della manifestazione


Tutti gli interventi hanno espresso una valutazione nel complesso decisamente positiva della manifestazione, sia per la sua capacità di suscitare interesse e partecipazione, sia per la qualità della proposta che è riuscita a coniugare aspetti intellettuali e aspetti esperienziali. Il giudizio positivo spesso è sostenuto sia da riscontri di tipo economico (soddisfazione dei venditori, nonostante la pioggia ) sia da un’analisi del tipo di partecipazione che si è rilevata: non passiva e superficiale (modello “mostra dell’artigianato”), fatta da curiosi che osservano distrattamente, ma interessata e attiva, costituita da persone competenti che vogliono conoscere e capire.
Positiva anche la valutazione che si è data della collocazione in Piazza S. Donato e vie adiacenti, collocazione che da un lato ha permesso di dare visibilità alla manifestazione, e dall’altro, grazie alla concentrazione di tutte le attività in un’unica zona, ha generato un clima gradevole, ricco di stimoli e di energie,  di scambi e contatti,  come se si trattasse di un vero e proprio “villaggio”
Criticità
Le criticità che sono emerse riguardano principalmente alcuni punti:
-          la comunicazione: alcuni hanno rilevato una insufficiente comunicazione dell’evento e comunque una  certa difficoltà a cogliere con chiarezza il senso complessivo e unitario della manifestazione; si è inoltre dedicata scarsa attenzione alle nuove forme di comunicazione (social network), strumento essenziale per coinvolgere i giovani.
-          L’organizzazione dei workshop: eccesso di offerta, soprattutto a volte collocata in orari infelici, che di fatto impediscono la partecipazione – necessità di un lavoro più approfondito di selezione e programmazione.
-          Alcuni rilievi riguardano aspetti di tipo logistico: collocazione degli stand, dimensione degli stand, mancanza di servizi igienici, assenza di un sistema centralizzato e riconoscibile per la gestione delle informazioni e della comunicazione.
-          Integrazione non sempre riuscita tra la dimensione “intellettuale” delle conferenze (alcune relazioni che si sono mosse in una dimensione puramente “accademica” senza riuscire ad entrare realmente in relazione con il pubblico) e il contesto (molto più ricco, fluido, aperto, fruibile). Da questo punto di vista sembra più adatta la dimensione del dibattito rispetto alla presenza di un unico relatore.
-          Necessità di un coinvolgimento maggiore e più preciso degli esercizi commerciali del centro storico.
-         Il rapporto con le istituzioni, in particolare con l’amministrazione comunale (ad eccezione della consigliera Agnese Boni delegata ai rapporti  associazioni), è stato limitato al momento formale dell’inaugurazione, senza un reale coinvolgimento, (a livello di ascolto, partecipazione, proposta) nella manifestazione.
Proposte
Infine sono emerse alcune proposte nella prospettiva di iniziare a progettare  la manifestazione del prossimo anno:
- coinvolgere sin dall’inizio, già nella fase di progettazione, un maggior numero di  associazioni;
 - creare un sito specifico DIREFARECOSOLIDALE come luogo di confronto, di memoria e di  elaborazione per il futuro;
 - realizzare una mappatura di tutte le associazioni che nel pinerolese lavorano nella prospettiva “eco  solidale” (mappa del mondo solidale pinerolese). Il primo passo in questa direzione dovrebbe  essere l’individuazione, attraverso un confronto aperto e comune, di una serie di criteri sulla base  dei quali costruire la mappa.

lunedì 25 giugno 2012

Dichiarazione finale Summit dei Popoli a Rio + 20

Movimenti sociali e popolari, sindacati, popoli e organizzazioni della società civile di tutto il mondo riuniti del Summit Sociale dei Popoli a Rio+20, per la Giustizia Sociale e Ambientale, che si sono incontrati negli accampamenti, nelle mobilitazioni di massa, nei dibattiti, nella costruzione di convergenze e alternative, coscienti di essere i soggetti di una nuova relazione tra umano e umane e tra l'umanità e la natura, assumiamo la sfida urgente di frenare la nuova fase di ricomposizione del capitalismo e di costruire, attraverso le nostre lotte, nuovi paradigmi di società.
Il Summit dei popoli è un momento simbolico del nuovo ciclo in atto, che si situa nella traiettoria delle lotte globali che producono nuove convergenze tra movimenti di donne, indigeni, afrodiscendenti, piccoli agricoltori e contadini, lavoratori e lavoratrici, popoli e comunità tradizionali, quilombolas, movimenti per il diritto alla città, religioni di tutto il mondo. Le assemblee, le mobilitazioni e la grande Marcia dei Popoli sono state momento di espressione massima di queste convergenze.
Le istituzioni finanziarie multilaterali, le coalizioni al servizio del sistema finanziario, come il G8 o il G20, l'influenza delle multinazionali sulle Nazioni Unite e la maggioranza dei governi hanno dimostrato irresponsabilità verso il futuro dell'umanità e del pianeta e volontà di promuovere gli interessi delle imprese nella conferenza ufficiale. Al contrario, la vitalità e la forza delle mobilitazioni e dei dibattiti nel Summit dei Popoli hanno rafforzato la nostra convinzione sul fatto che solo i popoli mobilitati e organizzati potranno liberare il mondo dal controllo delle corporations e del capitale finanziario.
Venti anni fa il Forum Global, realizzato anch'esso ad Aterro do Flamengo, denunciò il rischio che l'umanità e la natura correvano a causa delle privatizzazioni e delle politiche neoliberiste. Oggi affermiamo che, oltre a confermare la nostra analisi, stiamo assistendo al restringimento significativo di diritti umani già tutelati e riconosciuti. A Rio+20 si è ripetuta la solita stanca litania delle false soluzioni difese degli stessi attori che hanno provocato la crisi globale. Mentre la crisi diviene via via più profonda, le multinazionali avanzano violando i diritti dei popoli, restringendo gli spazi democratici e distruggendo la natura, impossessandosi indebitamente dei beni comuni della umanità per salvare il sistema economico-finanziario.
Le molteplici voci e forze sociali che convergono attorno al Summit dei Popoli denunciano la vera causa strutturale della crisi globale: il sistema capitalista associato al patriarcato, al razzismo e all'omofobia.
Le imprese transnazionali continuano a commettere i loro crimini attraverso la sistematica violazione dei diritti dei popoli e della natura, rimanendo nella totale impunità. Contemporaneamente, portano avanti i loro interessi attraverso la militarizzazione, la criminalizzazione degli stili di vita dei popoli e dei movimenti sociali, causando processi di de-territorializzazione nelle zone rurali come in quelle urbane. Avanzano nei territori e sulle spalle dei lavoratori e delle lavoratrici del sud e del nord.
Esiste un debito ecologico storico che danneggia maggiormente i popoli del sud del mondo, debito che deve essere assunto dai paesi altamente industrializzati che sono alla base dell'attuale crisi del pianeta.
Il capitalismo causa allo stesso tempo la perdita di controllo sociale, democratico e comunitario sulle risorse naturali e i servizi strategici, che continuano ad essere privatizzati, convertendo diritti in merci e limitando l'accesso dei popoli ai beni e ai servizi necessari alla sopravvivenza.
L'attuale fase finanziaria del capitalismo si esprime oggi attraverso la cosiddetta “green economy” e attraverso meccanismi vecchi e nuovi, come l'aumento dell'indebitamento pubblico-privato, il super stimolo ai consumi, l'appropriazione e la concentrazione presso pochi delle nuove tecnologie, i mercati del carbonio e della biodiversità, promuovendo tra le altre cose l'accaparramento di terre da parte di grandi capitali, spesso stranieri e i partenariati pubblico-privato.
Le alternative sono nei nostri popoli, nella nostra storia, nei nostri costumi, nelle nostre conoscenze e pratiche e nei nostri sistemi produttivi, che dobbiamo salvaguardre, valorizzare e rendere di larga scala come progetto contro egemonico e trasformatore. La difesa degli spazi pubblici nelle città, con una gestione democratica e partecipazione popolare, l'economia cooperativa e solidaria, la sovranità alimentare, un nuovo paradigma di produzione, distribuzione e consumo, il cambiamento del modello energetico, sono esempi di alternative reali contro l'attuale sistema agro-urbano-industriale.
La difesa dei beni comuni passa per la garanzia di una serie di diritti umani e di diritti della Natura, per la solidarietà e il rispetto nei confronti della cosmovisione e edelle credenze dei diversi popoli e delle diverse culture, come, ad esempio, la difesa del “Buen Vivir” come forma di esistenza in armonia con la natura, che presuppone una transizione giusta che non può che essere costruita se non con i lavoratori, le lavoratrici, i popoli. La costruzione di una transizione giusta presuppone la libertà di organizzazione e il diritto di contrattazione collettiva sindacale, oltre che politiche pubbliche che garantiscano forme di lavoro degno.
Riaffermiamo l'urgenza di una redistribuzione della ricchezza e della rendita, come di combattere il razzismo e gli etnocidi e di garantire il diritto alla terra e territorio, alla città, all'ambiente e all'acqua, all'educazione, alla cultura, alla libertà di espressione e alla democratizzazione dei mezzi di comunicazione, alla salute sessuale e riproduttiva delle donne.
Il rafforzamento delle economie locali e dei diritti territoriali garantiscono la costruzione comunitaria di economie più vitali. Queste economie locali forniscono mezzi di sussistenza sostenibili a livello locale, stimolano la solidarietà comunitaria e proteggono componenti vitali per la resilienza degli ecosistemi. La maggior ricchezza è la diversità biologica della natura e la diversità culturale ad essa associata, fattori questi intimamente relazionati.
I popoli vogliono determinare per chi e per cosa vengono destinati i beni comuni ed energetici, oltre ad assumere il controllo popolare e democratico della loro produzione. Un nuovo modello energetico è basato sull'utilizzo di energie rinnovabili e decentralizzato, e deve garantire energia alla popolazione e non alle multinazionali.
La trasformazione sociale esige convergenza di azioni, processi di articolazioni e elaborazione di agende comuni a partire dalle resistenze e dalle proposte che stiamo portando avanti da ogni angolo del pianeta.
I processi sociali di cui sono portatrici le organizzazioni e i movimenti che convergono nel Summit dei popoli puntano in tal senso a percorsi fondati sui seguenti assi di lotta:
  • Contro la militarizzazione di Stati e territori
  • Contro la criminalizzazione delle organizzazioni e dei movimenti sociali
  • Contro la violenza sulle donne
  • Contro la violenza a lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e transgender
  • Contro le grandi multinazionali
  • Contro l'imposizione del pagamento di debiti economici ingiusti e per audit popolari sui debiti sovrani
  • Per la garanzia dei diritti dei popoli alla terra e al territorio urbano e rurale
  • Per la consultazione e il consenso libero, preventivo e informato, basato sui principi di buona fede e con effetto vincolante, conformemente alla Convezione 169 dell OIL
  • Per la sovranità alimentare e alimenti sani, contro l'utilizzo di agrotossici e di semi transgenici
  • Per la garanzia e la conquista di diritti
  • Per la solidarietà ai popoli e ai paesi, specialmente quelli minacciati da golpe militari o istituzionali, come sta accadendo attualmente in Paraguay
  • Per la sovranità dei popoli nel controllo dei beni comuni, contro i tentativi di mercificazione
  • Per un nuovo modello energetico
  • Per la democratizzazione dei mezzi di comunicazione
  • Per il riconoscimento del debito storico sociale ed ecologico
  • Per la costruzione di una Giornata mondiale di Sciopero Generale
Torniamo nei nostri territori, nelle nostre regioni e paesi animati dalla volontà di costruire a tal fine le convergenze necessarie per continuare a lottare, resistere ed avanzare contro il sistema capitalista e le sue vecchie e nuove forme di riproduzione.
In piedi, continuiamo a lottare!

Traduzione a cura di A Sud www.asud.net


martedì 19 giugno 2012

La storia purtroppo si ripete: Domenica 17 giugno 2012 un nuovo allagamento per via Martiri XXI a Pinerolo

Purtroppo non si è dovuto "aspettare" molto tempo per un nuovo allagamento nella zona di via Martiri del XXI. A pochi giorni dall'assemblea con gli abitanti di via Martiri del XXI del Forum Salviamo il Paesaggio di Pinerolo ieri sera (domenica 17 giugno 2012) un forte temporale (grandine + forte pioggia della durata circa 2 ore)  ha  di nuovo allagato la zona (precedente allagamento 29 aprile 2012) ed i sottopassi stradali. In alcuni caseggiati della zona memori della precedente esperienza di aprile  i condomini sono riusciti a limitare i danni facendo argine con dei sacchetti di sabbia, probabilmente acquistati in via preventiva. 
L'evento dannoso che si è replicato ieri è lo stesso che è stato esposto in vari interventi dai partecipanti nell'assemblea di giovedi scorso: la zona e la via che diventano un fiume che raccoglie tutte le acque di scolo della zona collinare e precollinare di Pinerolo, fiume che invade strade,cantine, garage, sottopassi provocando rischi per la popolazione e danni economici non trascurabili (auto a bagno, murature danneggiate dall'umidità, ecc..). Pensate un po se i cittadini invece di agire singolarmente per essere risarciti  dai danni  subiti decidesso di attuare una class action che richiede i danni ai responsabili di questa situazione?
E poi le cause di tutto questo che sono sempre le stesse in ogni parte d'Italia: il consumo del suolo agricolo con la cementificazione e l'impermeabilizzazione stradale che riducono il  drenaggio delle acque, poi le opere di ubanizzazione fatte al risparmio a volte sottodimensionate  (vedasi opere fognarie) e  per finire ma non  ultima in odine di importanza la scarsa o nulla manutenzione del territorio. 
Spendiamo decine di miliardi di euro per opere senza senso (il ponte sullo stretto, la Tav) e tagli su tagli per i servizi tecnici che monitorano il territorio (patrimonio inestimabile di professionalità e conoscenze), per l’agricoltura (primo “presidio” territoriale) per non parlare della propensione ad aggiungere  ancora cemento in ogni dove (vedasi vicenda CP7 Monte Oliveto). A Pinerolo si fanno conferenze e tavoli tecnici per lo sviluppo del territorio Pinerolese, ma si dimentica che la cura del territorio rappresenta una occasione di sviluppo e perchè no di occupazione!!

Ricordiamo infine che il Forum Salviamo il Paesaggio di Pinerolo sta raccogliendo l'adesione dei  cittadini di Pinerolo su una mozione che richiede venga indetto un consiglio comunale aperto con all'ordine del giorno i seguenti punti (occorrono almeno 500  tra i cittadini di Pinerolo):

a)verifica situazione fognaria esistente
b)messa in sicurezza del sottopasso e zone “alluvionate”
c) studio ed intervento a breve termine su pulitura-riassetto idrogeologico a monte (collina)
d)rivalsa economica sul progettista-appaltatore-collaudatore del sottopasso
e)stop alla cementificazione      
  
Per firmare la mozione ed eventualmente concorrere alla raccolta delle firme i moduli di raccolta firme possono contattare il seguente indirizzo mail: contatto@osservatorio0121.it


domenica 17 giugno 2012

No alla grande Multiutility del nord, firma l'appello!

[dal sito forum italiano movimenti per l'acqua] Si sta rapidamente delinando la creazione di una grande Multiutility del nord per la gestione del servizio idrico e di altri servizi pubblici essenziali. Riteniamo che tale operazione non abbia come fine il miglioramento dei servizi ma che nasca unicamente per soddisfare esigenze di ordine finanziario. Con la cessione alle logiche di mercato di servizi pubblici essenziali si va nettamente contro l'esito dei referendum di giugno, in cui la maggioranza assoluta dei cittadini si è espressa per gestioni pubbliche e partecipative.
Leggi e firma l'appello


APPELLO CONTRO LA MULTIUTILITY DEL NORD
Facciamo parte dei 27 milioni di cittadine e cittadini che si sono espressi contro la privatizzazione dell'acqua e per la difesa dei beni comuni. Viviamo con forte preoccupazione i ripetuti tentativi di cancellazione del risultato referendario, che colpiscono al cuore la partecipazione democratica e la credibilità delle istituzioni.

Con l’abrogazione dell’art. 23 bis, il referendum ha restituito alla sfera pubblica non solo l’acqua, ma anche gli altri servizi pubblici, compresi i rifiuti e il trasporto pubblico locale. Decenni di liberalizzazioni e privatizzazioni mostrano oggi il fallimento di questo disegno che ha visto il pubblico ritirarsi dai propri compiti e i Comuni trasformarsi da garanti dei servizi pubblici in azionisti. Ci lasciano aziende con miliardi di debito, aumento dei costi dei servizi per i cittadini, peggioramento delle condizione dei lavoratori del settore, azzeramento degli  investimenti in nuove reti, impianti e tecnologie, spreco di ingenti risorse naturali, finite e irriproducibili, e una drastica riduzione degli spazi di democrazia, di partecipazione e di trasparenza.

La proposta di creare una grande multiutility del nord si inserisce in questo quadro desolante. Ripercorre la strada dei fallimenti testimoniati dai bilanci in debito di A2A, Iren, Hera, ecc.; ci ripropone l'idea di vendere servizi essenziali per coprire buchi di bilancio; punta a superare i debiti delle aziende attraverso economie di scala. E’ un’operazione lobbistica e verticistica di istituzioni, managers e correnti di partiti, estranea alle città interessate, che espropria i consigli comunali dei loro poteri e allontana le decisioni dal controllo democratico. Oggi serve una gestione dell'acqua, dei rifiuti, del TPL, dell'energia, prossima ai cittadini e alle amministrazioni locali, per garantirne la trasparenza e la partecipazione nella gestione dei servizi.

Oggi più che mai una scelta del genere non deve essere perseguita. Al contrario è necessario aprire un ampio dibattito pubblico che coinvolga le amministrazioni locali, le assemblee elettive, coloro che hanno promosso e vinto i referendum, le associazioni, i comitati, tutti coloro che vogliono preservare l’universalità dei diritti fondamentali, come l’acqua, e tutelare i diritti dei lavoratori. Riteniamo indispensabili modalità nuove ed etiche per garantire ai Comuni investimenti pubblici necessari a realizzare politiche ambientali di risparmio idrico ed energetico e di riduzione, recupero e riuso dei rifiuti - obiettivi previsti dalla Direttiva Europea sulla promozione delle fonti rinnovabili. Non accettiamo di farci espropriare delle condizioni minime per esercitare i diritti di cittadinanza, di riproducibilità della nostra vita associata, in armonia con l'ambiente.

Per queste ragioni, pensiamo sia interesse di tutta la società civile fermare questo progetto che si presenta come un ulteriore attacco alla democrazia e ai beni comuni. Chiediamo a tutte le forze politiche, sociali e sindacali, in particolare quelle che hanno sostenuto i referendum, di prendere una posizione chiara opponendosi con decisione a questo progetto e portandolo alla discussione e al pubblico dibattito. Ci impegniamo a favorire tutti i possibili momenti informativi, di dibattito e di sensibilizzazione.

FIRMATO: DARIO FO (Attore, premio Nobel) - FRANCA RAME (Attrice) - MONI  OVADIA (Attore) - STEFANO RODOTA’ (Giurista) - ELIO E MANGONI (Le storie tese) - NANDO DALLA CHIESA (Sociologo Univ. Milano) - GIULIO CAVALLI (Attore e Consigliere Regione Lombardia SEL) - LORIS MAZZETTI (Giornalista RAI) - PAOLO ROSSI (Attore) - BASILIO RIZZO (Presidente Consiglio comunale Milano) - GUIDO VIALE (Economista) - ALBERTO LUCARELLI (Giurista, Assessore Comune Napoli) - VITTORIO AGNOLETTO (Ex-Parlamentare Europeo) -LUIGI FERRAIOLI (Costituzionalista Univ. Camerino) - UGO MATTEI (Giurista Univ. Torino) - BRUNO BOSCO (Economista, Preside Facoltà Giurisprudenza Univ. Milano Bicocca) ANDREA DI STEFANO (Dir. Rivista Valori) - ELIO VELTRI (Scrittore) - LUCA NIVARRA (Giurista Univ. Palermo) - GAETANO AZZARITI (Costituzionalista Univ. La Sapienza Roma) - ROBERTO BIORCIO (Sociologo Univ. Milano Bicocca) - EMILIO MOLINARI (Movimento acqua) - MARIO AGOSTINELLI  (Energia felice) - MASO NOTARIANNI (Emergency) - DIEGO PARASSOLE (Attore) - ALBERTO PATRUCCO (Attore) - SILVANO PICCARDI (Regista) - PIETRO RAITANO (Dir. Altreconomia) - LUCA MARTINELLI (Giornalista Altreconomia) - RENATO SARTI (Regista) - BEBO STORTI (Attore) - JOLE GARUTI (Dir. Centro studi Sao) - LUCA KLOBAS (Attore) - LEONARDO MANERA (Attore) - NADIA VOLPI (Italia Nostra) - RITA PELUSIO (Attrice) - HENRY ZAFFA (Attore) - PAOLO CACCIARI (Crescita felice) - GIANNI TAMINO (Biologo Univ. Padova) - CLAUDIO BISIO (ATTORE) - DANIELE SILVESTRI (Musicista) - PAOLO JANNACCI (Musicista) - ALE E FRANZ (Attori) - DAVIDE RIONDINO (Attore) - FAUSTO BERTINOTTI (ex-Pres. Camera Deputati) - DON PAOLO FARINELLA (parroco, biblista, scrittore e saggista) - FABRIZIO DE GIOVANNI (Attore)
PRIMI FIRMATARI ISTITUZIONALI: ANITA SONEGO (CONS. COMUNALE MILANO, FS); MIRKO MAZZALI (CONS. COMUNALE MILANO, SEL); MATTIA CALISE (CONS. COMUNALE MILANO, M5S); ANNA SCAVUZZO (CONS. COMUNALE LISTA MILANO X PISAPIA); ELISABETTA STRADA (CONS. COMUNALE LISTA MILANO X PISAPIA); MASSIMO GATTI (CONS. PROVINCIALE MILANO, FS); GIANCARLO PETERLONGO (CDA ATO MILANO); ANTONELLO PATTA (FS); ANTONIO LARENO (CGIL); ENZO GRECO (SEGR. CGIL); GIACOMO CONTI (CONS. REGIONALE LIGURIA, FS); NICOLO' SCIALFA (CAPOGRUPPO IDV REGIONE LIGURIA); ANTONIO BRUNO (CONS. COMUNALE GENOVA, FS); MANUELA CAPPELLO (CONS. COMUNALE GENOVA); ELEONORA ARTESIO (CONS. REGIONALE PIEMONTE, FS); RITA GUGLIELMETTI (DIRETTIVO CGIL); MILLY MORATTI; LUCA DALLORTO (CONS. COMUNALE GENOVA, VERDI); MARIA CARLA BARONI (FS, MILANO); EZIO LOCATELLI (EX PARLAMENTARE E SEGRETARIO FS E PRC TORINO); MARINA DONDERO (VICEPRESIDENTE GIUNTA PROVINCIALE GENOVA); ALESSANDRO MONTI (CONS. COMUNALE CHIAVARI); MARCO BERTANI (CONS. COMUNALE NE), VINCENZO GUEGLIO (CONS. COMUNALE SESTRI LEVANTE); MARCO DANERI (CONS. COMUNALE LAVAGNA); GIANNI NAGGI (RESPONSABILE AMBIENTE TERRITORIO BENI COMUNI PRC REGIONE PIEMONTE); CLEMENT GIAN PIERO (CONS. COMUNALE PINEROLO); BOSSUTO JURI (EX CONS. REGIONALE PIEMONTE, PRC); BARASSI PAOLA (EX CONS. REGIONALE PIEMONTE, PRC); DEAMBROGIO ALBERTO (EX CONS. REGIONALE PIEMONTE, PRC); DALMASSO SERGIO (EX CONS. REGIONALE PIEMONTE, PRC); ROSA RINALDI (RESP. AMBIENTE TERRITORIO BENI COMUNI PRC); CESARE MACCIO' (CONS. COMUNALE ZOAGLI); ROBERTO COLOMBO (IANOMI)

sabato 16 giugno 2012

Sabato tutti sul treno! Martedì tutti a Torino!





Per salvare il  treno Pinerolo Torre Pellice dai tagli previsti dalla Regione Piemonte, gli abitanti della Valpellice si stanno mobilitando già da alcuni mesi. Pubblichiamo qui uno dei prossimi appuntamenti. [ tratto dal sito comitato trenovivo valpellice  ]




Per dire a Regione e Trenitaglia:
  • che non vogliamo la chiusura della ferrovia Torre Pellice – Pinerolo
  • che non vogliamo la soppressione di corse sulla Pinerolo - Torino
  • che vogliamo una sperimentazione come quella prevista per la Novara – Varallo, con miglioramento del servizio ferroviario, razionalizzazione del trasporto su gomma, coincidenze effettive tra bus e treni

Sabato 16 giugno, ore 19.00, stazione di Torre Pellice

Aperitreno: perché non è l’ultimo treno!

viaggiamo tutti sul treno perché non sia l’ultimo
ore 19.16 partenza da Torre Pellice
ore 19.38 arrivo a Pinerolo e manifestazione in stazione
Il Comitato Treno Vivo porterà il vino, i partecipanti cibo da condividere; rientro a Torre Pellice con il bus sostitutivo (ore 19.49 o 20.58) e con auto dislocate in anticipo a Pinerolo

Martedì 19 giugno, ore 14.00, Palazzo della Regione, via Alfieri 15

Manifestazione contro la chiusura delle nostre ferrovie in occasione del Consiglio Regionale Straordinario dedicato al trasporto locale

Per andare a Torino, stiamo organizzando anche un pullman privato per raccogliere i partecipanti. Si partirà alle 12.00 dalla stazione di Torre Pellice, ed effettueremo le fermate dei bus sostitutivi.  Per informazioni e prenotazioni pullman, telefonare a Marco: 338-6757652 oppure scrivere a: info@trenovivo.it

martedì 12 giugno 2012

VOGLIAMO ASPETTARE IL PROSSIMO ALLAGAMENTO?


L'osservatorio 0121 espressione del Forum Salviamo il Paesaggio con il volantino che riproduciamo qui di seguito invita  la popolazione di Pinerolo ad una assemblea pubblica di discussione  sugli allagamenti che si sono verificati nella zona di via Martiri XXI lo scorso aprile.


LA CONTINUA ED INARRESTABILE CEMENTIFICAZIONE DEL TERRITORIO, OLTRE A DISTRUGGE PAESAGGIO ED AREE AGRICOLE, CREA NUOVI PROBLEMI IDROGEOLOGICI. AD AGGRAVARE LA SITUAZIONE, DOVUTA AL DILAGARE DEL CEMENTO ED ALLA MANCATA MANUTENZIONE, SI E’ AGGIUNTO IL CAMBIAMENTO CLIMATICO CHE HA TRASFORMATO GLI USUALI ACQUAZZONI IN PIOGGE TORRENZIALI DI TIPO MONSONICO. ALLAGAMENTI COME QUELLO DEL 29 APRILE , CON TUTTI I DANNI CONSEGUENTI, SONO DESTINATI A RIPETERSI CON SEMPRE MAGGIORE FREQUENZA.

PER QUESTO MOTIVO IL NODO PINEROLESE DEL FORUM STOP AL CONSUMO DI TERRITORIO – SALVIAMO IL PAESAGGIO ORGANIZZA, PER GIOVEDI’ 14 GIUGNO ORE 20.30, PRESSO IL PIAZZALE P.LEVI (STAZIONE PINEROLO OLIMPICA – DIETRO UFFICIO UNICO DELLE ENTRATE) UN’ASSEMBLEA PUBBLICA DOVE SI DISCUTERA’ DI:
  • LE CAUSE DELLE INONDAZIONI ED I POSSIBILI RIMEDI
  • LE PROPOSTE D’INTERVENTO CHE, IN QUELLA SEDE, I CITTADINI VORRANNO AVANZARE
  • L’ELABORAZIONE D’UNA PETIZIONE DA CONSEGNARE ALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE
La petizione conterrà le seguenti richieste puntuali da presentare al Sindaco di Pinerolo:
a) verifica situazione fognaria
b) messa in sicurezza sottopasso e zone "alluvionate"
c) studio ed intervento a breve termine su pulizia-riassetto idrogeologico a monte (collina)
d) rivalsa economica su progettista - appaltatore-collaudatore del sottopasso
e) stop alla cementificazione

IL VOSTRO INTERVENTO E’ PREZIOSO SIA IN TERMINI DI PROPOSTE-IDEE CHE VORRETE ESPORRE SIA NEL CASO VOGLIATE FIRMARE E FAR FIRMARE LA PETIZIONE .
NEL RINGRAZIARVI PER L’ATTENZIONE VI DIAMO APPUNTAMENTO AL GIOVEDI’ 14 P.V. (IN CASO DI PIOGGIA L’ASSEMBLEA VERRA’ RINVIATA)

OSSERVATORIO 0121
FORUM SALVIAMO IL PAESAGGIO – STOP AL CONSUMO DI TERRITORIO



domenica 10 giugno 2012

No inceneritore: depositate in Comune a Torino le firme della petizione popolare


[da Eco delle Città] 14 magliette, indossate da altrettanti attivisti disposti l’uno accanto all’altro, con la frase “No Inceneritore” su un lato e “Si - Rifiutizero” sull’altro; una testimonianza simbolica, a dimostrazione di come la lotta contro un metodo di smaltire i rifiuti inquinante, nocivo per la salute e antieconomico per la società e la sensibilizzazione in favore della riduzione, del riutilizzo e del riciclo dei rifiuti medesimi siano due facce della stessa medaglia.

Stamane il Coordinamento No Inceneritore Rifiuti Zero Torino - promotore della petizione popolare - ha voluto accompagnare con questa coreografica manifestazione di piazza la consegna delle 6700 firme raccolte nel solo Comune di Torino presso l’URP, Ufficio Relazioni con il Pubblico, di Palazzo Civico. La raccolta era iniziata lo scorso 17 novembre 2011.

Oltre a chiedere la sospensione dei lavori di costruzione dell’impianto del Gerbido, la petizione indica, inoltre, seguendo le priorità tracciate dalle normative europee e italiane, le azioni da mettere in pratica per una corretta gestione dei rifiuti: si spazia dall’attuazione di politiche volte alla riduzione della produzione di rifiuti, all’estensione, su tutto il territorio comunale, della raccolta porta a porta, per finire con il trattamento meccanico-biologico del rifiuto residuo.

Ora l’iter della petizione prevede la discussione in Consiglio Comunale dell’istanza presentata ed un successivo pronunciamento. Il Coordinamento ha dunque uno strumento in più per far comprendere a tutte le forze politiche della Sala Rossa quanto l’inceneritore del Gerbido sia un’opera inutile e dannosa per tutti i cittadini, in attesa che il Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte possa accogliere il ricorso già presentato.

La speranza è che questa petizione popolare possa inaugurare anche a Torino un “nuovo corso” nella politica di gestione dei rifiuti, così come successo a Reggio Emilia, dove alcune settimane fa è stato chiuso l’inceneritore da tempo in funzione - perché si è voluto rendere il futuro delle nuove generazioni più vivibile e sostenibile -, e a Parma, dove è da poco stato eletto un sindaco contrario all’ultimazione dell’erigendo impianto d’incenerimento. Non bisogna poi dimenticare che alcuni giorni fa il Parlamento Europeo si è espresso a favore di una risoluzione per l’eliminazione graduale dell’utilizzo delle discariche e per il divieto di incenerire i rifiuti riciclabili e compostabili che possono arrivare a rappresentare il 90% dei rifiuti totali.

Il 5 giugno per la consegna delle firme raccolte non è una data scelta a caso: oggi si celebra la Giornata Mondiale dell’Ambiente dell’ONU, il cui messaggio del 2012 è che «anche le azioni dei singoli contano per ridurre l’inquinamento del pianeta»: diminuire i consumi, scegliere prodotti senza o con ridotto imballaggio e condurre quotidianamente la raccolta differenziata sono del resto scelte innanzitutto individuali.

L’impegno del Coordinamento No Inceneritore Rifiuti Zero Torino nella raccolta di firme contro l’impianto del Gerbido non si esaurisce con la giornata odierna: i banchetti proseguiranno infatti per diverse settimane negli oltre venti Comuni della provincia dove sono state attivate, ma non ancora consegnate, le petizioni popolari ai locali Consigli Comunali.

mercoledì 6 giugno 2012

Noi nelle Alpi: risultati del convegno "Montagna per tutti ... Rispettando l'ambiente". Mozione finale del convegno sottoposta ai consigli comunali delle valli Pinerolesi


Pubblichiamo i documenti che ci sono giunti  a commento dell'incontro  che si è svolto  a Perosa  Argentina Sabato 26 maggio    “MONTAGNA DI TUTTI,   MONTAGNA  PER TUTTI…RISPETTANDO L’ AMBIENTE”,  ospitato al Teatro Piemont dal Comune di Perosa che ha dato il suo patrocinio all’ iniziativa.

MONTAGNA DI TUTTI
Perché la montagna è un bene comune, è la casa di quanti ci abitano ma è anche una risorsa per chi sta in pianura o in città :  è il polmone verde che ci dà respiro,  la riserva di bellezza e silenzio, il luogo dello sport e del riposo, la fonte dell’ acqua che beviamo. Per questo è un bene ed una responsabilità comune. Ma è anche un bene che nel nostro paese è stato sempre più trascurato dalla politica che ha lasciato la montagna priva di un progetto di gestione e sviluppo ambientalmente sostenibili, vittima al contempo di abbandono in molte sue parti  e sfruttamento aggressivo del territorio nelle “località turistiche”.

MONTAGNA PER TUTTI
Per chi ci abita e ne presidia il territorio in primo luogo, e  deve poter avere di che viverci in termini sia economici che di servizi, trovando nel turismo correttamente gestito una risorsa importante, ma anche per quanti ne fruiscono nei tanti modi possibili  ognuno sul percorso che gli è proprio.

RISPETTANDO L’ AMBIENTE
Perché la montagna è un territorio fragile, un territorio che “naturalmente” tende a scivolare in basso,  un suolo facilmente erodibile , un reticolo idrogeologico delicato. La montagna che ci dà l’acqua da bere è anche quella delle frane rovinose, quella dove si generano le alluvioni.
In montagna non tutto si può fare. Non si può costruire ovunque, né fare qualsiasi percorso con qualsiasi mezzo. Per questo occorre confrontarsi e stabilire regole condivise.

L’ appuntamento (del 26 maggio)  promosso da numerose associazioni  (Sezioni Cai di Pinasca, Pinerolo, Val Germanasca, Val Chisone, Val Pellice, Giovane Montagna, GAS, Le Ciaspole, Legambiente di Pinerolo e Torre Pellice , ARCI) , unite dal comune interesse per la montagna e per una sua gestione sostenibile, ha visto una numerosa partecipazione all’ interno della quale va in primo luogo segnalata la presenza di numerosi sindaci delle valli pinerolesi,  dell’ Assessore provinciale Balagna,  di escursionisi e appassionati di cicloturismo, di esponenti di motoclub locali, di operatori economici, delle GEV (guardie ecologiche volontarie).

Tale qualificata  partecipazione  e gli interventi di molti rappresentanti dei diversi interessi presenti sul territorio ha dimostrato che ben si è colta l’ intenzione espressa nel titolo dell’ incontro, cioè quella di riconoscere alla montagna il valore di bene comune, identificando un percorso che permetta una fruizione delle sue risorse aperta a tutti, capace di dare impulso all’ economia locale, ma ribadendo anche la necessità di concertare regole condivise che rispettino la fragilità dell’ ambiente montano.

Riconoscere la montagna bene comune è una scelta pregiudiziale inevitabile dalla quale dipenderanno le nostre iniziative future per individuare, proporre e realizzare un PROGETTO DI SVILUPPO AMBIENTALMENTE SOSTENIBILE del Territorio ed in particolare delle “Terre Alte”, in grado di produrre nuova occupazione, reddito, benessere, cultura.

Una risorsa naturale da cui dipende la sopravvivenza materiale delle popolazioni che l'abitano (e non solo quelle!)

Si è potuto rilevare come le novità generatesi negli ultimi anni nei modi di fruizione della viabilità alpina minore rendano necessaria  una diversificazione delle  norme relative ai diversi mezzi motorizzati (trial, cross, enduro, quad..) oggi accomunati da una legislazione che deve essere rivista, sia nella parte sanzionatoria che, soprattutto, in quella che regola  la responsabilità dei sindaci nel  governo del territorio , governo che va fondato sul principio della “conservazione del patrimonio naturale e dell’ assetto ambientale”  costituente la finalità della stessa legge regionale , oltre che la condizione per la valorizzazione turistica delle nostre montagne.

Se i diversi soggetti, pubblici e privati, sapranno trovare una strategia di fruizione e valorizzazione condivisa del territorio all’ interno di questa logica di sostenibilità, sarà più facile e compresa   la comunque necessaria opera di controllo e sanzione, oggi resa possibile  dall’ impegno anche delle Guardia Ecologiche Volontarie che svolgono gratuitamente  il loro difficile compito di tutela dei beni comuni. 

Ricordiamo di seguito le proposte per uso sostenibile della viabilità alpina   elaborate negli scorsi mesi dal gruppo di lavoro di Noi nelle Alpi, proposte che vogliono costituire un contributo per l’avvio del “tavolo di lavoro”  su questa materia  richiesto in molti interventi e che ha registrato la disponibilità  della Provincia  a riunire i  diversi soggetti interessati. 



PROPOSTE PER UN USO CONDIVISO DELLA VIABILITA’ ALPINA


     Strade Bianche o militari

Stop a qualsiasi ulteriore progetto di asfaltatura

Strada dell’ Assetta (s.p. 173)

Abbiamo innanzitutto considerato la strada come parte dell’insieme costituito dalla strada stessa, dai sentieri che vi fanno capo, dalle strade e dai punti d’accesso
Oggi la strada è scarsamente fruita nella sua interezza dagli escursionisti, per la lunghezza e il relativo interesse della parte tra Pian dell’ Alpe e Assietta. Gli escursionisti ne percorrono però spesso i  tratti tra un colle e l’altro o la utilizzano per circuiti quale la strada del Gran Serin
L’Assietta si presenta come percorso ideale per i cicloescursionisti in mountain bike ed a cavallo
La strada in estate è intensamente percorsa da mezzi motorizzati diversi (moto, quad, fuoristrada, auto) , spesso a velocità sostenuta, con disagio per ciclisti, escursionisti a piedi ed a cavallo  oltre che con significative ricadute negative sull’ ambiente
Il percorso è ricco di interesse paesaggistico, botanico, faunistico, storico e può diventare una risorsa significativa per un turismo sostenibile.

L’ obiettivo che riteniamo proponibile è trasformare progressivamente la strada dell’ Assetta in un percorso turistico d’alta quota a fruizione controllata e “guidata”,  riducendone l’uso individuale e superficiale.

Tale obiettivo può  svilupparsi a partire da alcuni passi che vanno realizzati al più presto, possibilmente già nell’ estate 2012:

·   Creazione di parcheggi di attestamento  a Pian dell’ Alpe e Col Basset  dotati di servizi igienici e contenitori per la  raccolta differenziata dei rifiuti
·   Apertura della Casa cantoniera con la funzione di rifugio / posto tappa per tutto il periodo estivo
·   Pedaggio per i fruitori  (proporzionato al mezzo usato), gratis per le navette, escusionisti a piedi ed a cavallo la difficoltà burocratica dovuta al fatto che la strada è provinciale e come tale non può essere sottoposta a pedaggio potrebbe essere risolto con la cessione ai comuni interessati di un breve tratto di accesso )
· Postazioni a Pian dell’ Alpe e Col Basset per rilascio biglietti e distribuzione di materiale informativo (da affidare)
·   Disponibilità di navette (a pagamento) da Pragelato e Sestriere , nei fine settimana da metà giugno a metà settembre per tour guidati con accompagnatori  in grado di illustrare gli aspetti storici e naturalistici (da affidare) ; disponibilità anche di mezzi per il trasporto ai punti di attestamento di biciclette
· Chiusura al traffico individuale motorizzato almeno due giorni settimanali (tra cui irrinunciabilmente la domenica) con possibile organizzazione di attività (musica, esplorazione botanica, conferenze, momenti di ritrovo, rievocazioni, ecc. ….) nei punti di accesso anche da parte di associazioni….

Una fruizione di questo tipo, che può prevedere anche una sosta delle navette nei punti di ristoro o all’ alpeggio dell’ Assetta , non solo non danneggerebbe le attività economiche locali, ma al contrario ne farebbe dei punti di richiamo, purché ovviamente l’ offerta sia “attraente”.
      E’ ovviamente poi indispensabile una intensa pubblicizzazione del percorso e delle modalità
      di fruizione, la preparazione di adeguato materiale illustrativo……

Pista del PRA’  (Bobbio Pellice)

Continuità della sperimentazione dell’ accesso regolamentato  del regolamento approvato dal Comune di Bobbio Pellice nel 2011.

Sentieri escursionistici segnalati (CAI, Ass. Le Ciaspole) o turistici (Plaisentif) o storici
     (Glorioso Rimpatrio) e crinali erbosi

Divieto di percorso a tutti i mezzi motorizzati

·   Ripristino dei sentieri e dei crinali danneggiati (anche con le risorse del post-olimpico)
·   Manutenzione ordinaria dei sentieri di rilevante interesse, sia coordinando un tavolo di lavoro coi i diversi soggetti interessati (enti ed associazioni che già oggi  si impegnano  in questa attività…) sia con affidamento a cooperative locali
·    Rapido completamento e pubblicizzazione del catasto dei sentieri (cui stanno lavorando anche le associazioni)

Attività turistica con mezzi motorizzati


·    Identificazione di percorsi di particolare interesse (su strade bianche e militari), soprattutto nelle alte valli, per escursioni con mezzi motorizzati , da utilizzare “a rotazione”
·   Pubblicizzazione di tali percorsi e preparazione di materiale informativo

Attività sportiva con mezzi motorizzati

Occorre in primo luogo fare una precisa distinzione tra i vari tipi di mezzi motorizzati

·         Per il trial possono essere identificati appositi tracciati  in aree a basso impatto ambientale
·        Per le moto da cross ed enduro devono essere previste aree specifiche  appositamente attrezzate
·         I comuni possono individuare sul loro territorio percorsi su strade sterrate e  forestali consentiti per l’uso motoristico ludico indicandoli con precisione.
·         I percorsi su strade sterrate, piste forestali e simili non esplicitamente autorizzati devono essere intesi come vietati (anche in assenza di apposito cartello, che spesso viene rimosso), rivedendo in tal senso la legge regionale vigente, che impone ai sindaci la richiesta in merito di un “parere vincolante” della Regione
·         Per le gare devono essere individuati precisi limiti di sostenibilità (sopralluogo accurato dei percorsi, limite nel numero di partecipanti e di passaggi, esclusione di aree sensibili, resistenza del suolo, limitazione dell’ inquinamento acustico…) da definire anche con il concorso del Servizio Aree protette della Provincia.
·         Deve essere garantito, anche mediante il versamento di adeguata cauzione, il completo ripristino di eventuali danni derivanti dai passaggi dedi mezzi motorizzati

Siamo consapevoli che esiste un problema di adeguato controllo, con personale di vigilanza sufficiente e preparato, e di sanzioni effettivamente deterrenti. Tuttavia riteniamo che, fatta salva la necessità di adeguate sanzioni e di modificazione della L.R. 32 nei punti necessari, la soluzione vada ricercata prima di tutto nell’ elaborazione di piani condivisi di fruizione del territorio.

Non ignoriamo infine che la montagna è messa a rischio da numerosi altri fattori, ad esempio un uso eccessivo dei pascoli, una pratica non corretta delle attività forestali o, soprattutto,  l’abbandono cui la condanna una politica che continua a considerarla “marginale”. Su questo intendiamo continuare a l avorare.
NOI NELLE ALPI



Il coordinamento Noi nella Alpi ha  inviato a tutti i sindaci presenti al convegno anche  la proposta di mozione sulla viabilità alpina in allegato, sperando che venga sottoposta ai consigli comunali delle valli.

Mozione viabilità Alpina

Atto politico di impegno per la salvaguardia, lo sviluppo e la valorizzazione della viabilità alpina

Il Consiglio Comunale di ……………………..
Il Consiglio della Comunità Montana del Pinerolese
Il Consiglio Provinciale Provincia di Torino
Il Consiglio Regionale della Regione Piemonte


VISTO


Che la rete sentieristica, le piste e le strade militari esistenti nel territorio sono un elemento storico ed ambientale di elevato valore.

Che questa viabilità alpina, se correttamente gestita garantendone una  adeguata fruizione in tutte le stagioni dell’ anno, può diventare un elemento importante per lo sviluppo economico della montagna.

Che la potenziale richiesta di utilizzo turistico della viabilità alpina è molto variegata (a  piedi, con bici, cavallo, mezzi motorizzati, sci) con difficoltà nella condivisione contemporanea dello stesso percorso  da parte delle diverse categorie di fruitori

Che in generale mancate attenzioni, regole di fruizione non corrette o non rispettate e scarsità di controlli stanno portando ad un progressivo degrado delle viabilità con conseguente allontanamento dei turisti

CONSIDERATO


Che la manutenzione, il mantenimento ed il miglioramento della viabilità unitamente alla promozione e pubblicità dei percorsi e ad un corretto rispetto delle regole di fruizione sono elementi essenziali per lo sviluppo turistico

Che sulla viabilità alpina possano crearsi nuove occasioni di occupazione e significative  fonti di reddito locali

Che solo con regole condivise con i vari portatori di interesse sulla viabilità si potrà realizzare una adeguata politica di sviluppo ambientalmente sostenibile.

SI IMPEGNA

Per quanto di propria competenza a:


§  Promuovere un progetto di sviluppo turistico del territorio ed in particolare delle “terre alte” che sia ambientalmente sostenibile, anche attraverso il collegamento con il sistema dei trasporti pubblici

§  Sviluppare politiche di fruizione “lenta” dei percorsi di viabilità alpina lavorando in rete con le altre istituzioni ed i soggetti  interessati operanti nel territorio

§  Definire regole di utilizzo che equilibrino la necessità di mantenimento efficiente (in buono stato) dei percorsi con la diversa tipologia di fruitori (motorizzati e non)

§  Coinvolgere  i vari gruppi di fruitori per una loro partecipazione alla definizione delle regole di utilizzo ed al mantenimento / miglioramento dei percorsi

§  Realizzare iniziative di promozione e di uso qualificato della  viabilità alpina

§  Mantenere e migliorare la rete viaria alpina facendosi carico di reperire le risorse economiche necessarie per gli interventi manutentivi e sviluppando scelte  di affidamento lavori a personale locale.


lunedì 4 giugno 2012

La dolorosa istoria delle fonti rinnovabili in Italia

Le fonti rinnovabili stanno modificando il mercato elettrico in Italia. Il confronto rinnovabili/fossili sta facendo abbassare i prezzi dell'energia sulla Borsa elettrica di giorno e salire di sera al punto da rendere obsoleta la tariffa bioraria. Il risparmio nel consumare energia elettrica di notte (F2 e F3) rimane ma è veramante ristretto: ad es. su un consumo di 2.700kWh anno l'utente attento che concentra il 70% dei consumi nelle fasce notturne meno costose (F2 e F3) ora risparmia circa 4,80€, cioè solo l'1% in meno rispetto all'utente meno virtuoso che nelle ore notturne ha solo il 55% dei consumi.  Di questo cmbiamento del mercato elettrico se ne sta occupando anche  l'Autorità per l'energia ed il gas che propone di variare di nuovo il sistema tariffario. Per maggiori informazioni consigliamo di consultare il sito della rivista QaulEnergia.
Riportiamo invece qui di seguito un importante articolo scritto da Leonardo Libero tratto dal sito di Aspo Italia che abbozza una breve storia delle energie rinnovabili in Italia Cip 6 compreso.  

Importare energia nelle diverse forme è costato all’Italia 42,4 miliardi di euro nel 2009 (2,8% sul PIL), 53,9 miliardi (3,5% sul PIL) nel 2010, 61,9 miliardi (3,91% sul PIL) nel 2011 e si prevede che arriverà a costare 65,3 miliardi nel 2012 (fonte: Unione Petrolifera). Governanti consapevoli dovrebbero quindi essere i primi a favorire l’utilizzo di quelle fonti di energia gratuite, e “pulite”, offerte dalla Natura ad un Paese, e tanto più se esso è noto nel mondo come quello “del Sole”.
Invece no: anche l’attuale governo di emergenza, nella persona del suo ministro competente, dimostra di vedere le fonti rinnovabili come un noioso inconveniente, anziché una grande opportunità. Per cui la loro storia rimane il calvario che è stata da quando, venti anni fa, alcuni grandi nomi imprenditoriali e finanziari, e l’alta dirigenza dell’allora monopolista elettrico di Stato, Enel, sono riusciti ad ottenere dal governo un provvedimento che era ed è un sostanziale quanto colossale raggiro e ne hanno largamente goduto.
E’ andata così. Nel 1990, il governo dell’allora Germania Ovest, dimostrando sensibilità ambientale e grande preveggenza energetica, aveva imposto un piccolo supplemento sulle tariffe elettriche per investirne il gettito nella promozione delle fonti rinnovabili.
Poiché quel gettito è stato poi investito correttamente, la Germania è non solo balzata all’avanguardia nel settore fonti rinnovabili, ma è in particolare diventata un leader mondiale nel fotovoltaico, quantunque goda di una radiazione solare media molto in-feriore a quella italiana (150.000 i posti di lavoro creati da allora nelle aziende fotovoltaiche tedesche, che esportano per diversi miliardi di dollari l’anno). Il 29 aprile 1992 il settimo governo Andreotti, ancorché in carica solo “per l’ordinaria amministrazione” perché in crisi, ha deciso che era urgente imitare quella norma tedesca e attraverso il Comitato Interministeriale Prezzi ha emanato il provvedimento n. 6. Col quale ha imposto un supplemento alle tariffe elettriche (di entità quasi doppia di quello tedesco), ma ha anche consentito che col suo gettito si sovvenzionassero, oltre alle fonti “rinnovabili” vere, altre cosiddette “assimilate”, fra cui sono stati ammessi gli scarti di raffineria petrolifera e i rifiuti. Per inciso, è (oggi, purtroppo) plausibile ipotizzare che quell’urgenza nascesse dal fatto che Tangentopoli era scoppiata da poco (17 febbraio 1992) e dal timore che, se Mario Chiesa era ancora “un mariuolo isolato”, non sarebbe rimasto “isolato” per molto.
Gli imprenditori protagonisti dell’accordo di cui sopra sono così riusciti a trasformare certi loro costi di smaltimento in cospicue entrate, a spese degli utenti elettrici italiani. Il cosiddetto “Affare Cip6”, è stato esaminato il 6 novembre 2003 dalla Commis-sione Attività Produttive della Camera, che ne ha stimato l’entità in 60.000 miliardi di Lire (30 mld di Euro – stima poi rivelatasi ottimistica, come vedremo) e il cui allora Presidente, Bruno Tabacci, lo ha definito “Una tassa occulta in favore dei petrolieri”.
Cosicché l’Italia, dove il gettito di quei soprapprezzi è stato gestito non correttamente (eufemismo), oggi produce si e no un settimo dei materiali fotovoltaici che gli occorrono, mentre il resto lo deve importare, a danno della bilancia dei pagamenti ed a pa-radossale sostegno di imprese e manodopera straniere (8,3 miliardi di euro usciti dal Paese a quel titolo nel solo 2010).
Un pessimo risultato al quale ha concorso l’ostruzionismo alla produzione privata di elettricità “pulita” che l’Enel ha esercitato, arrivando a fare “la cresta” sulle spese di allacciamento. La stessa disinvoltura del resto con la quale, nella pubblicità per l’esordio in Borsa di Enel Green Power, esso si è autodefinito “leader mondiale delle fonti rinnovabili” pur avendo realizzato davvero ben poco “di suo” in quel settore (le grandi centrali idroelettriche se le era trovate belle e pronte all’atto della nazionalizzazione).
Il “Cip6” ha avuto anche conseguenze oltreconfine. Esso ha infatti violato una direttiva comunitaria che esclude dalle fonti rinnovabili ciò che non è biodegradabile. Il governo furbetto dell’aprile 1992 lo aveva perciò emanato come atto amministrativo, perchè non ne venisse a conoscenza - non subito, almeno - l’Unione Europea, alla quale i Paesi membri devono notificare soltanto le nuove Leggi. Uno scopo raggiunto non per sempre, com’era prevedibile: l’UE lo ha saputo sì solo 11 anni dopo, ma su quel tema ci ha poi inflitto ben 4 procedure di infrazione ed una lettera di messa in mora.
Nessuna meraviglia, quindi, che la nostra “immagine” all’estero, e lo spread sui bund tedeschi, siano quelli che sono! Le aziende più beneficiate dalle sovvenzioni per fonti “assimilate” sono ogni anno all’incirca le stesse e la loro graduatoria 2010 è a pagina 59 (fig. 2,5) della relazione 2011 dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas:
TOTALE UNITARIA
Edison (già FIAT, oggi EdF: cosicchè i cittadini italiani hanno dovuto sovvenzio-nare, in nome delle rinnovabili, un Gruppo non solo straniero, ma anche leader nel nucleare!) 33,3%, Saras (Moratti) 13,7%, ERG (Garrone) 10,5 % , BG Group 8,4%, Rosen 7,9%, API 7,0 %, E.On 6,1%, Cofely 4,7%, Elettra 3,7%, Termica Celano 3,0%, Altri operatori 1,6%.
Dalla stessa relazione risulta che “Nel 2010 i costi totali dei ritiri del GSE per l’energia CIP6 sono stimabili in 4,1 miliardi di euro, in prevalenza (circa il 70%) legati alla remunerazione dell’energia CIP6 prodotta da impianti assimilati”.
Sulle origini dell’ “affare Cip6”, e sui nomi coinvolti, fa praticamente testo il libro “Licenziare i padroni?” (Feltrinelli), uscito all’inizio del 2003 e scritto da Massimo Mucchetti, che oggi è Vicedirettore “ad personam” del Corriere della Sera e che nes-suno ha mai smentito e tanto meno querelato, quantunque egli vi avesse citato in chiaro sia il peccato che i “peccatori”, come in questo brano:
"Tra i primi a muoversi sono la Edison (Gruppo Montedison) e la Sondel (Gruppo Falk), l'Eni, i petrolieri privati, i Moratti e i Garrone in testa, ansiosi di trasformare un costo - lo smaltimento degli scarti di raffineria - in un ricavo, anzi in una rendita. Più tardi, entrano in partita anche gli ex presidenti della Confindustria Vittorio Merloni e Luigi Lucchini. Insomma, molti dei più grandi e dei più potenti fiutano l'affare".
Era intuitivo che l’apporto delle fonti rinnovabili, la cui “materia prima” è gratuita, avrebbe calmierato il prezzo dell’elettricità, tanto più di fronte a un forte rincaro delle fonti fossili, previsto e avvenuto. Lo ha ora confermato la solare fotovoltaica, le cui ore di maggiore produzione coincidono con quelle di maggiore richiesta e maggior costo dell’elettricità e i cui 12,4 GWp connessi a rete in Italia hanno già avuto nel 2011 percepibili effetti benefici sui prezzi della medesima. Si aggiunga che la generazione distribuita, realizzabile con le rinnovabili, riduce - talvolta anche a zero – quel circa 6% di perdite di trasmissione che sono inevitabili con la generazione centralizzata. Ovvio quindi che, mentre i singoli utenti e il Paese nel complesso ci guadagnano, a rimetterci nel fatturato siano i grandi Gruppi produttori, il cui principale in Italia (40% del mercato), è ancora lo statale Enel.
Che sia per questo o no, c’è sempre chi, in ambito statale, si sente in dovere di lanciare “allarmi” sui costi delle rinnovabili. L’anno scorso, il presidente dell’Autorità per l'Energia, Alessandro Ortis, e l’allora Ministro per lo Sviluppo Economico, Paolo Romani. Oggi è appunto il successore di Romani, Corrado Passera. Il quale ha detto “Sugli incentivi alle energie rinnovabili in passato si è speso troppo e male”, senza aggiungere un pur minimo accenno all'“affare Cip6” e così autorizzando il sospetto che egli ignori l’esistenza e gli effetti perversi di un atto firmato da un suo predecessore di poltrona: Guido Bodrato.
Per rispondergli esaurientemente bisognerebbe sapere con esattezza quanto abbia speso lo Stato, dal 1992 in poi, per sovvenzionare fonti energetiche “sporche” col gettito dei sovrapprezzi elettrici da esso imposti col pretesto del sostegno a quelle “pulite”. Ebbene, per carità di Patria voglio sperare che in qualche ufficio pubblico quel dato ci sia, ma esso non è accessibile - o a me non lo risulta, dopo molti tentativi – al comune contribuente, come sarebbe invece giusto, visto che è lui che paga.
INCISO: il 10 aprile scorso ho inviato all’ufficio stampa della GSE questo messaggio email “Come giornalista (iscritto all'Ordine di Torino), avrei bisogno di conoscere - ma non sono fin'ora riuscito a trovare - gli importi complessivi di sovvenzioni CIP 6 pagati dallo Stato, rispettivamente per fonti rinnovabili e per fonti assimilate, dal 29 aprile 1992 alla data più recente possibile; o almeno dal 2001 alla data più recente possibile, considerato che GSE è nata solo nel 2001.”, messaggio che però finora è rimasto senza risposta. Dai dati ufficiali invece disponibili, cioè quelli successivi al 2001, anno di fondazione della Gestione Servizi Elettrici, risulta che: le fonti rinnovabili, nel periodo 2001-2010 hanno prodotto 84.825.000 MWh le fonti “assimilate”, nel periodo 2001-2010  hanno prodotto 375.902.000 MWh.
E poiché qui: alla tavola 2.14 di pagina 15/51, risulta che, almeno nel 2009, la remunerazione unitaria delle fonti assimilate è stata di 99,65 €/MWh e che quella delle fonti rinnovabili è stata di 185,67 €/MWh, assumendo che all’incirca quelle siano state le remunerazioni unitarie in tutti i 10 anni – mentre quelle più vecchie erano probabilmente maggiori - si può prudenzialmente presumere che, fra il 2001 e il 2010:
le rinnovabili abbiano pesato per 84.825.000 x 185,67 = 15.749.457.750 € e le assimilate abbiano pesato per 375.902.000 x 99,65 = 37.458.634.300 € cioè 2,37 volte più delle rinnovabili.
Va notato inoltre che quei 37,458 miliardi di euro corrispondono, in lire, già a ben di più (74.900) dei 60.000 complessivi di “favore ai petrolieri” stimati dalla X^ Commissione della Camera nel 1996; e che ad ad essi vanno ancora aggiunti quelli erogati loro negli oltre 7 anni dal maggio 1992 al dicembre 2000, dei quali nulla si sa di ufficiale, ma che possono grosso modo essere stimati in (37,458 : 7,6) = 4,92, che portano ad oltre 42 miliardi di Euro (= 84.000 miliardi di Lire) l’entità complessiva di quel “favore”.
Concludo segnalando al Ministro Passera che il discorso sullo stato dell’Unione, tenuto da Barack Obama il 24 gennaio scorso, comprendeva queste frasi: “Sto chie-dendo al Congresso di abrogare i miliardi di dollari dei contribuenti che ora diamo alle compagnie petrolifere” …. “Così, invece di sovvenzionare le energie di ieri, li investiremo in quelle di domani” …. “Nel 2035, l’80 per cento dell’elettricità ame-ricana verrà da fonti di energia pulite”.